INDICE

Insegnamento 1: Dottrina di Cafh
Insegnamento 2: Vita di Preghiera
Insegnamento 3: L’Immagine della Divina Madre (12/12/53)
Insegnamento 4: Adorazione al Principiar di un Ritiro (21/01/54)
Insegnamento 5: La Devozione a Nostra Divina Madre (5/10/55)
Insegnamento 6: Il Maestro Ti Chiama (10/12/55)
Insegnamento 7: Parabola della Samaritana (17/12/55)
Insegnamento 8: Le Nozze di Cana (2/01/56)
Insegnamento 9: Parabola del Maestro ch’Indica al Suo Servitore che Inviti a Suoi Amici ad un Banchetto che Quella Notte Egli Darà (14/01/1956)
Insegnamento 10: Parabola dei Discepoli che Camminavano verso Emmaus (21/01/56)
Insegnamento 11: Educazione dei Bambini (14/03/56)
Insegnamento 12: Sulla Consolazione e l’Aridità nella Preghiera (11/03/1956)
Insegnamento 13: Fare il Bene ai Bambini (17/03/1956)
Insegnamento 14: Sulla Vanità (14/03/1956)
Insegnamento 15: Parole del Cavaliere Gran Maestro alla Cerimonia di Voti Solenni della Signorina Maria Esther (12/05/1956)
Insegnamento 16: Raccoglimento e Riserva di Energie (19/05/1956)
Insegnamento 17: Siamo una Riunione di Anime (9/06/1956)
Insegnamento 18: Questo è il Regolamento di Cafh (11/08/1956)
Insegnamento 19: I Beni di Cafh Saranno Intrinseci (11/08/1956)
Insegnamento 20: Un Programma Sociale di Rinunzia (15/09/1956)
Insegnamento 21: Le Virtù Interne (22/09/1956)
Insegnamento 22:La Direzione Spirituale Compresa dal Cavaliere Gran Maestro (6/10/56)
Insegnamento 24: Le Vocazioni di Comunità (18/12/1956)
Insegnamento 25:  L'Osservanza (19/12/1956)
Insegnamento 26:  Sulla Meditazione (20/12/1956)
Insegnamento 27:  I Superiori (21/12/1956)
Insegnamento 28: Concetti di Cafh sulla Nostra Vita di Operai (22/12/1956)
Insegnamento 29:  Sacro Francesca Romana (23/12/1956)
Insegnamento 30:  La Porta Santa (30/03/1957)
Insegnamento 31:  Amare alla Divina Madre (6/04/1957)
Insegnamento 32:  Sul Mistero della Divino Incarnazione (13/04/1957)
Insegnamento 33:  Come Fare l'Adorazione in Favore delle Anime    Disincarnate (29/06/1957)                               
Insegnamento 34:  La Casa si Mantiene senza Sostegno (6/07/1957)
Insegnamento 36: Voti Solenni della Signorina Malka (3/10/1957)
Insegnamento 37: Voti Perpetui (11/02/1958)
Insegnamento 38: Presentazione del Cavaliere Delegato delle Tavole Argentine 23/05/1958,
Insegnamento 39:  Adorazione in Favore delle Vocazioni (28/11/1958)
Insegnamento 40:  Raccomandazioni sull'Educazione (29/11/1958)
Insegnamento 41:  L'Esame Retrospettivo (25/04/1959)
Insegnamento 42:  La Nostra Vita d'Olocausto (16/01/1960)
Insegnamento 43:  Cerimonia di Voti Solenni (30/01/1960)
Insegnamento 44:  Il Cuore della Divina Madre (6/02/1960)
Insegnamento 45:  Oblazione di Vita (13/02/1960)
Insegnamento 46:  Il Corpo Mistico della Comunità (26/06/1960)

 

Insegnamento 1: Dottrina di Cafh

Dopo fare statistiche si può dire che tutte le religioni hanno più o meno lo stesso numero di fedele. Quale è universale, quale abbraccia a tutta l'Umanità? Nessuna.
Ma se la Provvidenza ha disposto che si adattino secondo il paese, carattere delle persone che l'abitano e clima, se ha permesso che si sviluppassero; cioè, queste religioni sono messaggere della Rivelazione e la sua una tradizione sale all'origine primordiale della nostra razza.
E se studiamo profondamente i dogmi e dottrine delle religioni vediamo che concordano nella sua base fondamentale e le divergenze esistenti sono sempre i misteri che non possono risolversi. Chi ha potuto risolvere il mistero di se la grazia od il libero arbitrio prevale? Se Dio creò al mondo del niente o lo fece derivare da sé? Chi può saperlo? Nessun essere umano.
Tutte le religioni derivano dalla vera religione universale che è quella che dirigi la nostra razza dai principi.
La tradizione e la rivelazione delle religioni sono veramente le idee che furono date per i Divini Istruttori della Razza, è stato la Rivelazione vera che gli fu trasmessa e l'immagine dell'Idea Madre, il lavoro che l’essere doveva sviluppare sulla terra e quali i mezzi soprannaturali erano alla sua portata per svilupparla.
Il Figlio di Cafh deve avere idee ben definite. La credenza del Figlio in Dio deve essere piuttosto fondamentale.
Parlo sulla credenza in Dio in un senso trascendente perché naturalmente se due persone discutono ed una dice “Dio è tutto” e l'altra, chi crede in un Dio Creatore, dice “Dio creò tutte le cose”, questa è un'idea, un'ideologia. Altri hanno altre idee e così via, può darsi ma non fa al caso.
La verità su Dio è la conoscenza fondamentale e sicura dell’anima sull’esistenza d’un principio fondamentale dell'Universo. Orbene, se questo principio fondamentale dell'Universo ha emanato totalmente da sé stesso, tutto l'Universo è emanazione dello stesso. Allora si può dire che Dio creò tutte le cose dal niente perché in sé Dio aveva soltanto sostanza e creò tutte le cose da quella sostanza.
Quelli che credono in un Dio Creatore dicono che Dio creò dalla sua essenza o dal suo pensiero. Tutto è la stessa cosa.
È importante credere in quello Dio trascendente e reale, nell'esistenza d’un principio cosmico invisibile del quale tutte le cose procedono. Quella è la base fondamentale.
Che un Figlio creda che Dio abbia un aspetto o che Dio abbia un altro aspetto, o che non abbia aspetto, è una cosa che ognuno può prendere secondo la sua inclinazione e secondo l'educazione ricevuta; ma la base fondamentale rimane intatta.
L'uomo deve riconoscere che come è stato messo sulla terra di fronte all'Umanità e di fronte al Cosmo, per mezzo della sua ragione e della sua capacità emozionale e comprensiva non può abbracciare i misteri di Dio nella sua totalità ed allora il mistero della grazia e del libero arbitrio rimane sempre davanti a lui.
La sua mente può raggiungere fino ad un punto per mezzo del libero arbitrio ma ci sono cose che sono impossibili di captare e se lo fa sono mediante uno stato supercosciente: per mezzo della grazia.
Una credenza immutabile e fondamentale è che nessun uomo ha visto a Dio né ha potuto comprendere l'immensità di Dio.
Se nessuno lo può comprendere, allora, fino ad un certo punto, è necessario l'aiuto dall’essere che già conosce, ha scalato il Sentiero o viene da un altro piano che conosce la verità. È il mistero dell'essere divino che viene verso noi. Tutte le religioni credono in un essere divino, in una reincarnazione, in un Figlio di Dio.
Questa è una credenza fondamentale. L'uomo abbraccia fino ad un certo punto, ma dopo ha bisogno dell'aiuto; riesce un punto e fa da solo altra volta un altro pezzetto del suo sentiero spirituale e della sua ascensione.
La credenza fondamentale ed indispensabile è la trascendenza divina fino ad oltre tutte le cose. Le forze del bene e del male esistono nel mondo e spariscono quando l'essere ha raggiunto uno stato di superamento. Dovemmo lottare col bene e col male nel mondo. Alcune religioni hanno separato al bene dal male di modo categorico: la materia è cattiva e lo spirito è buono. Questo punto di vista si svanisce da solo. Riconosce che il bene è la presenza dell'essere divino nell'essere ed il male è la sua assenza della nostra anima.
Quando si tengono queste verità fondamentali nelle mani è quando allora si vede la grandezza di Dio, la piccolezza dell'essere umano ed i mezzi per raggiungerla.
La nostra vita, che si distingue dalla vita del mondo, c'insegna che l'uomo raggiunge la liberazione attraverso il Sentiero, non attraverso il sentiero dogmatico, rivelazione imposta o l’unità arbitraria bensì mediante lo sforzo mistico che porta all'anima alla sua liberazione.
Questo è il nesso di Cafh. Cafh è un sentiero mistico e trascende i quadri dogmatici stabiliti per realizzare a Dio mediante la mistica della Rinunzia.
Non ignora l’importanza dei dogmi e della Rivelazione dell'Unità ma riconosce che nessuno potrà arrivare ad una liberazione senza lo sforzo mistico.
Cafh ha una dottrina universale, cioè, la dottrina che sta in tutte le religioni, ed ha la dottrina della sua esperienza, dei suoi Figli.
Molti confondono una dottrina con un'altra. Per esempio: nessun Insegnamento impone credenze fuori della credenza nella Divina Incarnazione, nel cammino Mistico della Rinunzia. Poi non impone credenze. Io difendo la reincarnazione ma nessun Insegnamento di Cafh riferisce ed afferma che quello è la Verità.
Le dottrine dicono che questo è giusto o dicono altra cosa ma Cafh non si definisce si impone una credenza; l'anima è libera; fino a che si abbia una prova divina non si potrà assicurare la verità.
La reincarnazione deve essere vera; altrimenti niente potrebbe provare il Piano Divino. Ma non si può delucidare quando questo accade. Non c'è sicurezza che gli esseri vengano una sola volta, e Cafh non l'afferma. Nessun essere è venuto a dire che non esiste il ritorno dell'anima alla terra.
È necessario sapere distinguere la dottrina di Cafh delle dottrine di altri sentieri.
La dottrina immutabile di Cafh si stabilisce sulla mistica, cioè, sullo sforzo dell'anima in favore della sua realizzazione interna.
 È buono che si leggano libri; ma alcuni leggono libri e dicono che il libro dice questo e vogliono farsi interamente un concetto da quell'idea senza respingere o confutare. Non solo quello bensì cambiano i nostri principi perché quella dottrina che essi espongono non è scritta nei principi fondamentali di Cafh.
Quante volte alcune persone vennero a dirmi: un'anima cattiva può perdersi come anima; la signora Blavatsky ha detto questo. Rispetto alla signora Blavatsky ma non lo credo; non crederò mai che un'anima possa perdersi come anima.
Anche ci sono altri che dicono che l'anima umana in sé non è una partecipazione completa di Dio; cioè, che lo spirito è indivisibile ma che l'anima è piuttosto completamente separata ed illusoria. Cafh non lo crede; Cafh crede che l'anima umana sia parte dello spirito divino.
È buono che abbiano concetti chiari e fondamentali sulla sua dottrina perché non può ammettersi che un Figlio appartenga a Cafh e non possieda le nozioni fondamentali sulla sua dottrina. Quelli che s del mondo dovranno essere orientati.
La dottrina e importantissima, deve essere tesoreggiata nel cuore, meditata profondamente, essere il tema delle meditazioni, ed amarla intensamente e riconoscerla come l'unica che può darci la salvazione.
Se riconosciamo che nessuna religione sia universale dobbiamo credere che tutte le religioni sono vere quando arrivano al punto più alto e sublime. Sono essenziali quando formano anime grandi, cioè, quando sviluppano una mistica e la mistica è l'unica e vera realizzazione di Dio sulla terra.
Nessuna religione può salvarci se la realizzazione non viene per mezzo della mistica che è aiutata dai protettori, dalla Santa Madre e dall’immensità del Principio Cosmico che c'assiste.
Per sviluppare quello concetto li raccomando che leggano buoni libri affinché possano delucidare la verità.
A volte uno si annoia coi libri; ci sono tante cose; ma per di là trova la luce della mistica, della verità, ed una sola frase è sufficiente per darci la soddisfazione di avere letto tutto un libro che ci sembrava inutile e non stava d’accordo con la nostra forma di pensare.
Molti aspettano alla nuova religione. Se così fosse, questa non sarebbe più che una nuova religione che verrebbe a sommarsi alle altre. La vera religione è la sublimazione delle religioni, la realizzazione delle anime privilegiate da tutti i settori del mondo. È la vera tradizione raggiunta per tutti i grandi mistici che riuscirono la realizzazione.
È non rinchiudersi in un quadro ideologico e dottrinario; così la mistica della Rinunzia ci darà la perfetta liberazione.

 

Insegnamento 2: Vita in Preghiera

Veramente, voi dovete essere molto felici potendo pregare in questo luogo privilegiato. La preghiera è l'essenza della vita d’Ordinazione; e sebbene la vita dell'ordinato sia una preghiera continua, perché ancora quando dorme continua a pregare attraverso i suoi sonni e buoni desideri, il luogo della preghiera propriamente detta è d’un valore inestimabile e totale. Quanto fa che abbiamo qui la nostra cappella e già sta perfettamente magnetizzata?
La Divina Madre ha ricevuto l'omaggio dei suoi Figli e da qua irradia sul mondo; è un'altra casa di preghiera che irradia sulle anime.
Voi sapete bene che gli esseri del mondo, quando tutto li va bene, quando hanno la soluzione per tutto e tutto è felicità nella vita, a volte non ricordano il luogo della preghiera ma in caso di pena e quando sono afflitti, dove vanno? Alla chiesa, al tempio, ad un luogo di preghiera di preghiera; e noi, gli Ordinati nelle nostre case, abbiamo un luogo dedito alla meditazione ed alla preghiera affinché le anime che non sono presenti ricevano consolazione, sollievo e forza nelle sue necessità.
Inoltre, la preghiera è tutto per noi. Dico la preghiera semplice non le grandi preghiere o stati interni bensì la semplice preghiera consistente in chiedere e guardare alla nostra Divina Madre benché sia un'immagine, nient'altro che un'immagine, e dire tutto il sentimento della nostra anima –necessità, affanni, allegrie, dispiaceri– il nostro bene ed il nostro piccolo male. Chiedere è sempre consolazione ed inesauribile fondo di pace per l’anima.
Ricordino quello che Santa Teresa dice: “La preghiera delle anime devote è come la pioggia dal cielo, ma a volte quella pioggia non è comandata per Dio ed allora l'anima deve tirare fuori acqua dal pozzo”.
Ritornino le anime devote alla preghiera semplice, da cuore a cuore. Soprattutto ora che per questa Comunità viene l'epoca dal raccoglimento dove per il lavoro forte possono dedicarsi più alla stretta Osservanza ed alla preghiera, questo anno più che mai.  È buono cominciare per questa preghiera parlata, a viva voce. È la preghiera che si fa qua, nella cappella.
Ora ricordo qualcosa. Ora che non hanno preoccupazioni, spero non vederle crollare il capo di notte, stimate Figlie. Guardino che voi siete come uccellini sull'albero; stanno diritti ed accade che le testoline siano cadute.
Il Cavaliere Gran Maestro disse che fu ingannato nel tema delle rotture e che quello gli doleva più, non tanto per il valore delle cose bensì per il valore delle parole. Aggregò: “Figlie, siano esatte nelle sue parole. È fatto o non è fatto. Si o no.”
Qui il Cavaliere Gran Maestro diede alle Signorine alcune istruzioni per i mesi di vacazioni ed aggregò che desidererebbe che sfruttassero questi mesi di pace. Si vede in voi che la Divina Madre mora nel vostro cuore; ma io parlo di quell'altro contatto colla Divina Madre, del contatto vivo, che si riesce colla preghiera, recitando preghiere vocalizzate. Si devono recitare molti salmi, in una parola fare come se la Divina Madre ci chiamasse in vacazione e ci dicesse: “Vengono, Figlie.” Ella attende e raggiunge a voi le cose, e voi parlate a vostra buona Madre.
In realtà, Ella è la sintesi della maternità, corona di divinità, forza della fede, speranza di quelli che verranno, esempio della nostra consacrata vita d’Ordinazione; ci nascondiamo nelle sue braccia.
È buono che, come la nostra vita è rigorosa, abbiamo un po' di espansione e sentimenti con Lei, abbiamo mimi, stringiamoci contro il suo Cuore Celestiale.
Ella è desiderosa essere da sola con noi; continuamente vigila ai nostri atti, ispira le nostre parole e dirige i nostri movimenti.
È desiderosa di stare con noi in un contatto vivo, umano, di dipendenza, ansiosa di comunicarci i tesori della sua grazia e del suo cuore.
Ravviviamo in sue mani le nostre promesse d’amore; Ella è desiderosa che noi, in una parola, andiamo verso Lei.
Sicuramente nostra Divina Madre sta non solo come essere incarnato. Com’essere d’amore ha una predilezione speciale per le Figlie Ordinate della Sacra Ordine di Cafh. Me l'ha detto specialmente.
Cosicché chiedono per tutti quelli che necessitano e saranno ascoltate, dicendo tutti i piccoli dispiaceri ed ansie, pene e desideri, perché tutti li abbiamo, ancora i desideri santi. 
Tutto quello che aspettano per l'anno che viene, tutte le opere che volessero compiere, tutti i bambini che volessero beneficare ed Ella ascolterà.
Dicano tutti i progetti affinché Ella sorrida benevolmente o scuota la testa ma rimarremo sempre contenti perché Ella conosce le nostre aspirazioni: la Scuola a Cordoba, l'asilo di bambine, il desiderio di alzare una scuola di mestieri, ed Ella ascolterà benevolmente come i genitori ascoltano le fantasie di tutti i figli.
Avvicinate il vostro cuore al suo Celestiale ed Adorabile Cuore.

 

Insegnamento 3: L'Immagine della Divina Madre (12/12/1953)

Quale è il significato delle immagini che adornano i tempi e santuari? Come è che la Divina Madre può essere rappresentata così, tanto corporalmente materiale ed in atteggiamenti tanto differenti tra sé? Già sia nel viso candido e puro d’una bambina che porta in sé tutti i sonni per realizzare, già sia come una madre con un bambino nelle sue braccia, già sia come la Vergine al piede della croce del suo Figlio nel cui viso si riflette tutto il dolore del mondo, sta sempre lì la Madre Divina, la Madre che è in sé il Cosmo, gli Universi, i Mondi, i Pianeti, l'uomo infine con tutto il suo bene ed il suo male, col suo dolore e col suo godimento.
Divina Madre! Ella ha preso quelle forme per avvicinarsi più al mondo ed il suo simbolo più sublime è Maria, l'Iniziata Lunare colla sua missione divina. Che cosa capiamo per la Santa Vergine, la Madre di Cristo? È l'essere che la Divina Madre, la Madre dell'Universo scelse affinché incarnasse in lui suo Figlio, il Cristo.
Ma quale è il valore reale di quelle immagini? Esse stanno lì sugli altari e santuari adornandoli ma non hanno un valore reale fino a che i devoti le vestono con sue preghiere, colla sua adorazione continua.
Figlie mie: vestite a quell'immagine, di tanto bella espressione, che possedete nella vostra cappella, ma vestitela colle vostre virtù, col vostro silenzio e raccoglimento, colla vostra Realizzazione.
Figlie della Rinunzia! Comprendete che la vera Rinunzia non consiste in lasciare il mondo, i parenti, gli amici, il lavoro. No, Figlie, no! Quella è la Rinunzia esterna, quello è un valore positivo ed il mondo sta al giorno di oggi pieno di valori positivi. La Rinunzia vera, divina, è la Rinunzia Interna, quella che è delle vostre anime, quella che è costituita per la realizzazione piena dei valori negativi, quelli che il mondo non vede, non conosce.
Figlie mie, fate che il tempo non esista per voi! Perché il passato non vi appartiene, è morto, neanche il presente, e meno ancora il futuro; tutto il tempo è depositato nelle mani della Madre. Voi avete lasciato il tempo del mondo e state nell'eternità. Il lavoro che realizzate, quello che il mondo vede, non è importante, non conta per la Madre; quello che importa è quello che vi va spogliando da voi stesse, è il lavoro che solo vive in una Rinunzia continua. Ricordate che non avete niente, niente, perché avete dato tutto alla Madre, cose buone e cattive, pure ed impure.
La Madre vi aprì la Porta e non vi domandò niente; bastò solo la vostra oblazione. Non vi domandò se eravate pure, buone, perfette, ricche o povere. Niente di quello guardò; semplicemente vi prese perché vi deste. Non importò se il voto era temporaneo, solenne o perpetuo; a tutte vi parlò allo stesso modo.
Figlie Ordinate d’Embalse: vi rendete conto della grazia meravigliosa che vi è state concessa? Ella vi prese dal mucchio senza tenere in conto quello che eravate, unicamente perché rispondeste alla Sua chiamata dandovi. E come chiedi Ella al mondo che si dia così, che ascolti la sua Voce per un momento! Ma guardate, la Madre Divina vi ha scelte; lavorate allora, lavorate senza riposo ma dentro voi stessi. Voi state morte per il mondo ma ora lavorate per quello mondo nell'Opera della Madre. E soprattutto pregate molto; che le vostre vite siano di continua preghiera, di raccoglimento, di Silenzio, perché ora la Madre Divina sta tendendovi la Mano affinché depositiate lì la vostra piccola goccia di sangue. Riflettete: Non è la vostra missione la più meravigliosa che possa illuminare al mondo in questo momento? Pensate un po' a quello che dovete fare perché la salvazione del mondo non starà nelle mani degli scienziati, degli artisti o dei politici bensì nelle mani di quelli che servono alla Madre spogliandosi di sé stessi.
Guardate che missione è la vostra! Il mondo al giorno d’oggi ha compreso ma non ha seguito l'opera di Cristo. Cristo venne ma gli uomini non hanno seguito il suo esempio. Si avvicina ora il momento della Nuova Incarnazione della Divinità, la Divina Incarnazione che farà che ogni uomo si realizzi a sé stesso trasformandosi in un piccolo Cristo.
E come fa la Madre per discendere sulla terra? Perché prende un nucleo di esseri che siano preparati a dare il suo sangue per modellare il Corpo Divino. La vostra missione è trasformarvi in piccole madri di quello corpo –oh! Guardate se vostro compito non è meraviglioso– quanto vicina sta vostra Madre. Dovete riflettere un po' e vedrete nella luce che Ella vi dà, la divinità delle vostre posizioni e la grazia che vi è stati concessa. Quante donne, quante ragazzine, ci sono nel mondo che lottano nell'oscurità senza trovare dove depositare la sua fede, i suoi aneli, le sue aspirazioni, le sue virtù! Quante piccole, quante ragazzine, desidererebbero trovare quello che voi avete, lasciarlo tutto, per andare dietro di ciò! Povere anime che devono lottare e cadere, e che cercano nel mondo delle ombre.
Pregate molto e Rinunziate perché, in quella Rinunzia, quelle anime troveranno quello che cercano. Che l'amore muova tutte le fibre dei vostri cuori per dare il vostro sangue in olocausto di quelle anime che si dibattono nella miseria e l'oscurità, date il vostro sangue alla Madre affinché Ella possa discendere sulla terra e che quella Divina Incarnazione possa dare al mondo una nuova vita.
Voi siete le piccole madri di quella Incarnazione ed il suo Corpo riposerà nel vostro lavoro. Lavorate allora in lui; fate come il pittore che abbozza in primo luogo un quadro, fa un brutto abbozzo ed un’altro, ed un’altro, fino a che arriva il giorno in cui l'idea geniale, la vera, gli illumina internamente e si plasma nella tela dando nascita all'Opera Maestra.
Figlie: così voi dovete lavorare per dare il vostro sangue alla Madre perché senza quello sangue niente può realizzarsi ed ella è il fango col quale lavora la Madre Divina per soffiare e dare vita. Rovesciate voi in quell'oblazione alla Madre e vedrete allora che se lavorate con amore ed impegno le pietre del mondo si convertiranno per sostenere l'Opera Divina.

 

Insegnamento 4: Adorazione al Principiar del Ritiro (21/01/1954)

Madre Divina! Ti chiediamo, Madre Amata, che il compimento stretto e fedelissimo dell'Osservanza c'avvicini a Te, ci faccia fare parte da Te, siamo consustanziali con Te; che l'Osservanza perfetta diriga le nostre vite in tale forma che ci trasformi attivamente e veramente in nessuno; che possiamo dire: Madre, io non sono, Tu sei; io non sono quello che vivo, Tu sei quello che vivi in me.
Che possiamo, Madre, essere tanto semplici, avere tanta necessità di esserlo che ci dimentichiamo di noi, che non pensiamo tanto a noi stessi, nei nostri problemi, nei nostri difetti, nelle nostre difficoltà, nel posto che possiamo occupare, in quello che possiamo meritarci. Lavorare colla stessa allegria negli umili compiti.
Non siamo niente. Siamo come una tavola, una sedia, un carro. La tavola fu formato con legni tagliati, estratte d’un altro legno più grande, il carro colle sue ruote, le sue viti, i suoi assi; tutto fu aggruppato ed estratto di qualcosa più grande. Ugualmente noi che spariamo davanti al tuo solo soffio e già niente rimane di quello che eravamo.
Quindi Madre dobbiamo amare solamente il compimento di quello che Tu c'ordini per mezzo  dei Maestri, dei Superiori. Ubbidire alla Sua voce colla semplicità e rapidità senza intervenire assolutamente nostro io, i nostri interessi; quello è per il mondo. Ma noi abbiamo l'Osservanza che è la pratica di tutte le virtù insieme e dobbiamo aspirare solo al suo perfetto compimento.
Rovesciarci nei Maestri e Superiori con fede e fiducia, con l'integrità e sincerità del Figlio esatto e semplice che va verso sua Madre perché sa che Ella è l'unica che può consolargli. Oh Madre Amata, amore nostro, speranza nostra, concedici Madre questa virtù affinché siamo più tuoi, affinché Tu, Madre, sia veramente nostro unico amore! Che sappiamo ascoltare la voce dei nostri Superiori, che è la Tua Voce, affinché ci abbandoniamo nelle Tue Braccia come il bambino neonato, che amiamo i suoi rimproveri e cerchiamo essere corretti affinché la Morte Mistica si trasformi in un preludio, in un cielo anticipato.
Benedice, Madre, in questo Ritiro alle Tue Figlie Ordinate, ed al Tuo Seminario, dove regni l'Osservanza in tale forma che domani quelle che sono oggi due, siano duecento, e posdomani due mille; ed ai tuoi Figli Solitari e Patrocinati del mondo affinché la Tua Opera Divina si realizzi sulla terra.

 

 Insegnamento 5: La Devozione a Nostra Divina Madre (5/10/1955)

Il vantaggio che ci dà la devozione a nostra Divina Madre è la facilità di contatto colla Divinità. Dio è Dio. Dio è piuttosto astratto e non possiamo comprendergli né capirgli colla nostra povera mente. L'idiosincrasia dell'uomo della nostra epoca esige qualcosa che si adatti alla nostra umanità: un ponte tra la terra ed il cielo.
La nostra razza ha raggiunto il grado più elevato nel livello intellettuale; a più non può arrivare. Ma inclinandosi tanto verso la ragione ha lasciato ad un lato, statica, all'intuizione. Per avere la forza di orientarsi verso lei e svilupparla per la nuova razza, speriamo al Maitreya.
Siamo abituati a comunicarci per mezzo dei sensi ed a vivere esternamente. L'uomo nel suo progresso ha una traiettoria ascendente che è quella della sua intelligenza; è arrivato ad un punto in cui niente gli è impossibile colla sua ragione ma la traiettoria della sua intuizione è rimasta statica. Quindi l'uomo sviluppa le sue scienze, può spiegarlo tutto ma lascia lì alla Divinità: non può spiegarla, la comprende intellettualmente ma non la vive. Arriva un momento in cui la mente rimane impotente davanti al perché della vita e cade nella desolazione più profonda perché nella sua preghiera svincola quello ch’è divino da quello ch’è umano.
L'uomo dovesse pregare mentre lavora, soffre o gode.
Dio risiede in quello che sta più in là. Per la ragione è una cosa piuttosto astratta. Noi non possiamo penetrare in quello mistero se la Madre Divina non c'introduce in lui. Ella è la Manifestazione di Dio, quella che è più prossima a noi per la nostra idiosincrasia.
Allora siamo devoti dell'Immagine della Divina Madre e così come le religioni hanno la sua Gerusalemme, la sua Mecca, noi abbiamo alla Divina Madre.
Siamo veri devoti della Divina Madre: che Ella sia nostra Maestra, Confidente, Consigliera ed Amica. Dobbiamo contarle tutto e risolverà tutto se confidiamo in Lei. Non c'è problema che Ella non ci risolva.
Dobbiamo farle scendere dall'altare ed averla al nostro lato in ogni momento. Fare di Lei qualcosa di reale e vivo, non qualcosa di astratto e lontano.
Che la Madre Divina sia l'opera d'arte della vita spirituale, che ogni Figlia si faccia la sua immagine propria della Madre e che la vista con tutto quello che ella vuole ed anela essere con totale idealità: la purezza, la bontà, l'obbedienza, il silenzio e la fedeltà che aneliamo per noi. Mettiamo in Lei le nostre virtù. Che le sue Mani, i suoi Piedi, il suo Viso li crediamo di accordo al nostro ideale di bellezza: che abbia le mani che io amo, che Ella vada sempre con noi.
Vediamo in Lei all'Ordinata perfetta, tale quale la sogniamo.
Per mezzo d’un atto umile d’amore ci ha presi Lei stessa dalla mano per condurci all'Eternità. Non facciamo da Lei qualcosa piuttosto astratta ed inaccessibile. Per arrivare alla cosa astratta ed Infinita dobbiamo attraversare il ponte che unisce l’umanità colla divinità, e quello ponte è l'immagine di nostra Divina Madre. Senza passarlo non possiamo arrivare.
Quell'immagine sta in tutto quello che ci circonda. Nella natura, negli esseri, in un albero. La Dama Vye diedi una volta al Cavaliere Gran Maestro un'immagine di Gesù elevando a suoi occhi verso il cielo. Questa immagine era la riproduzione d’una pittura fatta per una donna. Questa donna stava per morire quando Gesù gli fu apparso e, mostrandole il cielo, le disse che ella morrebbe quando avesse finito di dipingere il suo Viso tale quale lo vedeva in quello momento.
La donna guarì e cominciò l'opera ma non la finiva mai perché aveva sempre qualcosa da ritoccare e perfezionare. Quando ella fece l'ultima pennellata avevano passati venti anni, ed allora morì.
Com’Ella noi dobbiamo riuscire un'immagine perfetta della Madre, e quando questo succeda potremo morire perché saremo perfettamente concordi con Lei.

 

Insegnamento 6: Il Maestro Ti Chiama (10/12/1955)

“Il Maestro ti chiama” furono le parole di Marta a Maddalena quando questa piangeva sulla tomba di Lazzaro. Al Maestro, più che la morte di Lazzaro sembrasse che gli interessava sapere dove stava Maddalena. Sembra dire: “Anima consacrata, alzati, non piangi per cose umane.” Il Maestro vuole la nostra fede assoluta, la nostra consacrazione, che tutto il nostro amore sia per Lui; quindi la Madre Divina ci ha tolti tutte le preoccupazioni dandoci al suo Divino Figlio per Sposo.
Prima il Maestro vuole la prova della fede, e dopo opera il miracolo della resurrezione; vuole che l'anima sia sempre pronta alla sua chiamata, a dargli la sua fede, la sua integra consacrazione .
   Piangendo davanti alla tomba di suo fratello, Maddalena simbolizza all'anima che nel suo aspetto umano, gira gli occhi verso il mondo e piange con lui lasciando l’aspetto divino.
“Anime consacrate: aprite bene gli occhi e col cuore nelle mani siete sempre disposte alla chiamata dal Maestro.” Il Maestro sta qui e ti chiama. Egli vuole che l'anima consacrata a Lui dimentichi tutto; poi Egli farà il miracolo della resurrezione di Lazzaro.
Possiamo stare distratti ma ritorniamo sempre per gettarci ai piedi del Divino Amatore. L'anima deve avvicinarsi e darsi affinché Egli possa dare tutto il suo amore e tenerezza. Egli sta sempre lì sperando all'anima; non va all'anima bensì spera che l’anima gli ami per accorrere. Questo ci parla sulla grandezza del suo amore, sulla bellezza dei suoi sentimenti.
Quindi la nostra vocazione è la più straordinaria delle vocazioni. Pochi siamo stati scelti dall'Umanità affinché, liberi da preoccupazioni del mondo, viviamo totalmente dediti al culto dell'amore verso il Figlio che la Madre Divina ci ha dato per Sposo. Il Maestro sta sempre con noi.
Non è quello il maggiore dei miracoli? L'avere scelto al massimo imperfetto, al massimo umile per amargli? Quando il nostro amore, l'entusiasmo che sentiamo davanti alla divinità è come il fiore d’un giorno perché torniamo sempre a cadere e tuttavia Egli continua a chiamarci, Egli che, come Figlio della Madre Divina, possiede a tutti i mondi, al cielo, agli angeli, e ci ha scelto.
Ho sempre presente a Santa Teresa di Gesù che sentiva quasi tangibile la presenza del Maestro durante il giorno, dopo l'aridità nella preghiera. Ella dice che ancora nelle epoche di maggiore secchezza ed aridità, quando non poteva pregare ed il Nome di Dio niente svegliava in lei, tuttavia sentiva una Presenza, che Qualcuno stava lì ed a volte era tanto forte che quasi poteva toccarla. Il Maestro sta così pure sempre lì guardandoci, chiamandoci. Quando l'anima è davvero scelta, consacrata, non perde mai quella Presenza.
Soltanto le anime devote possono avere quella Presenza divina al suo lato per mezzo dell'attenzione continua.
Quella presenza ci sommerge nell'umiliazione della nostra miseria, della nostra debolezza ed instabilità, ed allo stesso tempo riempie al'anima un sentimento di godimento poiché tra tutte le bellezze dell'Universo ha scelto alla nostra anima, a noi, poveri uomini di terra, pieni di tenebre, di sonni, di miserie.
Miracolo che soltanto l'amore può comprendere!

 

Insegnamento 7: Parabola della Samaritana (17/12/1955)

L'anima consacrata deve stare sempre accanto al pozzo per dare di bere al Maestro quando viene. Non deve trovarla trascurata o senza previsione: “Siate sempre preparate, Figlie mie”.
La Samaritana andò verso il pozzo e trovò lì al Maestro. Il Maestro le disse “Dammi di bere” ed ella, sorpresa, domandò come Egli, Nazareno, le chiedeva di bere. Il Maestro gli rispose che se ella gli dava di bere, Egli le darebbe un’acqua eterna che sazierebbe la sua sete per tutta l'eternità.
Egli ha l'acqua della vita eterna ma mendica il nostro amore per saziare la sua sete. Egli ha tutto, possiede ai mondi e tutto l'Universo ma mendica il nostro amore.
Quindi dice alla Samaritana che ancora se avesse appena peccato ma gli diedero il suo cuore, le acque ed le grazie eterni sarebbero da lei: Che cosa sono i tuoi peccati davanti a me? Che cosa importa nostra miseria se né ella può separarci dà Lui se gli diamo di bere?
Egli è il Divino Prigioniero d’amore che, rinchiuso, contempla tra le grate della sua finestra ai bambini che giocano sotto, nella strada, animando i suoi giochi e seguendo suoi sguardi.
Se gli diamo di bere sorgerà una fonte che porterà fino alla Vita Eterna.

 

Insegnamento 8: Le Nozze di Cana (2/01/1956)

Chi voglia pregare deve imitare a nostra Divina Madre. Ella deve essere il nostro modello nella preghiera, la nostra Maestra di preghiera.
Nel Vangelo, la Vergine Maria offre un esempio perfetto della preghiera: Le Nozze di Cana. Grande doveva essere l’intimità tra Maria e gli sposati affinché Gesù, nell’inizio della sua vita pubblica, accedesse ad accompagnare sua Madre. Grande doveva essere l'intimità tra Maria e gli sposati quando ella stava seduta tanto accanto per sapere che, per un'imprevidenza, erano rimasti senza vino, e comprese la vergogna che questo significava per la famiglia. Si avvicinò a Gesù e gli disse semplicemente: “Essi hanno bisogno di vino.” A questo il Figlio gli risponde: “La mia ora non è arrivata ancora”.
Ma Maria insiste con fermezza e dopo ritorna al suo luogo in silenzio.
Pochi istanti dopo il Maestro chiama ai domestici e li ordina che portino alcune giare d’acqua. Li benedice e trasforma l'acqua in vino con gran allegria degli sposati.
Tutto può essere chiesto allo Sposo Divino ed Egli darà tutto all'anima consacrata, ma dovemmo sapere chiedere.
La preghiera deve essere viva e contundente. L'anima si domanda: a) che cosa, b) come, e c) quando deve chiedere.
Innanzitutto, non si ottiene quello che si chiede perché non si sa chiedere.
Continuamente l'anima fa una traiettoria da un polo ad un altro. Va dalla teorizzazione alla materia. Quando il suo stato è di euforia, di gran allegria, crea immagini ed illusioni, e sogna, ed perde lì tutta la gioia, costruisce castelli nell'aria. Quando è depressa si affonda di tale forma nella materia, nella sua miseria, che fino a si dimentica di pregare. Chiede molte cose, troppe cose, e la sua preghiera non è contundente perché si trattiene e pensa se non sia troppo materiale o personale quello che chiede.
Quindi Maria, la Vergine Divina, è un modello perfetto di preghiera. In tutto il Vangelo non se la vede mai chiedere eccetto nelle Nozze di Cana. Ella sta sempre partecipando al dolore del Maestro: gli accompagna al piede della croce ed ancora nella cuspide della carriera pubblica del suo Figlio; quando Ella suona alla porta e dicono a Gesù che sua madre ed i suoi fratelli stanno fuori, Egli non la riconosce perché risponde che sua madre ed i suoi fratelli sono quelli che ascoltano la sua parola. Ella non è sentita né parla bensì è nelle Nozze di Cana. Ma quando parla è perché sa quello che deve chiedere e rimane ferma nella sua domanda; più ancora, esige essere ascoltata. Sa che quello che chiede è necessario, e sa che suo Figlio può darlo. a) Che cosa chiede? Non chiede cose straordinarie, spirituali o mistiche; chiede una cosa materiale e comune ma necessaria; b) per salvare l'onore dei suoi amici. c) Quindi si alza con fermezza e va verso suo Figlio ed avanti alla sua negazione, Ella insiste. Ha diritto ad insistere; sa che Egli può dare. Quando Egli fa portare le giare d’acqua, si realizza l'essenza, il sostrato della preghiera: la trasmutazione. Non importa che la domanda sia materiale. Nelle mani Divine si trasforma: dà salute, soluzione economica.
Le Figlie dell'Altare Divino devono essere così: Adorare sempre in silenzio ma quando si chiede allo Sposo Divino, farlo con fermezza ed insistenza, sicure che Egli può dare tutto.
Allora la sua domanda deve essere continuata, senza intermittenze, creando un'onda di vibrazione tanto forte che arrivi al cuore stesso dello Sposo. Non bisogna trattenersi e dubitare se sia necessario o molto materiale, se valga la pena disturbarlo per una cosa apparentemente piuttosto mondana. Chiedere come la Madre Divina: non mendicava, non era importuna ma quando chiedeva era contundente.
Quindi tacere ed abbandonare la domanda alla Volontà Divina.
Insistere ancora davanti alla negativa del Maestro: fare come Santa Rosa di Lima che aveva vere battaglie col Maestro. Ella gli diceva “Voglio questa anima, dammi questa anima” e quando Egli rispondeva che era un peccatore perso, Ella Gli rispondeva “Non importa, voglio che mi dia quello peccatore, voglio la sua anima”. E la sua domanda, la sua fede d’amore arrivava com’una freccia accesa al cuore del Maestro ed Egli rispondeva ad essa domanda.
Dovete imparare a pregare, sapere pregare ma facendo dalla Madre Divina la sua Maestra, leggano sempre nel suo libro aperto gli Insegnamenti e conoscano il segreto di fare alla preghiera piuttosto viva e contundente.

 

Insegnamento 9: Parabola del Maestro Dove Comanda al Suo Servitore affinché Inviti ai Suoi Amici ad un Banchetto che Quella Notte Egli Darà (14/01/1956)

Il domestico ritorna colla notizia che nessuno può assistere: uno a causa d’un appuntamento anteriore, un altro per un'altra cosa ed un altro per un'altra. Allora il Maestro, con gran dolore, comanda al suo servitore affinché vada alla piazza ed inviti ai tutti i mendicanti e bisognosi.
Il Divino Maestro chiama alle anime, a quelli che sono i suoi amici, che sono stati accanto ad Egli; chiama costantemente, vuole che queste anime siano sempre disposte ad accorrere subito alla Sua Chiamata.
Egli le prese, tirandole fuori dal mondo, dalla sua miseria e riempiendole colle grazie dalla sua amicizia ma vuole che esse siano sempre pronte alla sua chiamata. Quando esse si arrotolano col mondo, sceglie alle più povere e miserabili e l’invita alla sua cena. Quelle sono le poche anime scelte che soltanto possono mantenersi in quello luogo per mezzo del suo sforzo e della sua oblazione di tutto il suo essere.
Quindi il Maestro dice qualcosa piuttosto incompatibile col suo amore e povertà: “Odia tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, amici e compagni”. Odiare il padre e la madre, cioè il mondo fisico, il sangue che è la razza, la nazionalità, la religione; i fratelli, cioè il mondo della personalità colle sue usi, abitudini, impulsi, sentimenti, studi e cultura, colle sue passioni e coi suoi desideri; gli amici e compagni, cioè, illusioni ed ideali della mente. Che niente di questo si intrometta tra Lui e l'anima, e possa ostacolare accorrere alla sua chiamata.
L’aspetto umano e l’aspetto divino non possono esistere nell’anima allo stesso tempo. Quindi il Maestro dice: “Odia, aborre il mondo”, perché se il mondo non muore in noi, non potremo rimanere pronti alla sua chiamata, perché ci saranno sempre piuttosto ostacoli che obbligheranno all'anima a posporre la risposta alla chiamata divina.
Noi siamo scelti per la nostra vocazione di Rinunzia, allontanandoci dà tutto affinché, morti al mondo, siamo pronti ad accorrere. Mediante la morte del mondo in noi, tutti i nostri atti diventano soprannaturali e divini e possiamo sederci al divino banchetto.



Insegnamento 10: Parabola dei Discepoli che Andavano verso Emmaus (21/01/1956)

Credo che la vita delle anime consacrate a Dio e la preghiera sono una sola cosa; lo stato perfetto si riassume in preghiera.
La vita di preghiera continuata si riesce mediante il compimento dei Voti.
L'anima si crea problemi colla preghiera perché sempre va verso quello ch’e più difficile mentre la preghiera è piuttosto semplice, piuttosto alla portata di tutti.
La preghiera è unione con Dio e non permette vedere mondi superiori né curare malati bensì partecipare ai dolori dello Sposo Divino.
La vera unione non è quella del piacere né dell'estasi bensì l’unione in cui partecipiamo a tutti i dolori e sofferenze dello Sposo. Questa unione è la più elevata tra tutte.
Una certa volta Enrico Suso domandò a Cristo perché doveva soffrire nell’aspetto fisico e morale ed in ogni forma, e Cristo gli rispose che voleva “proteggerlo con un cerchio di spine affinché non ritornasse più al mondo”.
Soffrire, patire, essere disprezzato, per partecipare col Divino Sposo alle sue angosce ed ai suoi dolori.
La preghiera è lo stato naturale dell'anima consacrata; per riuscirlo si deve cercare il silenzio e praticarlo. L'uomo tende sempre a parlare, a dissiparsi esternamente ma l'anima che cerca a Dio deve tendere a dire tutto a Dio ed a che la sua conversazione sia sempre di più breve e semplice. Chi è abituato a parlare con Dio dice quello che deve dire con poche parole. 
La preghiera si riesce parlando al Divino Sposo.
Il Divino Sposo diceva a Santa Caterina di Siena: “Voglio che la tua conversazione sia con gli angeli.”
Non dobbiamo pensare che la preghiera è un'estasi, un rapimento continuo colle braccia elevate verso il cielo. Questo è per alcuni anime straordinarie. La vera unione con Dio è stare continuamente alla sua Presenza dicendoli tutto, facendo di Lui nostro Amato Sposo, nostro Amico e Superiore che non si sbaglia mai, il Direttore Spirituale a chi conteremo le cose più intime e segrete. Egli è il nostro segreto Amatore; nostro primo pensiero alzandoci è per Lui, e, coricandoci, l'ultimo pensiero è per Lui.
Non possiamo perdere né un minuto. Tutto quello che desideriamo, le luci, le grazie, l'amore che ha bisogno del nostro cuore dobbiamo chiederlo. Dobbiamo fare l'abitudine della risposta affinché non parliamo cogli uomini bensì con Lui.
Santa Teresa viveva in questa presenza continua ed era tanto reale che a volte, mentre cuciva o lavorava, ancora nell'aridità o la lotta, sentiva una scossa come di Qualcuno che stava accanto a lei.
Se stiamo in questa Presenza tutte le distrazioni fuggiranno ed i cattivi pensieri non potranno avvicinarsi.
C'era una volta un novizio accanto ai discepoli di Ramakrishna e non era molto sicuro della sua vocazione e voleva una prova. Un giorno, stando tutti riuniti in meditazione, egli volle pensare male per perturbarli ma cominciò a sperimentare un gran disturbo ed inquietudine.
Quando contò questo al suo Direttore, il Direttore gli spiegò che era naturale che gli succedesse così, poiché come egli potrebbe avere un cattivo pensiero nella prossimità del Maestro?
Lasciando il mondo, abbiamo guadagnato il dono d’Unione poiché la nostra vita di disciplina ed il Radio di Stabilità danno più facilità affinché la natura sia dominata.
Cristo fu riconosciuto dai suoi discepoli soltanto quando frangiò il pane: cioè, si fece violenza.

 

Insegnamento 11: Educazione dei Bambini (4/03/1956)

È necessario prepararsi colla preghiera affinché la Madre ci guidi durante l'anno nell'educazione dei bambini.
Chiediamo a lui che pulisca la mente ed il cuore di ogni idea preconcetta in relazione ai bambini: “Se il bambino è buono o cattivo, sudicio, grande o troppo piccolo, od anche repulsivo, se quelli inviati dall’Istituto della Minorità hanno questo o quelli dalla Villa dal Dique hanno   quello, o quest’ultimisono superiori a quelli d’Embalse”. Tutto questo può essere verità ma non è importante per il nostro lavoro.
Dobbiamo prendere a quelli che vengono colla mente pulita come che sono quelli che la Divina Madre c'invia.
Pulirci dà ogni impurità affinché la nostra anima sia come un limpido specchio dove la Madre possa riflettere la sua immagine. Così tutto quello che il bambino riceva sarà di Lei.
Dobbiamo chiedere alla Madre che ci riempia dal vero amore ai bambini. Non l'amore ideale che si sperimenta quando si parla sui bambini, si legge un libro o si ascolta una conferenza. Bensì l'amore reale che sta sempre lì, anche in presenza del bambino sucido, ribelle, ed a volte anche repulsivo o che può essere sgradevole. Dobbiamo lavorare puntualmente più con questi bambini perché è la Madre chi li invia; dobbiamo ricevere questi bambini e fare in essi il lavoro.
Tutto questo che dico non si riferisce soltanto alle maestre e direttrici bensì a tutte le Figlie perché tutte intervengono nel lavoro dei bambini. Se non fanno il lavoro d’educazione ed d’insegnamento, lavorano per essi, pregano per essi; curano i suoi vestiti e la casa dove vivono, imparano e si educano. Tutte sono Maestre Integrali, o per meglio dire, una sola Maestra Integrale mediante la quale la Madre si esprime nelle differenti fasi del lavoro nella scuola.
Non solo si cerca educare la mente dal bambino, i suoi istinti, bensì ammorbidire il suo cuore, la sua anima, darli un senso della vita e avviarli al bene.
Non importa che il bambino rimanga un solo anno con noi perché un anno di vero lavoro è sufficiente preparazione per la vita.
Gli insegnamenti ricevuti non si cancellano mai. Benché apparentemente non si veda il frutto, il lavoro rimane lì, è fatto.
Non dobbiamo rimpiangere se non vengono quelli dell'anno scorso, né pensare che quelli di questo anno non verranno l'anno che viene. È importante fare bene il lavoro di questo anno. Rovesciarsi tutte in amore. Dirsi: “Questo anno devo prepararmi per educare ed insegnare ai bambini, è la mia missione di questo anno; l'anno che viene Dio dirà.”
Facciamo una preghiera. Chiediamo alla Madre: Pulisce la mia mente ed il mio cuore, preparami per il lavoro. O per meglio dire: Tu sarai la forza direttrice che sta dietro di me. Sarò il tuo strumento. Tu sarai la testa, quella che dirigi ed io sarò quello che lavori. Ti chiediamo luce, comprensione ed amore. Ti chiediamo una benedizione, una benedizione molto speciale perché benché abbia una vocazione molto speciale, sono umana e niente posso. Dammi pazienza, specialmente molta pazienza per insegnare. Dammi rutina per essere tutti i giorni dell'anno la stessa Maestra Integrale, e stare sempre nella stessa disposizione d’animo, senza alti e bassi.
Che il bambino accanto a noi sappia captare quale è la volontà di Dio nella sua vita e possiamo scrivere indelebilmente quella Volontà di Dio nella sua anima.

 

Insegnamento 12: Sulla Consolazione e l'Aridità nel Discorso (11/03/1956)

Le anime consacrate, le anime di preghiera, sempre vogliono e credono che continuamente debbano avere consolazioni e piaceri divini durante la preghiera. Quella grazia divina la necessitano gli uomini dal mondo che, quando pregano, cercano e ricevono la consolazione. Essi hanno bisogno di ciò come uno stimolo, ma noi, che abbiamo Rinunziato a tutto, non abbiamo necessità.
La vera preghiera non è quella di devozione sensibile bensì quella di aridità ed oscurità. Che migliore che cercare nei santi libri esempi sulla preghiera?
Si legge nei Vangeli che quando Giuseppe e Maria andavano con Gesù da Nazareth a Gerusalemme per celebrare le Pasque nel tempio, ritornando non videro al bambino durante tutto il giorno e pensarono che starebbe coi suoi parenti, ma dopo, non trovandolo, cominciarono a percorrere le carovane domandando dove stava e per tre giorni lo cercarono affannosamente e con dolore.
Come Giuseppe e Maria erano Iniziati che avevano costantemente la luce divina nella sua presenza, dovettero perderla e sentirsi angosciati? Come è possibile che anime consacrate, avendo anni di gioie e visioni, si vedano private dal bene che possedevano? Tuttavia le Sacre Scritture lo dicono ed è parola evangelica.
Che cosa deve fare l'anima in quelli istanti? Soltanto cercare come Maria e Giuseppe cercarono a Gesù, e domandarsi come essi lo facevano: Perché si sarà allontanato da me? Non gli avremo dato sufficiente amore? Non saremo stati genitori poco amorosi poiché egli fugge da noi?

  Dove stai nascosto, Amato mio,
e mi lasciasti con gemito?
  Com’il cervo sei fuggito
  e dopo mi avere ferito
gridai dietro di te e tu eri andato.

Se l'anima in quelli momenti si mantiene con fermezza e “vuole” benché non senta a Dio, in quello volere, in quello sforzarsi, sta la preghiera. E dove Gli trovarono? Gli trovano nel tempio, circondato dai dottori ai che risponde con saggezza sulla legge ed essi rimanevano meravigliati. Allora i suoi genitori gli domandarono perché li aveva lasciati, ed Egli rispose “Madre, devo occuparmi delle cose di mio Padre.”
Che meravigliosa risposta! Nonostante questa risposta, Egli li segue sommessamente ed ad essi si sottomette. Ma essi non l'avevano capito sebbene Maria abbia conservato le sue parole nel silenzio del suo cuore. Anche l'anima può sentire qualcosa nel suo cuore benché non lo sappia mai. È un lumicino che sta lì e rimane nonostante tutto. Ma quella luce mediante lo sforzo nell'aridità sale al tempio della mente, della comprensione, e si tramuta in luce illuminativa.
L'amore sensibile si trasforma in amore di luce, di conoscenza, d’illuminazione. Quale è il Tempio? Il Tempio non sta nella sensibilità bensì nella comprensione illuminativa dove l'amore sensibile si trasforma in amore di luce, di comprensione che abbraccia tutto l'Universo.
È lì quando il Maestro che aveva vissuto in intimità con l’anima nella gioia dell'amore sconosciuto e soltanto partecipato con l'Amato, si trasforma nel Maestro di Luce, di Saggezza, che insegna all'anima a rovesciare il suo amore su tutti gli esseri.
Per la comprensione che ci porta l'aridità condividiamo la missione dell'Iniziata.
Dove sta l'anima eroica che voglia, e possa vivere continuamente senza distrazioni e sia disposta a vivere tutta la vita in quello stato? Quell'anima condividerebbe l'opera del Maestro Divino sulla terra. Le anime che non hanno avuto grandi periodi di aridità non sono sperimentate. Non sono anime mistiche. Prima Dio cerca essere amato e si lascia prendere, ma dopo fugge affinché l'anima possa imparare a conoscerlo ed acquisisca attraverso Lui la vera Saggezza.
Molti santi sono devoti di questo sublime mistero dal Bambino Perso, di Giuseppe e Maria cercando al Bambino Gesù e trovandolo nel Tempio. Anna di Gesù era molto devota di questo mistero perché era un'anima di preghiera. Sapeva del valore dell'aridità nella vita spirituale. L'essere ama a Dio ma alla sua maniera umana vuole rinchiuderlo e possederlo. L'anima vuole imprigionare umanamente a Dio ma la natura di Dio è divina e deve ritornare al suo piano. L'anima deve cercarlo allora nel Tempio della Saggezza e lì comprendere la sua missione e parteciparla. La comprensione arriva soltanto nell'aridità. Il Divino Sposo vuole uscire dalla prigione che l’anima gli ha fatto, tramutare il sentimento in conoscenza Illuminativa, e portare all'anima alla meditazione senza immagini, di Idee Luminose.
Quando l'anima ha sperimentato questa luce non può dimenticarla. Dopo l'oscurità, la luce che gli arriva è potente come l'anima non l'aveva immaginato mai.
Quando Dio abbandona all'anima nell'aridità e l'abbandono è quando l'anima comincia ad avere un barlume della morte mistica. Prima di quell'il suo è un piacere sensibile. È in quell'aridità dove l'anima impara e tira fuori l'insegnamento che potrà dare agli esseri. Nel piacere e la consolazione la comprensione si consuma nell'Unione Divina, in quell'amore di intimità, ma nell'aridità l'anima miete il frutto che potrà conservare per l'inverno e le epoche di scarsità.
L'aridità è lo sciroppo che conserva al frutto per il momento propizio in cui può essere dato come alimento alle anime.
La preghiera sensibile è frutto dolce del momento. Non parlo dell'aridità dei primi tempi della vita spirituale, della lotta tra la sensibilità mondana e la sensibilità spirituale. Questo è cattivo e bisogna tirare fuori di lì all'anima con le dolcezze. Parlo di quell'aridità molto superiore dell'anima che ha passato già quella parte della vita spirituale in cui seppe conquistare suo bene e nel suo piacere lo vuole imprigionare dentro di sé. Di quell'aridità di periodi lunghi e pieni di distrazioni in cui la mezz'ora di meditazione sembra passarsi su spine, nelle quali sembra all'anima che non fa niente. Se l'anima si mantiene lì attraverso lo sforzo, sviluppa la sua volontà mediante la ricerca.
L'anima deve cercare e si conosce allora a sé stessa.
È buono che i Direttori sappiano che quando l'anima entra in questa aridità, ha già dodici anni, è grandicella, come Gesù; marcia per un cammino sicuro. Sappiano quelli che dirigono anime, sappiano vedere in quell'aridità il dito di Dio. Quelle distrazioni obbligano all'anima a sforzarsi, a cercare a Dio, a conoscerlo, a comprendere le cose superiori. È nell'aridità dove si prova veramente la vocazione.
L'anima consacrata non ha fatto un voto per raggiungere piaceri e diletti, ha fatto un Voto di Rinunzia.

 

Insegnamento 13: Fare il Bene ai Bambini (17/03/1956)

Dobbiamo fare tutto il bene che possiamo ai bambini.
Dobbiamo applicare il nostro Insegnamento nella sua educazione. Ancora per dare a questa un'orientazione psicologica, eccetera, è buono andare a cercare nella fonte dei libri sacri. 
Si legge nei Vangeli che quando Gesù entrò a Gerusalemme coi suoi discepoli, la moltitudine l'acclamava ed i bambini lo rodiavano e non lo lasciavano avanzare. Allora i suoi discepoli volevano allontanarli e picchiando colle mani li spingevano. Gesù disse: “Sinite parvulos venire ad me”, lasciate a questi bambini che si avvicinino, e mise loro la sua mano sulla testa. Questo ha attraversato i secoli come messaggio per i maestri, educatori, guardiani ed insegnanti.
C'era contraddizione tra l'atteggiamento di alcuni ed altri, Gesù ed i suoi discepoli? No. Ognuno compiva la sua missione specifica. Per Gesù i suoi discepoli erano i suoi figli, la sua vita, il suo sangue. Non dimenticare che erano uomini che lo lasciarono tutto. Non dimentichiamo che stavano Giovanni e Pietro a chi disse: “Io vi farò pescatori di uomini” ed essi tirarono le sue reti per seguirgli. Non dimentichiamo che stava Matteo che lasciò il suo libro di conti a mezzo fare.
I discepoli dovevano attestare con la sua vita ed il suo sangue le parole del Maestro. Egli aveva detto: “Quello che vi sente, mi sente; quello che vi ama, mi ama; e quello che vi fa male mi danneggia”. Gesù poteva “darsi il lusso” di essere dolce, comprensivo, ma i suoi figli avevano il dovere, l'obbligo di essere severi per fare il cammino al Divino Maestro. Anche noi formiamo un insieme armonico, un solo corpo, la maestra unica.
La nostra fine è educare bene ai bambini. Quindi deve c'essere una sola istruzione ed ognuno avere differente attuazione. Cioè, nessun concetto personale è valido bensì una sola istruzione.
Molte volte si pensa: “Questa è la migliore maniera di educare un bambino”. Un altro dice:  Bisogna essere più severo”, ma quelle sono la “mia opinione.” Anche mi succede. Dura alcuni mesi, un anno, e dopo si vede che quella non era la maniera adeguata.
A volte, vedendo un'attuazione si può pensare che sarebbe migliore così ma non dobbiamo interferire nel lavoro d’un altro bensì comprendere che ognuno deve agire nel suo luogo, d’accordo alla necessità ed al compito che deve realizzare. Così vediamo che ci sarà quell’attuazione che è l'orco. C'è sempre un orco; qualcuno di chi il bambino sa che è inappellabile. Quella che il bambino sa gli dirà: “fino a qui” e non si ritratterà.
Parlando sulla necessità d’un orco, una volta, visitando le cappuccine, la Suora Teresa ch’era una suora molto buona mi disse, “Guardi Signore Bovisio il ruolo di orco che mi ha toccato in sorte. Mi chiamano ogni volta che si deve riprendere una bambina. Probabilmente il mio viso sia l’adeguato”.
Così pure la Direttrice o la Superiora può agire con severità o con dolcezza, secondo il momento, ma come quello contatto col bambino è passeggero, può darsi quello lusso. Anche io posso “darmi il lusso.” Ma quello che sta dentro, nel lavoro, è distinto. Ognuno nell'aula deve avere una linea o via di condotta a seguire, già tracciata e perseverare al piede del cannone.
La Maestra nell'aula, come deve lavorare l'anima mentale dal bambino ha un campo più ampio e può essere un po' compagna, un po' amica, un po' sorella e “maestra”, un po' dolce, un po' severa, un po' comprensiva, e dopo, sopratutto, maestra per insegnargli.
L'aula ed il collegio sono due funzioni completamente differenti. Nessuno deve desiderare intervenire nel lavoro dell'altro. Quella che è testa non può essere mani e le mani non possono essere piedi. 
Sta anche quella che ha il compito dell'aula dove deve arrivare al campo mentale dal bambino e dove egli deve trovare comprensione, amore, dolcezza. Il bambino sente che una è migliore o più affettiva, ma tutte sono affettive in realtà benché egli non lo sappia.
Noi dobbiamo rappresentare ognuno un ruolo come nel teatro ma tutto è unico nell’insieme. Il bambino ha bisogno naturalmente di una scarica, egli non lo sa, ma risponde ad una saggia direzione.
Quindi egli crede che una Maestra gli conceda una scarica affettiva e che con lei può averla. Non possiamo essere tiranni, tiranneggiare il bambino. Il bambino ha bisogno di più libertà che nessuno perché la sua mente continua a svegliare, i suoi sentimenti si vanno espandendo ed il suo corpo fisico si sta sviluppando. Nonostante la libertà bisogna dargli disciplina per formare caratteri forti. Insegnare affinché siano utili ed abbiano una difesa nella vita. Che sappiano che la vita li sottometterà a restrizioni. Domani saranno soggetti ad un ufficio, ad un orario, ad un capo. Dargli la libertà ma disciplinarlo. Nell'ora di studio che studi; nell'ora di gioco lasciargli ampia libertà per giocare. Le bimbe devono giocare, preparare cose per le sue bambole, eccetera. Il bambino deve correre, saltare, gridare. C'è un problema serio che si presenta coi bambini e non bisogna spaventarsi per lui: il problema dell'istinto carnale. Una certa volta conversando con un figlio spirituale che collaborava nell'educazione, parlò d’un altro collaboratore il cui opinione era che per dominare quegli istinti bisogna essere severo e punirli ma questo portava ai bambini ad occultare il vizio per paura; diventavano falsi ed egli era la causa. Anche io ero di quell'opinione ma questo collaboratore non pensava così.
Domandandogli il Cavaliere Gran Maestro quale era il suo metodo lo portò alla sua sala. Osservando vide lì il successo che il suo metodo dava. Questo Maestro sosteneva l'idea che la passione si toglie colla passione. Combattere i vizi dando un ideale che facendo amare e soffrire, tramuti quelle forze. Il bambino che ama e soffre diventa puro. Un ragazzo o ragazzina di undici o dodici anni si innamora di qualcuno che passò, della maestra, di un ideale lontano e soffre, languisce, ha gli occhi tristi. Bisogna svegliare la parte affettiva, amorosa per spendere le energie dell'istinto.
Quello che soffre ed ama è puro. Quindi bisogna svegliare in essi un ideale che faccia soffrire poiché la sofferenza amorosa li purifica.

 

Insegnamento 14: Sulla Vanità (24/03/1956)

Dicono i Sacri Vangeli che quando Gesù stava predicando e curando, Maria, la madre degli Zebedei, prese i suoi figli e salì al monte dove stava il Maestro, si sfiancò davanti a lui, l'adorò e disse: “Signore, promettimi che nel cielo i miei figli si siederanno uno alla tua destra ed un altro alla tua sinistra”. Gesù la guardò e disse: “Saranno essi capaci di bere il calice che io devo bere?”. Succede sempre la stessa cosa. L'anima Rinunzia a tutto ma crede avere un certo diritto spirituale, crede che per essere stato chiamata abbia diritto alle grazie divine. Questo fa svegliare nell'anima la vanità spirituale. Se è verità che siamo stati chiamati la nostra investitura è divina ma noi seguiamo ad essere umani. Ricordiamo quello che dicesse Gandhi: Gli uomini sono sempre uomini; i valori sono delle istituzioni. 
L'Ordinazione è la cosa più sublime ma noi siamo esseri umani.
Quella vanità fa credere che agli esseri spirituali siano superiori, differenti agli altri uomini. Ma ricordiamo che la nostra Ordinazione vale come investitura che ci trasforma da uomini in dèi sulla terra, che ci dà un potere soprannaturale, ci riempie di grazie, ma sotto a questa investitura “io continuo ad essere un povero uomo, un misero verme.” È molto triste vedere come la superbia spirituale si impossessa delle anime sacerdotali.
Come diceva, oggi si lesse in tutte le chiese dell’Argentina una lettera pastorale nella quale l'Arcivescovo osa dire che quella peste (la paralisi infantile) è dovuta a che non si è rispettato ai sacerdoti.
Come è possibile che la superbia spirituale separi tanto gli esseri facendo che questi cattivi e poveri sacerdoti si sentono superiori agli altri ed incolpino agli innocenti dal male degli uomini?
Poveri sacerdoti! Quello povero sacerdote, perché è degno di pena, confonde la sua umanità con la sua investitura e crede che gli sia dovuto qualcosa. Curati Figli, noi possiamo cadere in ciò! Il nostro unico diritto è quello di soffrire, possiamo essere calunniati, vituperati, disprezzai. Quella è gloria, è la conferma dell'oblazione dell'Ordinazione. Essere Figli, sacerdoti di sangue.
La Madre non vuole che c'ammazzino, vuole solo il nostro sangue, che riempia goccia a goccia il bicchiere dell'oblazione. Soffrire ed essere disprezzato è la nostra gloria come diceva San Giovanni della Croce.
La dottrina della Chiesa è pura, gli uomini sono quelli che la rovinano. La Chiesa esercita una tirannia per mezzo della paura. La peggiore tirannia è la tirannia spirituale. Perché sebbene la tirannia sociale tiri fuori e limiti la libertà materiale, la tirannia spirituale ammazza l'anima.
Si hanno bisogno di anime sacerdotali; la messe è molta e gli operai pochi. In realtà ci sono pochi sacerdoti veri, veri direttori di anime confermati col suo dolore e sangue. L'Ordinazione si conferma col dolore. Non crediate che per avere abbracciato l'Ordinazione rimaniamo liberi delle calamità e sofferenze. Questo sarebbe il maggiore dei separatismi. Devono potere dire di noi: Come, gente tanto buona e gli succedano tante cose!
Mi domando: “Sarete voi capaci di bere il calice del Signore?

 

Insegnamento 15: Parole del Cavaliere Gran Maestro nella Cerimonia di Voti Solenni della Signorina Maria Esther (12/05/1956)

Le anime predestinate sono state le elette per la Divina Incarnazione prima della creazione del mondo. La Divina Incarnazione le prese per Spose affinché l'aiutassero nella redenzione del mondo e fossero suoi Corredentrici delle anime.  
La vocazione dell'anima è totalmente divina, assolutamente non umana: porta il tocco divino dal Figlio della Divina Madre. Come fiorisce nell'anima e sveglia? Vediamo la bambina che va della mano di sua madre, fiduciosa e, improvvisamente, un giorno tutto cambia in lei: si è trasformata in una donna. La fiamma della vocazione che porta nell'anima da quando la Divina Incarnazione la scelse, e svegliata. Prima si appoggiava sulla mano della madre ed ora si emancipa, perché e svegliato in lei il suo appoggio divino. 
È allora quando il mondo della famiglia, dei genitori, tutti si alzano contro di lei e deve lottare per difendersi. Lohengrin, quando prende Elsa per moglie, lo fa colla condizione che non gli domandi mai il suo nome ed ella, cedendo alla tentazione, perde il suo Amato Divino. Le cose divine non hanno spiegazione umana.
Maria Esther: non abbia più cuore. Lasci che lo Sposo Divino lo strappi e metta nel suo luogo il suo. Ramakrishna diceva che non aveva cuore perché l'aveva dato alla Divina Madre.
Siano tutti i momenti in cui stia lontano da Lui i momenti d’agonia, che tutta la sua consolazione stia vicino allo Sposo. D'ora in poi la sua vita sarà un morire ad ogni istante per conquistare la Vita Eterna. Metta le sue mani sulle palme delle mani dello Sposo ed sperimenti il sangue delle sue ferite, appoggi la sua fronte sulle sue spine ed avvicini il suo cuore al cuore ferito del Divino Sposo per percepire i suoi battiti d’amore. Carichi sulle sue spalle il corpo morto di suo Sposo, il corpo della miseria, del dolore, delle lacrime dei poveri esseri del mondo, partecipi alle sofferenze dello Sposo Divino.
Prima della creazione già stava eletta per essere Sposa della Divina Incarnazione. Prima che i soli e che si pensasse nella possibilità di un’Umanità, le anime chiamate ad essere Corredentrici furono create colla Divina Incarnazione. Alzi il Corpo di suo Divino Sposo. È un uomo morto. Veda il pallore del suo viso, i suoi occhi caricati di sangue e lacrime, che non vogliono guardare per quelli che guardano le vanità del mondo. Inclini e tocchi colla sua fronte, la sua fronte con spine affinché fuggano i pensieri vani. Metta le sue braccia sulle sue spalle ed sperimenti il peso di quelle braccia per le madri, i malati, i moribondi. Stringa a lui e senti il battito del suo cuore affinché l'introduca nel suo Cuore, nella sua Piaga, e l'avvolga nella fiamma del suo dolore e del suo amore. Non ha oramai più cuore, Maria Esther. Faccia come Ramakrishna, come Anna di Gesù che in estasi d’amore gli diedi il suo cuore per non averlo più. Faccia come le vedove indù che prendono il corpo dei suoi mariti morti per salire insieme al falò. Prenda il corpo di suo Sposo e salga. Da oggi è morta.
Suo Sposo è un Dio Divino. Non dimentichi che Egli morì per la sua redenzione. Né un istante, che cosa dico un istante?, se quando non sta con lui tutto è agonia per .
Alzi Lei, Figlia, e venga a sposarsi colla Divino Incarnazione, col gran Maitreya. Il nostro amore ha un solo viso. Oggi conosce il suo nome. Il nostro amore è unico, ha una sola finestra, c'è una sola porta. Non è per essere condiviso. I Voti di oggi sono soltanto una promessa ed una speranza che lei va a vedere esalando l'ultimo sospiro.

 

Insegnamento 16: Raccoglimento e Riserva di Energie (19/05/1956)

La vita dell'Ordinato è di raccoglimento e riserva di energie.
Non abbiamo solo il Radio di Stabilità fisico, materiale, del quale non dobbiamo uscire ma c'è un altro Radio magnetico, intimo, dell'anima, che è sacro. Dal Radio di Stabilità non dobbiamo uscire, dobbiamo muoverci dentro, in clausura. Orbene, Assolutamente non dobbiamo uscire da quello Radio magnetico di Stabilità dell'anima.  
Noi stiamo dovendo alla Madre Divina la nostra intimità per nostri voti di Rinunzia; siamo lampade accese di fronte all'altare, ed il mondo vive di quella luce. Non possiamo smettere d’ardere, di consumarci per mantenere la fiamma e se usciamo dal nostro raccoglimento intimo lasciamo spegnere la lampada. 
La fiamma è già del mondo e non abbiamo diritto, non possiamo permettere che la fiamma smetta di bruciare un solo istante ai Piedi della Divina Incarnazione. Bene sapete quanto costa infiammarla di nuovo quando la lasciamo spegnere e facilmente se spegni! E tuttavia, usciamo dal Radio interno di Stabilità, sprechiamo quello Dono Divino dalla mistica della Rinunzia che possiedono solamente le anime che Rinunciano possiedono. Ma quello Dono non è nostro, lo dobbiamo all'Umanità perché il suo frutto è assistenza ai malati, aiuta ai bisognosi, direzione per le anime. E come usciamo dalla nostra intimità? Le vie di fuga sono tre: i nostri pensieri, la nostra volontà e la mancanza di riserva di energie che se integralmente si traduce in falsi concetti di carità. Noi siamo morti (non dicono le Sacre Scritture “Lasciate che i morti seppelliscano ai suoi morti?). Abbiamo lasciati al mondo, esseri amati, ricordi, tutto. Che cosa dobbiamo fare, allora, lì, con il pensiero? Quando pensiamo al mondo o tocchiamo col ricordo quello che fummo o facemmo, si fa un cammino vibratorio dalla Casa della Madre verso il mondo dove la nostra forza scappa dal mondo, e la forza dal mondo irrompe nella Comunità. No! Dovete tagliare le ali al pensiero e frustrare l'immaginazione. Una sola Idea, un unico ideale: la Madre e la sua Opera.
Che cosa devo fare nella mia città o nella mia vecchia casa? Che cosa devo fare coi parenti, con quelli che furono i miei amici? Il ricordo dal mondo potrà essere eccellente ma è veleno per noi.
La stessa cosa succede colla nostra volontà. La volontà umana fu un mezzo per arrivare fino a qui ma adesso già non posso volere niente. Io solo mi devo alla Divina Madre. L'Ordinato non vuole oramai niente. Per i nostri Voti abbiamo Rinunziato alla nostra volontà, ci siamo votati alla Madre, quindi l’anima scappa dalla sua sacra intimità per mezzo dei nostri desideri ancora santi. Non solo desidero niente ed mi do alla Volontà della Madre mediante l’obbedienza al Superiore ed al compimento minuzioso dell'osservanza che disfa la mia volontà propria bensì anche non devo desiderare cose spirituali. Né virtù, né conoscenza spirituale, se questo me da qualcosa che possa chiamare mia. Io non ho niente, non desidero niente. Quello rimane per gli uomini di quello mondo che desiderano e possono desiderare essere migliori, raggiungere virtù. Io mi do alla Divina Madre e desidero quello che Ella desideri. La perfezione della mia anima sta nelle sue mani. Io faccio lo sforzo e compio i miei doveri. Si Ella vuole vedermi sempre imperfetto? Si Ella vuole che io sia il più ignorante, l'ultimo della Comunità? Accetto con amore i suoi propositi e non desidero niente per me. Se io sapessi che colla perfezione riesco qualcosa per me, preferisco mille volte rimanere sempre nella più completa imperfezione ed ignoranza. Come disse San Paolo, “Non sono io chi vive in me bensì Dio che vive in me”. La forza che posso dare non mi appartiene. È la forza che la Madre Divina genera internamente in me, e come posso sprecare la forza della Madre? Che più posso desiderare se Ella vive in me? Io niente posso ma Ella può tutto in me.
Così rimango nel raccoglimento della mia vita interna ed Ella può compiere in me la sua opera di redenzione, una nuova forma di salvazione universale. È il nostro un nuovo cammino di salvazione e qui sta la vostra unica salvazione ma continuano a vivere esteriormente. E dove può avere pace più vera che interiormente? Le nostre energie non sono già nostre, non c'appartengono, è la Gran Corrente che vibra in noi. Dobbiamo curarle religiosamente. Lo sguardo, la voce, l'udito, i sensi, tutte sono altrettante vie di uscita. Per ciò dobbiamo conservare l'Osservanza nella modestia degli occhi, nel silenzio, ed in raffrenare tutto quello che significhi usura di energie interne ed esterne. Per gli occhi, in uno sguardo, va via la nostra forza che non c'appartiene oramai; la voce è una corrente vibratoria dove anche l'energia scappa. Il nostro corpo è un'emittente ed un recettore ma abbiamo ancora una fuga di energie che a volte non si vede subito con chiarezza. L'interpretazione dice che conserviamo le cose commesse nostra cura. Orbene, tutto quello che usiamo è commesso su nostra cura. Non abbiamo niente. Ci dicono: conservi questo, sono i suoi libri, il suo orologio, la sua lanterna, i suoi vestiti, ma in realtà, è qualcosa nostra? No! L'abbiamo soltanto commessa a nostra cura. Non abbiamo diritto a prestare niente, a disporre di quelli oggetti secondo la nostra volontà; se ci chiedono qualcosa abbiamo diritto a darlo quando non è nostro?
San Martin di Tours diedi la metà della sua cappa ad un povero. Santa Caterina di Siena se spogliò della sua biancheria intima di lana con un simile proposito. Ma noi non possiamo. Siamo tanto divinamente poveri che non possiamo disporre di niente, né dei nostri vestiti. È che attraverso quelli oggetti commessi à nostra cura esce l‘energia della Madre. Si rompe il circolo magnetico della nostra intimità.
Questo sembrerebbe un dilemma, contrariare la carità? Che cosa è più importante? Che cosa devo scegliere? La carità o il compimento dei voti? È un dilemma.
La nostra missione è molto più ampia. Se compiamo, se ci rinchiudiamo, la nostra carità abbraccia al mondo intero: assistiamo e curiamo i malati, aiutiamo i bisognosi, guidiamo le anime.
La nostra Rinunzia è: No, No e No!
La vita degli uomini è fare, andare, venire, dissolversi, ma la vita dell'Ordinato è stare, concentrarsi, negarsi, disfare quello che gli uomini confermano, non per egoismo bensì per compiere una missione di maggiore ampiezza.
Dare, dare e dare più.
Il magnetico interno Radio di Stabilità è un dono dalla Mistico della Rinunzia.
Solo quelli che praticano la Rinunzia partecipano a questa Mistica divina.
Se usciamo da nostro Radio Magnetico di Stabilità sprechiamo la nostra energia interna senza compiere la nostra missione che sappiamo perfettamente è Salute per i malati, Assistenza per i bisognosi, Direzione per le anime.
Il nostro corpo è un recettore ed un'emittente: stiamo dando continuamente.

 

Insegnamento 17: Siamo una Riunione di Anime (9/06/1956)

Uno dei piaceri più grandi della vita spirituale è l'unione delle anime. Gli esseri umani cercano sempre la compagnia perché l'uomo non può vivere da solo, ha bisogno sempre di qualcuno che l'accompagni; la vita stessa è una successione di fatti che riuniscono gli esseri con lacci di sangue, di circostanza, di lavoro. Orbene, l'uomo ha quello straordinario privilegio di comunicarsi con altri esseri ma ha il dolore grande di vedere che la separazione è sempre inevitabile.
L'unione degli esseri implica già per sé una futura separazione perché la vita sulla terra è una successione di fatti alieni dalla volontà dell'uomo. Ma Dio ha riservato a quelli che seguono il Sentiero Spirituale una riunione oltre il tempo dell'allegria di stare insieme un momento: è un'unione che comincia nella terra e finisce nell'Eternità.
Il nostro Regolamento dice che “siamo una riunione di anime”, cioè, che questo laccio è eterno perché è soprannaturale. C'è cosa più straordinaria di quello di sapere che abbiamo trovato molte anime delle quali non ci separeremo mai? Tuttavia, nella terra c'è qualcosa che è un pallido riflesso di questa unione: l'amicizia. Unicamente l'amicizia spiritualizza ed eleva la riunione degli esseri; quello laccio sta oltre le cose materiali. San Francesco di Sales disse: “Amerò senza ragione, senza la necessità d’amare quell'essere, né per niente materiale o laccio di sangue bensì senza ragione”.
 La riunione delle anime che seguono un Sentiero Spirituale è una pura, nobile e disinteressata amicizia; ma quella che la distingue è l'Eternità, l’aspetto soprannaturale, e questo è quello che fa che l’amicizia segua attraverso il tempo, lo spazio e gli avvenimenti.
Sebbene siano pochi le anime che ci hanno preceduti nell’aldilà, niente è vivo come la sua presenza, ed esse c'aspettano in quello mondo che non c'è principio né fine. Ancora per quelli che non li conobbero la sua presenza è viva, nella lampada, in una piccola opera, una ti fermi alzata, una pietra, un piccolo dettaglio che c'è intorno a nostro, una parete della cucina (la caffettiera che Violeta comprò). Ma le sue parole risuonano ancora, sembra che venisse l'automobile di Santiago Rebora.
Nella vera riunione delle anime gli anni fanno che l'avvicinamento sia più grande e questo non è più che una prova; quanto più vivo sarà questa riunione quando li troviamo in spirito, nell'insieme armonico del Corpo Mistico di Cafh. Questo è un miracolo d’amore e di realizzazione.
Bisogna trattenersi in quelle parole, “riunione di anime.” Tutto sta lì, non possiamo separarci. Arriva per mezzo della parola dal Direttore Spirituale, dal compagno, dal Superiore.
Tutto sta lì come una luce che illumina il nostro cammino. Quella voce arriva continuamente, la sua luce vive con uno e questo non può confrontarsi con niente di quello che esiste sulla terra. Ancora se non tornassimo a vederci, questo laccio, quella presenza diventa più intima e reale.
A volte contiamo al Direttore nostri peni e dispiaceri ma quando stiamo lontano ci comunicammo in un'espansione più grande, con un saluto, un silenzio che sembra dimenticanza. Ci guardiamo a fronte e guardiamo il cammino a percorrere per arrivare alla cima e ci domandiamo quanto ci manca ancora.
Questo sorpassa tutta gioia e paura di quello mondo. Anche sulla terra l'essere vuole eternare quell'istante d’unione per mezzo della mutua comprensione ma il momento passa ed uno rimane amareggiato e vuoto, più vuoto che prima perché c'era un piacere personale ed il piacere è alieno allo spirito ed al suo segreto.
Ma la vita spirituale ci rivela quello segreto: le anime soltanto possono eternare la sua unione nell'amore spirituale; quindi, benché non ci siamo visti mai, ci vediamo e ci conosciamo e sembra che facesse cento anni che stessimo insieme; c'è una discrezione amorosa per perdonare i difetti e falli, c'è comprensione immediata, unione, fusione di anima ad anima.
La gioia dell'amicizia è potere versi, unirsi intrinsecamente perché quello che l'amara è il pensiero di non vedersi più. La Rinunzia di Eternità ci dà questo bene di riunione di anime. In un momento ci dicemmo: “La tua vita è la mia vita ed il tuo amore è il mio l'amore” e questo rimane per sempre.
Ancora quelli che sono andati via vengono a vederci e dicono: “Stiamo ancora qua. Tu credi che il tuo velo non sia il mio e che la tua cappa non sia la mia cappa? Tutto è della Madre Divina. Noi siamo sempre giovani, abbiamo scelto lo stesso tenore di vita; abbiamo la stessa animosità, non l'animosità avversa bensì l’animosità dà vita che attraverso i piccoli inconvenienti di parola od opinione afferma l'amore mutuo. Passerà il tempo, verranno avvenimenti, ma staremo sempre uniti sopranaturalmente ancora quando attraversiamo la valle oscura della morte saremo uniti perché la nostra riunione è riunione di anime.

 

Insegnamento 18: Questo è il Regolamento di Cafh (11/08/1956)

Sono le parole iniziali del nostro Regolamento. Non dice lì: “Questo scritto o queste norme”; dice “Questo.” Il Regolamento è piuttosto spirituale, astratto, indefinito, non scritto, contrario a quello che uno può immaginarsi.
Il nostro Regolamento non comincia direttamente con norme ma dice “Questo è il Regolamento di Cafh”; sembra che così voglia significare che non abbia forma né legge, e che non vuole rinchiudersi in qualcosa piuttosto definita. Questa prima frase è come un sigillo di spirito e ricorda le parole di Paolo ai Corinzi quando dice “Voi sette la lettera di Cristo”. Cioè, una stessa è la legge di Cristo, la parola divina è viva attraverso noi. Noi siamo l'espressione del nostro Divino Regolamento. Siamo il Regolamento di Cafh. Nel momento in cui mettiamo i piedi nel Sentiero, ci trasformiamo da uomini umani in uomini divini; dalle leggi umane passiamo alle leggi divine e spirituali. Il Regolamento di Cafh non è uguale a leggi imposte; è il modo spontaneo di vivere di quello che abbracciò il Regolamento. Questo non sta disposto all’azzardo o determinato per collettività o popoli, bensì per una legge naturale e divina che permette di fare della Rinunzia una realtà. Tutto quello che abbraccia la Rinunzia vive secondo il Regolamento. Tutte quelle norme sono dettate al nostro cuore per la Divina Madre: è la legge eterna che prende forma attraverso gli atti della nostra vita che ci porta verso la conquista della Rinunzia liberatrice.
Le leggi hanno senso nel momento che sono necessarie ma dopo se ci legammo ad esse ci schiavizzano e c'inducono a lottare contro di esse ma quando sono spontanee in noi e sorgono come una necessità dall'anima se trasformano in nostra seconda natura, allora possiamo bruciare il Regolamento ma questo non sparirà da me perché la Legge Divina insegnata come una tecnica ascetica per riuscire quello che mi sono proposto è una parte da me, sono io stesso, perché scelsi questa Legge in ragione della mia vocazione.
Sentiamo la necessità di vivere la nostra vita di Rinunzia; tuttavia, bisogna lottare contro della natura umana. Sebbene l'aspirazione sia divino, la natura oscura anche l’ideale più puro, il sole più brillante, e l’essere decade oscurato un po' per le passioni abituali. Quando parliamo di passioni non vogliamo dire le cattive bensì un cambiamento di età, di abitudini. È perché non abbiamo ancora il dono di stabilità Divina e quindi è necessario scrivere le norme. Quindi le anime hanno norme scritte nel suo Sentiero perché quelle norme sono come un punto di appoggio, un ricordo. Non è che dobbiamo aprire il Regolamento per sapere come comportarci. Ancora se il Regolamento sparisse non smetteremmo di vivere così ma oscurandosi la luce integrale dell'anima, apriamo il Regolamento per rinnovare il fervore.
Per le anime vocazionali l'Insegnamento scritto non esiste perché la Divina Madre parla al suo cuore: è la quintessenza della Rivelazione di Dio, di tutte le vie mistiche, il segno sacro della nostra razza, la Croce sul Circolo.
Appena il discepolo è preparato è quando questa voce parla al suo udito e gli insegna l'idea fondamentale della razza: attraversare il ponte della ragione e sviluppare l'intuizione divina. La Madre Divina dice all'anima: Quello ponte è il tuo sforzo, la tua ascesi, Io starò accanto a te, quando l'abbia attraversato, io sparirò ed tu sparirai e saremo Uno.
Quello è il segno della nostra razza. Dobbiamo conquistare la ragione per essere altra volta quello che eravamo. Se siamo caduti è per alzarci e conoscerci senza aiuto.
Il Regolamento è l'essenza della nostra vita spirituale. Rinunziare vuole dire svegliare, e per svegliare abbiamo bisogno dello sforzo, di norme di vita come quelle che del nostro Regolamento per attraversare il ponte che ci porti all'intuizione.
Abbiamo bisogno d’un Regolamento scritto affinché ci svegli ogni volta che il razionale ci trascina verso la nostra tomba di uomini. Il Regolamento non permette che ci fermiamo, ci fa contemplare l’illusorietà di quello che abbiamo lasciato. Il ponte che dobbiamo attraversare è pieno di cadaveri ma il Regolamento ci spinge. Come la debolezza umana tende ad attenuare la legge scritta nell'anima, il Regolamento che è scritto nel nostro cuore, che è l'espressione della nostra anima, se iscrive per gli uomini.
Ma ancora così l’uomo dimentica quella legge, attraversa epoche di grandi oscurità, ed allora i Superiori ricordano all'anima la legge scritta: ci rimproverano, ci seguono i passi, ci raccomandano l'osservanza.
Il Regolamento deve essere scritto fino a che arriva il giorno in che germoglia già spontaneamente dall'anima per la grazia santificante che abita nell'anima. È l'espressione delle nostre opere. Allora non siamo già del mucchio, un'anima che ha bisogno sempre di una frusta che la svegli. Abbiamo guadagnato la veglia vera dello spirito e stiamo per arrivare all'altra riva dell'Eternità.

 

Insegnamento 19: I Beni di Cafh Saranno Intrinseci (11/08/1956)

Cafh è destinato a compiere una missione provvidenziale, sociale, nel mondo, secondo le parole del nostro Regolamento.
La Madre ci vuole dare così la soluzione al problema ed ai mali del mondo.
La nostra era ha prodotto una gran civilizzazione; l'uomo col suo sforzo ha raggiunto grandi progressi e comodità, ma tutto è molto caro e l'uomo deve accorrere sempre a spaventosi massacri e grandi guerre. I beni materiali raggiunti se mantengono e conservano con dolore e sacrificio.
Quindi l'uomo deve avere un senso nuovo di quello che è il possesso, di quello che è e quello che non è, e questa soluzione la troverà nei beni reali dell'anima, intrinseci e non estrinseci.
I beni spirituali sono i beni intrinseci. I beni intrinseci non sono doni né possessi spirituali, né morali, mentali o sentimentali.
Il bene spirituale e la spirituale non è lo stesso; c'è una differenza fondamentale tra essi. Vediamo; chi lascia tutto, Rinunzia a sua famiglia, comodità, eccetera, è eroico e realizza un’azione straordinaria; fa tutto o crede farlo per amore alla Divina Madre. Ma dopo forse sviluppi internamente un possesso, un'adesione psichica (acquisisce per sé beni dell’anima): aiutare all'Umanità, la preghiera, raggiungere la suprema liberazione.
In un libro scritto per un medico famoso chi secondo il suo racconto visitò nell’India ad un gran essere, conversando i due al pomeriggio, qualcuno disse al saggio: “È tanta la pace e la calma che sperimento qui che non desidero la liberazione”. Ma il saggio gli disse: “Quella è la liberazione”.
Nella vita di Rinunzia può essere che se desideri la liberazione ma il desiderio non è liberazione. È volere possedere qualcosa per sé e benché sia un bene spirituale è un possesso.
La preghiera per esempio, è qualcosa che viene a noi perché la nostra vita ci predispone: l'orario, l'osservanza, la psicotecnica realizzata attraverso i metodi.
Accumuliamo energia, come il Ragazzetto che quando è slegato salta e corre. Acquisendo la forza otteniamo quello che desideriamo, quella è una legge infallibile e naturale, acquisiamo un potere e crediamo che abbiamo qualcosa piuttosto morale, un dono di forza.
Abbiamo anche il dono di sensibilità.
La nostra vita ci dà questo dono; l'acquisiamo attraverso la goccia di sangue quotidiana rovesciata nel nostro cuore come un liquore mistico. Come non possiamo scappare, rovesciamo tutto lì. 
Acquisiamo un'espansione di emozioni tanto grande che nessuno potrebbe immaginarla. Le aridità ci danno dopo una maggiore capacità nel cuore. Tutto l'abbiamo rinchiuso e quell'amor0e se espande nella misura di contrarsi e trasformarsi nel missionario che attrae alle anime. Una parola, un fatto chiunque espande la nostra sensibilità.
Ma se ci rendiamo contò di questa capacità nostra possiamo arrivare a credere che possediamo qualcosa.
Nell'aspetto delle cose mentali acquisiamo veri doni ma come è molto difficile usare l'intelletto senza cadere sotto il giogo dalla ragione, quanto meno sappiamo, migliore per noi. Bisogna pagare un tributo per quello che se sa; l'anima se fa schiava di quello che sa ed è difficile staccarsi dà questo.
Se smettiamo di sapere cominciamo a vedere sotto il foco della mente superiore e sappiamo senza sapere, illuminati per quella luce.
Nel Seminario ci dicono che lasciamo tutto quello che abbiamo imparato per così perdere la tirannia della ragione. Rompendo la catena rimane l'essenza divina che tramuta tutto in un potere superiore. Smettiamo d’essere maestri, dottori, eccetera; perdiamo così una conoscenza limitata e raggiungiamo una conoscenza universale. Rompiamo e riceviamo uno più forte.
La ragione passa ad essere la nostra servitrice; facciamo lavori manuali e li impariamo rapidamente. Ma il pericolo sta in pensare che abbiamo un potere dominando alla ragione, che possiamo maneggiare il modo ed amare a tutti: è una verità negativa che ci classifica e ci schiaccia.
Esempio della nazione che raccoglie frumento e lo conserva. Quando non c'è frumento, lo vende ad un prezzo elevato ma viene un anno buono per altri e per mantenere il prezzo elevato prepara una guerra e danneggia agli altri affinché non possano seminare e debbano comprargli.
La stessa cosa succede nella Chiesa: il bene possessivo li schiaccia. Se il bene non è possessivo niente si conserva. Il cane come fino a stufarsi ma quando è soddisfatto senza reagire permette ad un altro cane mangiare il suo cibo. L'uomo conserva il cibo nel buffè e preferisce che si marcisca e non darlo. (Esempio, il caffè nel Brasile e United Fruit Company.)
Il bene morale, la preghiera, è la stessa cosa; chiediamo per quelli che c'interessano e che un fulmine cada sull’altri.
Cristo chiamava affinché tutti se avvicinassero ma la Chiesa avvicina a quelli che sono fedeli, li promette il cielo ed invia all'inferno al resto.
Noi dobbiamo chiedere per quelli che conosciamo, ma il resto deve espandersi come se espande il raggio dal sole che non domanda a chi scalda.
Dobbiamo ubicare l’anfora affinché tutti bevano acqua.
Se facciamo ciò possessivamente la preghiera non soltanto ci rinchiude bensì rinchiude agli stessi che amiamo. Se amiamo unicamente a Cafh creammo un'altra religione, un altro circolo. Dobbiamo arrivare a chi non conosciamo perché il nostro amore è della Divina Madre. Amare a quelli che non c'amano, patire per tutti e se qualcuno è malato od un autobus si capovolgi non possiamo pensare solamente ai nostri, bensì a tutti.
Neanche l'Insegnamento deve essere conservata. È una brutta interpretazione del silenzio. Dobbiamo parlare, darla secondo la comprensione degli altra, secondo la sua portata. Dobbiamo occupare il luogo del commerciante. Gli facciamo un male se gli diamo l'Insegnamento del ruolo coi suoi dettagli e nomenclature. È falsa carità.
L'insegnamento possessivo è quello che se conserva e non se dà. Se si guarda non è nostro: è nostro mediante amore d’espansione. Dobbiamo darlo fino ad quelli che siano più scettici, quello è saggezza; è il Bene Intrinseco.
Il Bene Spirituale è negativo. L'unico Bene Spirituale è la pace, la semplicità, la sparizione dei composti: principi intellettuali, psichici, eccetera. L’Unico e Vero Bene è il Bene dello Spirito.

 

Insegnamento 20: Un Programma Sociale di Rinunzia (15/09/1956)

Dicendo che dobbiamo essere ubbidienti alle leggi dal paese dove abitiamo e rispettosi delle leggi dal paese, il Regolamento ci dà tutto un programma sociale di Rinunzia.
Il Figlio che ha Rinunziato deve smettere di pensare e sentire, per essere. La Rinunzia ci fa morire là vita esteriore, al modo di pensare, sentire e operare affinché siamo, esseri soltanto dopo essere morti. È importante essere, è la realizzazione spirituale ma questa realizzazione spirituale, questa contemplazione ed azione della nostra vita di Rinunzia sarebbe vana ed inutile se stesse dedicata unicamente al nostro perfezionamento interiore ed inoltre, questo perfezionamento interiore se effettua da dentro verso fuori. Cioè, l'anima che progredisce veramente ha come base fondamentale dall'inizio del cammino, il sentimento che non può avere perfezione per lei se questa perfezione non se comunica a tutta l'Umanità.
Il Figlio che ha fatto voto di Rinunzia ha per missione trascendentale, nonostante allontanarsi dal mondo, che i suoi risultati diretti arrivino alle anime come risultati sociali.
Orbene: come può combinarsi questa forza che arriva al mondo con quelli due concetti del nostro Regolamento che dobbiamo obbedire leggi e rispettare ideali alieni? Sembra che se siamo anime che vogliamo portare la liberazione dobbiamo fare una rivoluzione cambiando le leggi, religioni e credenze. Questo è apparentemente una disubbidienza di fronte ai valori stabiliti; è naturale che se viviamo la vita di Rinunzia vogliamo portare una perfezione interiore alle anime cambiando il mondo. Tutto sembra contrario alle parole del nostro Regolamento, ma non è così.
Questa è la questione: la legge esteriore degli uomini e governi del mondo è esterna, quindi è imperfetta e dopo dovrà essere soppiantata per la legge universale ed unica, interiore e spirituale.
Ubbidendo portiamo sulle nostre spalle la croce degli uomini, croce molto pesante perché è esteriore. Quelle leggi soltanto portano all'uomo verso la sua distruzione. C'è una stagione di pace ma è apparente. Gli esseri del mondo quando parlano dimostrano orrore alla guerra e dicono che non dovrebbe esistere. Prima della seconda Gran Guerra mondiale uno parlava con Figli Cafh che sentivano orrore alla guerra. Cosa ha successo? Venne uno scontento collettivo, probabilmente per influenza dello spirito poiché emaniamo forze spirituali questo crea una discordanza collettiva in tutti ma come non sono educati nel Sentiero spirituale, allora invece di sentirsi scontenti di sé stessi e che quello li induca alla Rinunzia, al possesso interiore che è l'unico vero, come non sono capaci di questo, rovesciano lo scontento verso fuori e lo comunicano al mondo. Quindi quelli che sono scontenti diventano bellicosi. 
Alcuni hanno sentito orrore perché se puniva ad un animale, e non comprendono certe abitudini nostre nell'America; ma quando cominciò la psicosi della guerra, ragionavano molto differentemente: volevano ammazzare perché era giusto.
Hanno dimenticato le parole di Cristo: “Porgi l’altra guancia al tuo nemico”. Ma il paese vuole avere suoi diritti e quindi i paesi se attaccano tra se.
Tutte le leggi portano a quello ma dobbiamo dare un rimedio radicale che non sia contro della legge esterna. Quando l'uomo riconosce che la sua energia deve espandersi da dentro verso fuori, tutte le leggi perdono il suo valore. Non può importarci se governa Paolo o Francesco ma sappiamo che le nostre azioni stabilirono ad essi lì. Può essere buono o cattivo; tutto è risultato delle nostre azioni.
La legge vera è la legge interiore. Quindi il nostro Regolamento non contraddice la legge spirituale perché se rispettiamo le leggi d’un paese ma siamo quello che dobbiamo essere, il mondo se trasformerà.
E soltanto la Rinunzia lo trasformerà. ,
Uno se domanda se questo è eccesivo. No. Tutte le religioni l'hanno proclamato. Ma rispondiamo bene alle parole del Regolamento. Dice là “rispettare”, ma non aderire alla legge.
La religione e la Rinunzia sono contrari. La religione è il paramento della Rinunzia spirituale. Le religioni c'indicano che lì ci fu una fiamma che diedi vita ad un essere, immagine. Ma quando diciamo “rispettare” non vuole dire che dobbiamo aderire ad essa. Tutte le religioni sono basate nella Rinunzia, nella realtà interiore e spirituale, i suoi fondatori erano veri inviati da Dio; tuttavia, essi non hanno dato una regolamentazione esterna, non fondarono la religione. Tutto se basa su questo: “Mi rifugio nel Buddha, nel metodo, dharma, sanga”; questo vuole dire che uno realizza spiritualmente attraverso l'Insegnamento dei Maestri. Dharma è metodo, non religione. Aderisco al sanga, baso la mia vita spirituale sulla Rinunzia totale”, Dopo, quelli che vengono fanno di questo una religione, ma non il Buddha. Egli tace, non rivela i misteri dell’aldilà;  se limita a spiegare come liberare l'anima in questa vita ed è sempre per mezzo della Rinunzia. Il Buddha dice che tutto è dolore e sofferenza, che solo abbandonandosi a Dio se vince il dolore. La stessa cosa succede nel cristianesimo.
La Religione Cristiana è un poderoso assemblaggio. I paesi cristiani hanno fatto la guerra più distruttrice dell'Universo. Uno pensa un po' e domanda: Ha senso questo col Sermone della Montagna? Lì Cristo disse: “Quello che perde guadagna; felici quelli che chiedono, i poveri.” La parola di Cristo se basa sulla Rinunzia: “Prende la tua croce e seguimi; chi vuole venire dietro di me, lasci suo padre, sua madre”.” Deve lottare contro i valori affettivi, basarsi sulla Rinunzia. Noi, Cafh, non facciamo bensì affermare quello che tutti i grandi Maestri dissero ma le sue parole furono denaturalizzate con spiegazioni teologiche e religiose.
La nostra obbedienza e rispetto non sono più che mezzi di comprensione perché se una comunità ci dice ch’il suo cammino è buono o se votiamo per un Presidente, non è per quello motivo che lo seguiamo. Per noi non ha valore, il valore fondamentale sta nella legge unica, interiore, e se noi pratichiamo il nostro voto di Rinunzia abbiamo guadagnato già una parte della gran battaglia per la salvazione del mondo. Se quella Rinunzia diventa effettiva attraverso il dolore, sarà frutto di salvazione per le anime, ad esse aderiranno molte altre anime; la salvazione non verrà se uno accondiscende o disprezza una legge bensì mediante la Rinunzia; in caso d’abbandonare tutte le cosse esterne e possessive dovemmo rovesciarci interiormente morendo alle cose apparenti che se contraddicono, cambiano, si sbattono, se avvicinano e se allontanano. La nostra legge sta dentro. Bisogna dimostrare all'essere umano che è essenziale per lui: abbellire e salvare la sua anima; chi perde la sua anima ha perso tutto.
La nostra legge deve stabilirsi sulla Rinunzia che se espande verso gli esseri. Così il rispetto verso le leggi e religioni se trasforma in metodo e sforzo che invece di portarci allo scontento ed alla disubbidienza ci fa comprendere continuamente che le leggi esterne cambiano.
Quella che non cambia è la Rinunzia, è una verità spirituale.
Sembra impossibile che quelli che uno crede che siano esseri spirituali se lascino strisciare per lo scontento, l’ingiustizia e la giustizia del mondo.
Facendoci morti al mondo, la Rinunzia ci segrega d’essa collettività, ci tira fuori da quella psicosi collettiva; ci dà la pace e la comprensione che quello male può essere allontanato nel futuro per mezzo del vero stacco dalle cose esterne, non con pensieri e speculazioni, bensì con uno stacco reale ed integrale.

 

Insegnamento 21: Le Virtù Interiori (22/09/1956)

Dobbiamo avere sempre presente che tutte le virtù sono essenzialmente interiori e che esteriormente tutto quella che aiuta alla virtù non è la virtù bensì un metodo per acquisire una virtù determinata.
L'anima che cerca a Dio deve essere sempre molto attenta per non cadere nell'equivoco da confondere la cosa esterna colla cosa interna, specialmente quando se tratta di virtù, di confondere la virtù solita e vera con gli atti esterni che aiutano e fomentano quella virtù internamente ma non sono la virtù in sé.
La virtù interiore è unica e vera. Ma se uno segue il consiglio dei virtuosi del mondo non arriverebbe mai a niente perché essi dicono: è importante essere buono interiormente. Ma dicono questo ed uno vedi che i metodi e la vita dell’uomo che dice questo sono tanto contrari alla virtù vera che se vede molto chiaramente che la virtù è soltanto una teoria razionale nel mondo.
Il Figlio sa ch’il metodo che deve praticare esteriormente è l’Insegnamento che lo deve dare. Nell'opera Il Bambino Celeste, l'angelo che ha perso le sue ali non può volare altra volta se non c'è qualcuno che gli insegni. Così pure la virtù che può essere acquisita soltanto desiderandola ed amandola ha bisogno d’un metodo esterno per potere raggiungerla. Il pericolo sta in confondere la virtù interiore col metodo esterno che si pratica. Il metodo non è la virtù. Il metodo ci dà un'abitudine di virtù esteriore ma se non si acquisisce internamente quella virtù, quella vita esterna è contraria alla vera virtù spirituale. 
Sarebbe una truffa contro di Dio perché staremmo dimostrando esternamente qualcosa che non possediamo interiormente. La virtù perfetta abita interiormente ma se dimostra anche esternamente. Una virtù che non se dimostra esternamente è molto possibile che neanche esista internamente ma la virtù esterna che non se domina internamente è un'abitudine nociva e terribile per l'anima.
Questa vita nostra, fatta di metodi per acquisire virtù, deve essere un riflesso della vita interiore dell'anima, del cuore. Il nostro aspetto esterno deve essere uno specchio fedele di come procediamo interiormente.
Esiste sempre il pericolo che l'anima possa cadere nell'abitudine esterna con danno dalla virtù interiore.
L'Osservanza è il miele della vita di Comunità, è il nettare dell'anima che aspira alla perfezione. Adeguandosi l'anima all'Osservanza, conosce la felicità più perfetta, possibile d’acquisire perché chi compie con fedeltà ed amore l'Osservanza sa che quello è la sua migliore misura della virtù interna e spirituale.
La vera Osservanza è lo spirito dell'Osservanza, di perfezione d’Osservanza. Correre al tocco della campana è bello, stare in silenzio, parlare nell’inizio della ricreazione, mangiare come s’indica ed insegna ma compiere con fedeltà e puntualità non è possedere né acquisire la virtù dell'Osservanza perché Osservanza, spirito d’Osservanza è vedere come uno procede interiormente con essa.
Per esempio: Osservanza è essere contenti ed allegri durante la ricreazione, e c’è alcuno che sa intrattenere con amore ai suoi compagni; a volte cade nel difetto d’intrattenersi uno stesso. Per esempio: se parlo di quello che m’interessa ed il mio compagno vuole parlare di un'altra cosa ed io continuo a parlare del mio tema. Lì se storpia la virtù. Come quando quello che mi mettono davanti è la Divina Madre chi l’'ha preparato, quindi è gradevole per me, ma se la mia speciale enfasi consiste in magiare quello che sta presente, quello è gola e non l'Osservanza.
Quello si vede subito; si qualcosa è più piacevole, se vedo ch’il mio piatto è più o meno abbondante non mangio per amore alla Divina Madre; è rimasto un retrogusto di gola. A volte nella conversazione se fa una referenza al cibo: lì si vede lo spirito con che se ha mangiato; per il gesto o l'allusione si vede che la virtù della mortificazione sta assente.
Esempio di modestia degli occhi: Per mezzo degli occhi se vede lo stato dell'anima. Se c'è modestia negli occhi è perché la curiosità è vinta ed uno si guarda internamente. A volte quando il Superiore sta accanto al Figlio, il Figlio si mostra molto modesto ma quando sta lontano lancia un'occhiata e sta vedendo tutto.
Il lavoro manuale è per noi è come la preghiera: parte integrale della nostra Osservanza. L'Ordinato ha poche ore di lavoro manuale, vacanze e feste che se scontano, perché? Perché se suppone che rende il cento per cento, vale per dieci, venti e cento.
Ma anche alcuni Figli praticano la virtù del lavoro colle mani, non mettono il pensiero, l’amore, l’essenza e la virtù.
Per caso il lavoro rende perché il nostro lavoro è pesante? Per muovere una pietra, vale più la forza o l'abilità? No, il lavoro deve essere accompagnato con amore e volontà, bisogna mettere virtù interiore. Non è sufficiente farlo perché lo ordinano; bisogna accompagnarlo colla luce interiore; altrimenti è sterile.
Gli atti esteriori sono soltanto incentivi della virtù interiore, specialmente quando se tratta dei Voti che sono l'essenza dell'Osservanza.
La maggiore parte del giorno il Figlio tace ed il suo silenzio è la voce colla che parla a sua Divina Madre; ma che valore ha questo silenzio se in un minuto che parla offende un compagno o se sente ferito per un'osservazione? È come quello che raccoglie il miele prezioso in un barattolo e dopo come improvvisamente senza degustarla.
Possiamo avere fedeltà alla Madre e questa virtù ci dà la grandezza degli angeli dal cielo ma di che cosa possiamo valerci se non facciamo quello che dobbiamo fare e conserviamo sempre qualcosa? Quando uno darà l'ultima gocciolina, la conserva.                                                                                                          Abbiamo una gran fedeltà ma il cuore rimprovera quando ci offendono; giudichiamo ai Superiori se crediamo che non procedano con giustizia. Così conserviamo la personalità.
L’obbedienza può essere grande ma a volte ha le sue oscurità. Se c'è qualcosa che ci spiace ed il Superiore se dimentica di dirlo, tacemmo. Perché non se interpretano le parole che il Superiore non dice? Ci attenemmo strettamente a quello che il Superiore dice.

La vera virtù sta interiormente; l’aspetto esteriore é soltanto il metodo che porta verso la virtù.
Poiché abbiamo consacrato la nostra vita alla ricerca delle virtù per potere trovare la Divina Madre, niente possiamo cambiare: l'Osservanza è interiore, la modestia è l'assenza di tutto quello che non voglio sapere perché non mi corrisponde; lo spirito di sacrificio è non smettere che se veda quello che mi piace o no, che il lavoro mi piace o no; amare gli ordini e non sopportarle, cercandoli e trasformandoli nell’aspetto buono della nostra vita. Alla Divina Madre non si la trova con dolcezza bensì col dolore del rimprovero che fa soffrire più, stare con Il povero e bisognoso, patire ed essere disprezzato. Stare colla persona che sopporta la peggiore parte e partecipare alla sua vita ed al suo dolore. Come si può fare questo senza l'adesione al dolore, alla resistenza, all’oblazione? Quelle sono le virtù delle anime consacrate.
Questa è la vita che da invidia agli angeli, vita ammirabile ch’sia il segno che la salvazione degli uomini sta nello spirito. Questo è il metodo che conduce verso la Divina Madre ma deve essere un riflesso della virtù che esiste nell'anima, nel cuore; è l'essenza della luce che se porta dentro il cuore ed allora sarà perfetta perché non starà dentro né fuori ma vivrà nel cuore e se spargerà su quelli che ci circondano: Umanità, Cafh, Comunità.

 

Insegnamento 22: La Direzione Spirituale Compresa dal Cavaliere Gran Maestro (6/10/1956)

Questo è per noi un tema di comune interesse perché quasi tutti i Figli siamo diretti dà Lui. Qui ci spiegò i concetti che Egli ha sulla direzione di anime e quali sono le sue modalità particolari affinché comunichiamo, comprendiamo la sua idea ed identifichiamoci con essa. Tutto questo è particolare e non si relaziona col modo di dirigere di altri Direttori che portano ai Figli verso lo stato di perfezione; neanche vuole cambiare o contraddire le istruzioni dati per il Regolamento e l'Interpretazione. No. Ogni Direttore Spirituale ha la sua modalità.
Se uno si mette nel punto d’un Superiore, l'unico cammino è quello che il Regolamento e l'Interpretazione indicano. La modalità del Cavaliere Gran Maestro non è una contraddizione né una critica verso niente; semplicemente è la sua modalità “perché –egli disse– gli esseri umani siamo come i fiori: ogni fiore ha il suo tipo, il suo profumo, il suo tempo per fiorire, e peggiore sarebbe credere che uno deva seguire un cammino unilaterale. Quello è impossibile”.
Quando un'anima si dà al Direttore Spirituale, questa non è un'elezione fatta per essa né per gli uomini; è qualcosa piuttosto misteriosa e divina, sconosciuta dall’uomo. La legge dell'unione tra le anime non può spiegarsi razionalmente, non può essere definita dicendo “io penso o tu pensi”, viene da Dio.
Anche il Cavaliere Gran Maestro pensa che quando riceva un'anima per dirigerla è perché è stata unita a lui d’altri tempi. Egli non sa di dove, né quando, né come, ma non può immaginarsi che si possa dirigere un’anima in un solo giorno. Viene da prima, dalla lontananza del tempo.
Indubbiamente questa è un'opinione personale perché la direzione è piuttosto da Dio: è come l'amore che germoglia quando vuole.
“Quando io ricevo un'anima per dirigerla, quell'anima è mia è ed io sono di lei.” Questa relazione non è di dipendenza bensì strettamente d’unione; se ci fosse dipendenza, egli non potrebbe essere il suo direttore. L'amore è l'unico che dà l'unione spirituale, non c'è dipendenza tra essi. Questa comprensione è fondamentale. Questo vuole dire: “Io comprendo a quell'anima ed ella mi comprende, e quello che riceva da me sarà l'unica norma ideale necessaria per raggiungere la perfezione”. Opinione del Cavaliere Gran Maestro: La Direzione Spirituale comincia nell'Eternità e finisce nell'Eternità. È l'Unione.
Quindi, benché l'anima andasse all'ultimo canto della terra, quello non vuole dire che la sua direzione finisce. Non può avere qualcosa che sia e non sia allo stesso tempo. Quando se è amato non si può smettere di amare. L'anima appartiene al suo Direttore fino a che raggiunga la perfezione. È l'unico bene e l’unica finalità alla quale si può aspirare.
Il Direttore Spirituale ed il Superiore sono due cose differenti. Quello che il Superiore gli dice ed insegna è magnifico e straordinario. Ma se il Direttore Spirituale ha un'anima la dirige durante tutte le ore. “Io devo stare con te perché ti appartengo in spirito.”
L'anima non può avere veli per lui, questi veli non sono di parole bensì della voce del cuore, deve esistere sincerità interiore.
Il Direttore insegna continuamente alla sua anima e da suo insegnamento. L'influenza è fisica, astrale, mentale e spirituale. Infine deve essere la sua immagine, il suo esempio: Così l'anima se trasporta verso Dio.
L'Insegnamento è universale (primo tipo) quando è dato agli uomini mediante le rivelazioni delle grandi religioni e sta scritto ovunque.
L'Insegnamento di Cafh (secondo tipo) è dato ai Figli.
Il terzo Insegnamento è più segreto, profondo ed intimo, e ricevuto nella Direzione Spirituale: da anima ad anima.
Quindi non dobbiamo stupirci in caso d’essere chiamato periodicamente perché a volte è migliore così; altrimenti la conversazione diventa abitudinaria. Il Direttore è innanzitutto insegnante e potrebbe cadere o canalizzare in un'abitudine che sarebbe un peso e non un aiuto.
 Il Cavaliere Gran Maestro ha il suo metodo: dirige con un rimprovero, parla una parola quando stano riuniti. Principalmente si deve pensare molto ai Figli e stare accanto ad essi quando hanno bisogno da lui. Preferisce che gli chiedano la direzione.
Egli dirige con faccia torva o applaudendo la spalla. Il Cavaliere Gran Maestro dice che non ha il dono di comunicarsi mediante parola come altri direttori spirituali.
Egli dà ad ognuno l'insegnamento ch’è ideale per lui.
Concetto personale del Cavaliere Gran Maestro: Se un Figlio va e gli dice che si distrai nella preghiera, gli dà il rimedio una volta; non gli piace ripetere le cose. Dire le cose altra volta sarebbe perdere il tempo. Quello che se dice molte volte si spende.
Ci sono anime con chi egli ha parlato una sola volta nella vita. Tutto sarebbe una ripetizione se continuasse ad insegnare. Ci sono Insegnamenti Eterni: gli Insegnamenti dal direttore spirituale devono essere Verbo per il Figlio.
Non bisogna sentirsi abbandonato se non si conversa col Direttore. Può essere un gusto e nient'altro. 
Bisogna ascoltare la voce dal Direttore quando uno sta da solo e meditando. Quando sta lontano è più vicino, ed anche nel sonno c'insegna ed orienti se abbiamo la vera disposizione. Il suo metodo è di poche parole.
Il Cavaliere Gran Maestro è convinto che come la madre dia vita a suo figlio non solo parlandogli ma avendolo vicino al suo petto, anche così il Direttore insegna.
Egli dà sempre l’Insegnamento durante passeggiate e cibi colla la sua forza e col suo magnetismo.
I primi Figli percepirono la necessità d’essere acanto a lei. L'influenza dal padre sul figlio è fondamentale. Così il Maestro ed il discepolo devono avere una stessa tendenza spirituale, gli stessi gusti, così come quelli che se sposano piacciono dalle stesse cose, anche le anime che camminano giunte verso la perfezione spirituale. Identificazione totale. Il Direttore deve essere esempio. Ma si deve vedere questo perché sbagliarsi è facile. Uno sempre crede sempre il Direttore Spirituale ed il Superiore devono essere santi e bisogna imitarli. Questa è la cosa più sbagliata. Tutte siamo fiori differenti, di temperamento differente. Per esempio una persona flemmatica non può imitare ad una persona di temperamento nervoso.
L’imitazione è interiore. Fuori sta l'uomo con sue abitudini, eccetera. Imitiamo l'uomo che ha realizzato a Dio interiormente. L'imitazione sta nel seno stesso della Divina Madre, nel luogo più segreto.
Il Direttore Spirituale non deve essere guida bensì quello che prepara il sentiero, tirando fuori pietre e scogli.
Le anime non vogliono essere toccate. Più tu tocchi le rose, più s’appassiscono. Bisogna irrigarle, tirare fuori le erbe cattive, ma senza toccarle molto.
C’è chi crede che il Direttore Spirituale gli dia l'Unione Divina. Quello è un mistero che se realizza da solo. Il Direttore Spirituale è l'immagine del Gran Direttore Spirituale.
L'Unione di unicamente Amore deve essere quella del Direttore Spirituale e l'anima che dirige. Egli è l'immagine del Gran Direttore Spirituale che ci dirige dal’aldilà: Egli è porta per andare verso la Divina Realizzazione.

 

Insegnamento 23: Trattamento Dato ai Bambini nella Scuola (17/12/1956)

Questa conferenza la dettò il Cavaliere Gran Maestro basandosi in alcune osservazioni scritte che la Signora Amelia facesse a sua chiesta. Prese quelle osservazioni che se riferiscono esclusivamente all'educazione e trattamento dato ai bambini nella scuola.
Il lavoro che la Divina Madre diedi a questa Comunità è l'educazione dei bambini. La Signora Amelia dice che il nome che abbiamo dato –Maestre Integrali– è bellissimo ma che, in caso di non compiersi in tutti gli aspetti implicati, detto nome faccia ridere.
Da un principio i bambini riceveranno un trattamento specialmente materno. Noi eravamo i domestici ed essi i padroni della casa. Così furono educati in tale forma che rimarrà sempre in essi il ricordo dell'insegnamento e dell'amore che riceverono. Questo poteva essere mentre erano pochi ma mano che hanno continuato ad aumentare in numero abbiamo potuto comprovare che avevamo vari difetti. Questo anno la Divina Madre ci ha messo in una dura prova, tanto dura che passeranno altri dieci anni prima che possiamo cancellare i suoi effetti. Abbiamo tardato dieci anni ad alzare quello che abbiamo dell'Opera ed ora dovremmo cominciare nuovamente. Cominciare nuovamente non è fallire; è la cosa migliore che l’essere, specialmente l’essere spirituale può ricevere. La Divina Madre vuole di noi uno spirito completamente nuovo, non d’oblazione bensì di superoblazione.
Vediamo. Le Figlie sono eccellenti educatrici dei bambini quando hanno pochi bambini, ma essendo messe a prova falliscono con molti bambini e perdono il controllo ed il dominio dei ragazzi. Questo se verifica nei cortili rotti e nell'igiene dei ragazzi.
Altre scuole considerate eccellenti hanno una persona per ogni 40 o 50 bambini e li attendono perfettamente ma noi abbiamo soltanto 10 e falliamo.
Un fattore osservato dalla Signora Amelia: Le Figlie amano ai bambini ma il suo amore è più potenziale che attivo. Amano collettivamente ma di fronte al caso individuale perdono la pazienza, l'orientazione ed il campo visuale e questo danneggia la direzione individuale dal bambino.
Per esempio: manca l'aspetto materno dell'amore. Quando un bambino si cade, gli domandano se si è rotto qualcosa invece di comprovare si è ferito. Inoltre l'aspetto del gioco. Nella nostra scuola se è fomentato il gioco. Una scuola dove non se gioca è una prigione. Ma secondo la Signora Amelia nel gioco dei nostri bambini c’è odio, c’è rancore; pur di guadagnare si dà un calcio ad un altro.
Il Cavaliere Gran Maestro considera che bisogni vigilare al bambino, non nel sonno, bensì specialmente quando se sta espandendo, nel gioco, vigilare sue reazioni, orientarlo, rimproverarlo.
Non deve essere vigilato colla sedia; quello significa riposo per noi e lasciare che il bambino agisce da solo. No, nel gioco dobbiamo stare al piede del cannone, vigilare molto. Non possiamo riposare poiché lì sta il nostro lavoro. Ora esiste l'abitudine del fischietto ma non è effettiva come la vibrazione della voce. È più comoda ma il ragazzo deve giocare dentro del nostro radio di magnetismo.
Il bambino s’educa mediante esempio e parola. Il nostro esempio è di Rinunzia, ma egli nostre parole non stanno sempre all'altezza del nostro uniforme. Molte volte sono dette cattive parole ai ragazzi. Così si reprimono ed a poco a poco si trasformano nella parola colla che li chiamiamo.
Tutto questo può vedersi chiaramente ora che siamo più; quindi, essendo più, le nostre responsabilità sono maggiori di fronte a questi bambini che la Divina Madre ci diedi affinché li educhiamo.
Dobbiamo moltiplicarci, prodigarci nel vero senso della parola. Non diciamo “non posso”; quello non è appropriato nelle Figlie della Divina Madre che possono tutto. Dobbiamo essere come una madre nella casa: c'è tempo per tutto, il tempo non esiste. Siamo Maestre Integrali, cioè, madri, maestre, sorelle, amiche, tutto quello che le circostanze richiedano.
Dobbiamo meditare ciò propriamente. I Frati Salesiani hanno circa 800 bambini e le Suore della Madre Cabrini è appena 6 o 8 per l’attenzione di 800, e sanno dar d’attorno.
Dobbiamo arrivare a quella forza integrale dalle Figlie della Madre. Dire: “La Madre sta nel mio cuore, ed avanti”. 
Il corpo è debole, si stanca e si ammala ma la Divina Madre sta accanto a noi e lì otteniamo forze per tutte le cose.
Tutti i Figli sono eccellenti, hanno il vero spirito ma ancora sta molto in potenza. Uno ha una virtù, un altro soffre di un difetto. Se uno è osservante, gli manca buonsenso; sa amministrare, ma non ha spirito di lavoro. Deve apparire il seme di quello che il Maestro ha seminato: sapere organizzare, amministrare, una vera Figlia della Madre.
Che in questo ritiro sappiamo morire, che tutto il passato rimanga nella terra e cominciamo nuovamente, dalla Madre, non in parte bensì totalmente, in un solo pezzo, perché tutto se può dalla Madre. Che abbiamo vero distaccamento, che non stiamo sempre pensando che questo lo faccio bene o male, che dimentichiamoci di quello ed avremo forze per dirigere la Nazione l'Argentina, l'UN se fosse necessario. Altrimenti abbiamo bisogno di tutta una vita per fare qualcosa.
Questo anno bisogna fare nuovi cambiamenti. Speriamo che siano per bene e che dopo le lacrime raccogliamo il raccolto con allegria.
Noi non possiamo avere difficoltà perché abbiamo lasciato tutto. Quello è per il mondo. Le nostre difficoltà sono soltanto del nostro progresso spirituale, dell'anima. Non abbiamo problemi interiori e questo deve manifestarsi esteriormente nella capacità per risolvere tutto.
Il Voto di Rinunzia è la leva che può muovere all'Umanità per salvarsi ma deve essere una forza effettiva e contundente, realmente attiva e non solo potenziale.

 

Insegnamento 24: Le Vocazioni di Comunità (18/12/1956)

Tzong Khapa dice che i primi sette anni di una Comunità sono i più difficili perché sono gli anni in cui se forma lo spirito della Comunità; nei dieci anni che seguono se forma il Corpo Mistico della Comunità la Comunità è inalterabile dopo i cinquanta anni.
Cioè, il comincio è la base e le prime anime devono essere propriamente formate perché sono il fondamento di tutto.
La nostra Comunità è come un gioco di scacchi in cui ogni anima svolge un ruolo ma è necessario che tutte riuniscano in sé tutti gli aspetti della vita di Comunità.
Sulle Tavole di Solitari il Cavaliere Gran Maestro può dire che già sono formati ed egli potrebbe disinteressarsi di esse ma non può dire lo stesso delle comunità che ancora devono farsi. Se consideriamo il breve tempo che hanno, se può dire che molto è fatto già ma ancora molto manca.
Prima è più importante fondare la vocazione e scegliere le vocazioni.
Questo è uno dei problemi più grandi e difficili. Sapere quali sono le anime destinate alla vita di Comunità è uno dei misteri più profondi della Divinità. Se ha potuto comprovare che molte anime di gran volo, di sacrificio e preghiere, messe nella vita di Comunità, fallirono, ed altre anime più semplici erano davvero chiamate.
È importante è sapere quali sono le anime elette. Come può uno dire si o no ad un aspirante? Il Cavaliere Gran Maestro non vuole provarle e che dopo, in caso di non essere positive, ritornino al mondo. È reticente in questo senso, ha una paura terribile perché la sua poca esperienza gli insegnò che nessuno tocca questo fuoco senza scottarsi. Nessuno mette il piede nel santuario della Divina Madre senza soffrire dopo una ferita tanto terribile e profonda che non sappiamo se può curarsi. Sono feriti di morte nonostante non avere dato il Voto, senza avere compromesso.
Quello che più dobbiamo curare è non ferire. Ma se essi compiono tutti i requisiti per l'Ordinazione, dobbiamo prenderli? Che fattori ci decidono a farlo? È questa una responsabilità di tutti. Non abbiamo visioni per dire se un'anima serve o no. Quindi, dobbiamo ricorrere alla preghiera, e la seconda arma è la pazienza. Raccomandiamo queste anime alla Madre ed affinché la nostra personalità non interferisca nella domanda è buono ignorare anche il nome dell'anima. ¡Ci sono sempre tanti fattori che svegliano una simpatia umana, falsa e controproducente di fronte ai misteri di Dio!
Bisogna pregare impersonalmente. La nostra arma è la preghiera. La Madre è l'unica che può dare la vera soluzione.
Parliamo delle anime che hanno vocazione ma che quando stanno dentro non hanno pace né forza per corrispondere alla sua vocazione. Per ché non corrispondono? È colpa di esse, è nostra colpa, è colpa dei Superiori che non sanno portarli nel vero cammino? Abbiamo avuto ed abbiamo anime che stanno in questo punto.
Scartiamo quelle anime impulsate per l'entusiasmo che confondono l'Ordinazione credendo che Ordinazione è essere superiore e dare ordini.
Parliamo dei giovani con vera vocazione. Dobbiamo osservarli moltissimo, che le sue idei non varino d’un giorno ad un altro, e che non se lascino schiacciare per la tristezza.
Bisogna stimolarli affinché corrispondano. Benché l'anima sia idealistica, ma se vediamo un vero amore per la Divina Madre dobbiamo aiutarli e guidarli affinché corrispondano. Non dobbiamo provarli e dopo inviarli al mondo affinché vedano se possono incamminarsi altrimenti.
Preghiamo per le vocazioni. Solamente la Madre può illuminarli.
Dobbiamo curare l’Osservanza. Non solo la Rinunzia interiore bensì la Rinunzia esteriore. Il mondo anche può praticare la Rinunzia interiore ma noi dobbiamo essere modelli d’ascetica e di Rinunzia. Abbiamo la grazia di vivere che nessuno ha nel mondo: rinunciare.
Immagine della Rinunzia viva internamente ed esternamente; questo ci dà la forza per attrarre alle vere vocazioni. Santa Teresa diceva: “Quando una Comunità è propriamente formata le suore tiepide passano ma per formare una Comunità nuova devono inviare buoni soggetti”. Se siamo buoni individui, le anime che vengono non falliranno. Gli uomini sono più deboli, le donne se sanno imporre più, hanno più spirito di sacrificio, non sono sentimentali come gli uomini.
Che Dio le illumini e c'illumini affinché le sappiamo guidare quando stanno con noi: dare quella coltellata e metterle il cuore della Divina Madre. 
Tutti dobbiamo piangere per quelli che falliscono perché tutti siamo responsabili di  fronte alla Divina Maestà.
Il punto fondamentale nella nostra vita di preghiera è: Io niente posso ma che la mia vita, il mio lo spirito di Rinunzia sia tanto perfetto che nessuno se disilluda o perda la sua vocazione a causa della mia colpa, che io non gli metta ostacoli colla mia mancanza d’osservanza.
Le anime soffrono quando vanno alo mondo perché non hanno potuto trovare qui il frutto che cercavano. In caso d’una vocazione falsa avrebbero dimenticato. È come quello che legge un libro e se dimentica. Ma esse soffrono perché questo era il suo primo amore spirituale e l'hanno perso.
Preghiamo anche per le anime dei deceduti che soffrono. Ci sono Figli che non sanno quanto se soffre nell’aldilà. Se vedessimo quello, morremmo di terrore. Esse soffrono un inferno in questo mondo; non ci sono inferno e martirio peggiori e maggiori che perdere la prima illusione e più quando l'illusione è spirituale.
Chiediamo per i teneri giovani che hanno il gran fervore per seguire il sentiero della Rinunzia, che Dio li cancelli l'idea se non sono chiamati; ma se vengono che corrispondano all'Amore Divino e noi li insegniamo pappagallo a corrispondere alla grazia che hanno ricevuto. Questa grazia è immensa come Dio stesso; quindi non c'è voce umana che possa scoprirla. E come nostra Divina Madre dice, un perfetto Ordinato di Comunità può trasformare il mondo e non c'è nessuno, né Gandhi, grande come lui, che abbia una missione tanto straordinaria.
Preghiamo. Operino i Superiori quando sia necessario, che non ci vinca il rispetto umano né la paura di fare brutta figura di fronte ad essi perché se li facciamo soffrire, essi risponderanno.

 

Insegnamento 25: L'Osservanza (19/12/1956)

L'Osservanza è la perla più grande e preziosa dei Figli di Cafh e specialmente dei Figli di Comunità.
Solo l'Osservanza può darci la sicurezza che corrispondiamo alla vocazione, che compiamo bene i nostri voti e che murammo protetti per l'amore di nostra Divina Madre. Un Figlio osservante non perisce, sta nel cuore della Madre, vive già l'Ora Eterna. L'Osservanza è il segno indelebile d’essere Figli della Madre, è l'essenza esteriore del nostro Voto di Rinunzia. Ella dimostra che siamo i portatori del Messaggio Divino; sta nel vero sentiero chi se sacrifica e Rinunzia a sé stesso e dimostra la sua Rinunzia per mezzo dei tutti gli atti della sua vita. Questa è la nostra mistica.
La Madre ci ha dato questa forza negativa Rinunzia– per espanderla sul mondo ma la Rinunzia diventa effettiva per mezzo dello sforzo continuo che l’Osservanza ci dà. La libertà accresce nell’uomo la sua personalità, e la personalità accresciuta è una forza che se spreca in favore della salvazione. Ma la nostra vita di un’apparente assenza di libertà ci libera dal giogo della forza sensitiva e fa ch’essa forza se espanda verso tutti. Noi niente necessitiamo, né psichicamente né spiritualmente perché il nostro alimento è la Divina Madre. Come niente spendiamo tutto se rovescia sull'Umanità. La vita divina non spende per sussistere come accade nella vita umana.
Così se capiscono le parole di Cristo: “Io sono Pane di Vita Eterna, una fonte d’acqua viva ch’emana continuamente e chi beve di quest’acqua non morrà mai”.
È il segreto della vita di Cristo che possono conoscere quelli che danno tutto a Dio per mezzo dell'Osservanza quotidiana ch’elimina tutte le cose umane e ci trasforma in acqua viva.
Ma nonostante questa straordinaria missione, a volte dimentichiamo l'Osservanza; c'è un momento del giorno in cui smettiamo d’essere dèi sulla terra e ritorniamo all’aspetto umano a causa d’una disattenzione, d’una mancanza di attenzione, un'ombra di umanità nell'anima. Come può avere qualcosa che ci separi dalla nostra osservanza, se l’osservanza è peri il mezzo di liberazione? In caso d’essere disposti a salvare all’Umanità Dio non vorrebbe perché Egli vuole la quotidiana goccia di sangue dell'Osservanza. L'Osservanza deve essere compiuta con totale dedicazione ed allegria; negare un atto d’osservanza è mille volte peggiore che dare la vita per altri. Dare la goccia di sangue dell'osservanza tutti i giorni della vita è fare effettivo il martirio della Rinunzia, essere olocausto per la salvazione dell'Umanità.
A volte succede che sappiamo compierla ma resistiamo sotto-coscientemente e non compiamo qualcosa che doveva compiersi; questo ha un accento di tristezza nell'anima.
Ma l'amore soggiogherà alla nostra natura. L'amore intenso trasforma tutto e diventa una fonte di delizie. Amare il compimento è possedere quello gran bene, così se arriva l'estasi del compimento dell'osservanza. Quanto più negativo sia l'atto d’osservanza, tanto più dolce sarà com’oblazione. Esempio dal Figlio che nella penitenza al suolo esperimentava gran ripugnanza perché gli sembrava tanto scarsamente virile, ma un giorno stando in quella posizione se vedi sospeso nell'aria, teso sul mondo, nel cielo, e capi che quell'atto d’amore gli collocava a sopra di tutti gli esseri dell'Universo.
Vincendosi, l'Osservanza se trasforma in un atto mistico e torna a beneficio dell'essere che la pratica. L'Osservanza per essere perfetta deve essere un'unità assoluta. Tutti gli esseri parlano dell'Unità quando menzionano la vita spirituale.
Cafh vuole che siamo una riunione di anime senza aspetti differenziati tra sé, tutti noi una stessa cosa, per esprimere l'amore ed il desiderio di salvazione di tutti.
Ma accade che qui, nella Comunità, come viviamo insieme, tutte le nostre virtù e tutti i nostri difetti se vedono subito. È come in una famiglia dove tutti se conoscono per contatto continuo. Uno cammina, ride, parla di questo o di quello modo; la nostra Osservanza elimina le differenze e distinzioni. Per raggiungere l'unità d’insieme tutte quelle forme, buone o cattive devono sparire essere una sola cosa. Esempio del seminarista che non mangiava pane ed faceva questo con gran orgoglio. Quelle abitudini non valgono né sono importanti.
Per entrare all'Osservanza dobbiamo unificare tutto. Niente è migliore che quando qualcuno domandi: “Chi è quello Figlio?” e non gli riconoscono.
Osservanza: La sua base è che non ci siano differenze; lasciare ancora le migliori abitudini per essere come la Comunità; imitare ai Direttori e Superiori per rifiutare il modo proprio di vivere e fare. Quando il guscio rimane fuori, l'osservanza diventa facile per mezzo di questa imitazione.
Molto abbiamo vinto, ma ancora manca. Uno non dovrebbe sapere se tale o quale Figlio è stato operaio o professionale, se è da tale o quale città. Uno dovrà tirare fuori quella piccola pelle.
Più ancora, questo diventa tanto naturale in sé che uno neanche bisogna rendersi conto che l'osservanza è questo.
Allora ho progredito.
Potere fare una riverenza, abbassare la vista senza rendersi conto, spontaneamente, senza pensare.
“Io sono l'osservanza.” Fare un'altra cosa sarebbe come il pesce fuori dall'acqua. Il rovescio del perfetto compimento dell'osservanza lo troviamo nel fatto che ci fa male quando l'obbedienza ci fa fare qualcosa nell'ora di un'osservanza. Allora questa osservanza è una prigione mentale. Dobbiamo esperimentare lo stesso se l'obbedienza lo comanda perché l'Osservanza è lo spirito della Rinunzia. Può sentirsi il dovere di essere di guardia e non partecipare alla Comunità ma questo senza intervenire la personalità.
Uno può arrivare all'estasi e tuttavia non può essere sicuro di arrivare alla vita eterna; ma se compie perfettamente l'osservanza uno può essere sicuro di raggiungere la vita eterna ai piedi di nostra Divina Madre.
L'Osservanza è l’avallo della perseveranza; Dio ci dà la visione dei mondi per mezzo dell’Osservanza.
Esame per vedere come compiamo l’Osservanza: L'osservanza sono io od è la mia suora? Chiedere per le Damigelle dal mondo che, dopo arrivare al punto cruciale, molte non hanno compreso quello che è la vita spirituale di Cafh.

 

Insegnamento 26: Sulla Meditazione (20/12/1956)

Questa conferenza è data con carattere di direzione spirituale. Avvertenze fatte su come il Cavaliere Gran Maestro capisce la preghiera, come vuole che la pratichiamo e quando arriva il momento di cambiare metodo nella preghiera.
I Figli confessano che nell'ora regolamentare di meditazione esperimentano aridità, distrazioni ed il sonno li vince. Questo è piuttosto vitalmente importante per noi, cosicché bisogna prestare molta attenzione.
L'esercizio è indispensabile fino a che l'anima non se è identifichi coll’esercizio. La questione non è che dopo non abbiamo bisogno dall’esercizio ma che non ci rendiamo contò che stiamo facendo esercizio, finalmente è tanto naturale in noi. Quando sappiamo cucire o tessere, facciamo ciò tanto meccanicamente che la mente non accompagna al movimento; ma se ci sbagliamo, dobbiamo essere nuovamente tutt’occhi.
Quando nell'esercizio di meditazione possediamo la tecnica, facciamo l’esercizio istantaneamente ma non arriva mai ad essere un ostacolo; se si trasformasse in un ostacolo vedremmo che non è perché possediamo l’esercizio bensì perché l'abbiamo trascurato per molto tempo e così sprechiamo il tempo.
Questo accade anche a quelli che hanno avuto stati notevoli nella meditazione. Questo esercizio ci permette di trascendere quando l'abbiamo imparato tanto bene che facciamo l’esercizio istantaneamente. Trascendere è possedere.
Meditazione Discorsiva: Gli uomini conversano spinti per l'emozione del momento rispondendo alla vibrazione mentale dal paese, dalla razza o dalla città dove vivono.
La Meditazione Discorsiva insegna una conversazione più intima ed egocentrica; per quell'ha bisogno di tutte le nostre potenze e di nostro totale riconcentramento. Nei principianti se percepisce molto bene che non sanno conversare bensì rispondono alla vibrazione mentale dal luogo dove nacquero o se istruirono. Niente devono dire a sua Divina Madre ma se si trovano con un amico gli dicono tutto.
Per entrare dentro di noi, non conversare semplicemente come uomini bensì guidati per l'intuizione, è necessario praticare la Meditazione Discorsiva.
Sarebbe necessario cominciare con l'esame retrospettivo e parlare nuovamente come nella nostra infanzia.
Il bambino sa parlare con esseri immaginari, sembra che avesse qualcuno accanto a sé. Così esce dalla reclusione mentale della civilizzazione e della cultura nelle quali viveva. È buono invocare il Nome Divino dicendo “Madre mia, ti amo Madre Divina.” Ma non è necessario perdere troppo tempo così perché molte volte non è più che una ripetizione di quello ch’imparammo, non è una conversazione tra la Madre e l'anima nell'intimità. Per possedere la vera tecnica della Meditazione Discorsiva, dobbiamo spogliarci dalle vecchie abitudini di conversazione.
Dobbiamo imparare a conversare da soli colla Madre e contare tutto quello che venga in mente, pettegolezzi, tutto. Così se riesce la conversazione con Dio, se tocca una molla fino allora sconosciuta che sta nel ridotto più segreto del cuore.
Quando se arriva a questo uno comprende come l'essere spreca la conversazione.
Come può uno odiare la Meditazione Discorsiva se non l'ha posseduta mai? Abbiamo sentito per caso la Voce dei Maestri, quella Voce Divina che non somiglia a nessun altra? Quando così è successo, uno ha tutta la mente e l'essere lì e quando c'è oscurità uno soffre e se dispera.
Quindi dobbiamo tirare fuori il velo che copre all'anima parlando e contando alla Madre quello che non abbiamo detto mai a nessuno.
Dobbiamo dare vita a quello Essere con chi parliamo. Dandogli vita si domina la preghiera.
Altrimenti è una chiacchierata umana che finalmente diventa pesante ed insopportabile.
Accade identicamente colla Meditazione Affettiva.
La Meditazione Affettiva è fortificare l'immaginazione, lo specchio mentale, attraverso il quale se riflettono egli immagini che vogliamo osservare.
Importante: Molti Figli fanno la Meditazione Affettiva come se fosse una pittura, fissano l'immaginazione ad un'immagine. È perché uno cade sempre nell’aspetto umano ed abituale. L'idea o l’immagine è piuttosto panoramica, obiettiva. Ma la Meditazione Affettiva vuole che arriviamo all’aspetto irreale, inesistente, qualcosa “che non può essere trasportata al telone del mondo”. Quella cosa che la Meditazione crea può sussistere mentre sta in noi ma non esiste mai riflettendola fuori.
Nella Meditazione uno vuole svegliare un'affettività, esperimentarla, e quindi l'esercizio attivo della meditazione affettiva è necessario. L’anima si educa mediante questo esercizio affinché possa elevare il piano dall’aspetto sensitivo ad uno stato spirituale superiore.

Questa sarebbe la prima parte dell'esercizio.

Quadro: Vedo la montagna e la sua bellezza m’incanta. Vedo Kaor, il lago ai miei piedi, e la mia anima s’espande davanti a quello paesaggio.
L'esercizio vuole riprodurre la stessa sensazione che quando lo vedo materialmente.
Un altro Quadro: La Divina Madre, i suoi occhi di colomba, la sua bocca di santa, le sue Mani che danno la Benedizione, ed esperimento allegria.
L’aspetto abituale è trasportato così ad uno stato spirituale ed immaginario che sempre è obiettivo.

Seconda parte: Si effettua quando quella sensazione o il quadro ritornano da soli a me; quando ho creato la mia immagine, questa sta fuori da me.
Abbiamo l'esempio di quando se ascoltiamo una canzone e dopo stiamo lavorando e sentimmo il ritornello senza l'avere ricordato, o sentimmo alla Madre accanto a noi.  È che gli abbiamo dato vita, sta fuori da noi e non è oramai noi. È una forza in me ripetendolo meccanicamente. Quella è la Meditazione Sensitiva.

Orbene abbiamo la sensazione, ma passa. Esempio dalla Suora di Carità assistendo il malato con entusiasmo; dopo, quello passa e continuiamo ad assistere e rimane la carità schietta e l'abitudine che abbiamo acquisito fa che non sentiamo niente. Davanti a noi non rimane altro che l'oggetto che significa il Nome di Dio.
Questo ci accade coi bambini. Non possiamo stare con l'affettività continua perché è impossibile. Quando uno è riuscito l'oggetto attraverso la sensazione, tutto sparisce e l'oggetto rimane. Quindi non è reale ripetere un quadro per esperimentare nuovamente la sensazione. Dobbiamo ripetere fino ad esperimentare la sensazione; dopo già ottenemmo quello che desideravamo e l'oggetto schietto rimane.
La sensazione non è più che il primo scalino della meditazione; quindi se s’insiste, infine, assolutamente non abbiamo sensazione; è difficile farlo.
La vera Meditazione Affettiva è l'immagine; non è necessario caricarla con sensazioni bensì farla soggettiva, non oggettiva, che abbia forza interna.
Orbene, l’immagine, per essere soggettiva, non deve uscire dall'immaginazione potenziale. Per esempio, se facciamo un disegno, tutti possono vederlo; ma se sorge in me l'idea del disegno e la mantengo senza farlo –l'affettività lotta per fare l'immagine, ma se mantengo quella forza, fermiamo il cavallo della mente– ostacolo il suo sviluppo, quella potenza rimane nell'anima. Allora sono riuscito la Meditazione Affettiva. Così l'immaginazione smette d’essere umana e le forze si riservano per quando qualcuno abbia bisogno di esse; non è necessario rispondere all'istinto bensì alla volontà.
Allora la Meditazione Affettiva se trasforma in negativa: non proibisco, non sono, non voglio. Sto qui e nient'altro. Per esempio: lo stendardo della Madre, senza forma, soltanto sta, sta. Se permettiamo che la sensibilità voli se spende e non niente rimane. È necessario conservarla benché sia difficile.
Quando uno ha gran entusiasmo per servire a Cafh, i sensi inferiori spendono la sensibilità.
Ma la Meditazione Affettiva deve portarci ad un altro stato di superpossesso.
Domande: come è la mia Meditazione Affettiva? Io spendo la mia sensibilità?
Non voglio spendere quello che io esperimento, lo conservo nascosto. Mantengo in me gli elementi che danno vita al quadro. Conservo allegria, affettività.
Mi vedo un bambino e voglio toccare a questo bambino, e conservo questo affinché i nervi non spendano quell'affettività. La Meditazione Affettiva conserva per il momento opportuno.
Se facciamo così, dopo, durante il giorno, sempre conserviamo forze.
Quando uno spende l'allegria, dopo esperimenta la tristezza di non averla, ma se conserva l’allegria, dopo ha allegria.
L'aridità indica che un chiodo a vite se stringe appropriatamente. La volontà stringe il chiodo a vite e ritiene le forze nel cuore.
Quella noia è una benedizione, dobbiamo berla e curarla, non svagarci né lasciarla scappare dietro alcuna cosa sensibile o dal mondo perché la noia ci darà la chiave inglese che regola, tira fuori e mette le energie del cuore. Ci fa padroni del cuore.

 

 Insegnamento 27: I Superiori (21/12/1956)

I Figli di Comunità sono molto pochi e se è messa molta attenzione per educarli perché supponiamo che saranno i Superiori del futuro.
Devono essere Superiori in tutti gli aspetti; quindi il Cavaliere Gran Maestro li corregge tanto poiché da essi dipende il futuro di Cafh.
Quando morirono i primi Figli, rimasero gli altri coi quali fondò le prime Tavole di Solitari ed il Cavaliere Gran Maestro se domandava se, avanzando l’età, non dimenticheranno gli insegnamenti sorgendo difficoltà nelle sue famiglie.
Le anime che possono conservare lo spirito di Cafh sono le anime consacrate, gli Ordinati di Comunità. Esse non invecchiano, non hanno le preoccupazioni della gente del mondo né perdono l'agilità della mente. Non muoiono mai e sono rimpiazzate per altre anime col suo stesso spirito ed immagine e colla stessa conoscenza e capacità.
La maggioranza delle anime consacrate devono formarsi per dirigere anime; non devono avere falli.
La direzione della Comunità deve ricadere sul Superiore ma come ancora siamo giovani, il Superiore è soltanto una parte. Non solo bisogna sapere dirigere ed essere capace bensì sapere dare la sussistenza ai Figli. Non devono mancargli qualità. Essere appropriatamente centrato mentalmente, emotivamente e praticamente. I Figli possono essere “Copertini” ma il Superiore non può.
È necessario sapere dirigere ai Figli in tutti i sensi. Non solo sapere parlare bensì pensare a tutto perché il Cavaliere Gran Maestro non sta sempre dietro.
La rovina della Comunità può consistere in un Superiore pratico ma con poco buonsenso, ed intellettuale. No, deve essere capace in tutto e vedere tutto.
Non ha diritto a riposare mai, non nel senso che deve lavorare bensì in quello dell'attenzione, dell’osservazione.
Deve ubbidire sempre alle necessità dei Figli, ai suoi progressi spirituali, e vigilare le necessità economiche della Casa.
Il Superiore, per essere integrale, deve essere saggio, buono e capace. Santa Teresa diceva: “Sapere conservare il cielo ma avere i piedi convenientemente nella terra”. Sapere parlare di teologia ed ascetica mistica e sapere quante patate ci sono nella pentola. Tutti i grandi fondatori guardavano e prendevano in considerazione fino alle cose più piccole.
Obbedienza assoluta dal Superiore. Egli se deve ai suoi Figli ed all'Osservanza. Un Figlio può disubbidire all'Osservanza, è rimproverato e passa ad un'altra cosa ma il Superiore che consentii un fallo nell’Osservanza ha disubbidito la Legge Divina.
La Madre Superiora d’un convento di Cappuccine era permissiva e perdonava molto. Quando morì tutti la credevano una gran santa. Un giorno, una Suora sentì un forte rumore nel guardaroba e vide come una mano bruciata se posava sul guardarobiere ed una voce diceva che stava soffrendo inferni. Era la voce della Superiora.
Una Superiora non se può fare gradevole ai Figli: è necessario che a volte sia piuttosto rigorosa. Non cercare che sia simpatica. Così se mantiene l'Osservanza. Il Superiore deve offrire anche quello sacrificio ed è buono quando gli dimostrano tanta simpatia ed considerano che egli sia piuttosto duro. Così quella simpatia se trasformerà da umana in divina.
La gran missione del Superiore è capacitare ai Figli per imparare quello che non sanno. Quindi, l'insegnamento deve essere continuo: nelle ricreazioni e passeggiate, nella conferenza particolare e nella direzione spirituale.
Quando il Cavaliere Gran Maestro era giovane e domandò che studi dovevano realizzare gli risposero che studiasse tutto quello che potesse essere profittevole per le anime; tutto il resto non vale niente.
I Figli devono essere insegnati continuamente, così se qualificano non solo per comprendere bensì per insegnare. Devono sapere esporre la dottrina di Cafh; il Superiore sarà colpevole di tutto quello che il Figlio non sappia.
I Figli devono sapere differenziare tra un Insegnamento Universale ed un Insegnamento particolare di Cafh.
Formare anime vere che abbraccino con un divino sentimento a tutti gli esseri. Per esempio, formare una Maestra Integrale. Quello bisogna dimostrarlo coi fatti, tutti i giorni, senza allentare. Devono essere forte di cuore, che non le entri il sonno della pigrizia umana.
Il Superiore deve condurre alle anime verso il suo destino, con amore, rimprovero ed anche con fatti drastici ed estremi se questo fosse necessario: Vale più l'anima dell'opera che la contemplazione di una persona. Il tumore bisogna essere operato affinché non se estenda al corpo.
Povero Superiore che credi che i Figli debbano ricompensare con amore il suo lavoro!
Le cose si fanno col lavoro della direzione e non soltanto col lavoro delle mani.
Quando un Superiore va e guarda, già guadagnò il giorno di lavoro. Ma deve conoscere i piccoli ed i grandi lavori, conoscere il sacrificio per essere un buon Superiore. Simone Weil dice “È necessario lavorare per conoscere il sacrificio di una persona”, Così se conoscono le reazioni interne che il lavoro implica.
Quindi, ci fanno ruotare. Dobbiamo imparare i mestieri di là giù perché dà lì si vedi tutto. Esempio della donna ricca che diceva che nella cucina sapevano meglio ch’ella stessa quale era il movimento della sua casa.
Il Superiore deve mettere una corazza al suo orgoglio, all'amore proprio, al cuore, perché lì è dove gli attaccheranno. È naturale che come essere umano abbia le sue debolezze ed allora i colpi cadono lì. 
Se il Superiore si affeziona ai Figli ha bisogno di una corazza per il suo cuore perché forse debba rimproverarli, sa che essi non vogliono, ed egli soffre. Non farlo sarebbe debolezza ed un gran male.
Se il Superiore ha personalità è tremendo come soffrono e se dopo cambiano.
Tutto questo è necessario per essere buon Superiore: vigilanza mentale, del cuore e dei Figli.
La nostra responsabilità è grande; quindi dobbiamo fare un esame di coscienza e vedere come si insegna la dottrina, come vanno i Figli per il cammino mistico, che abbiano capacità e sappiano difendersi nella vita.
Il Figlio di Cafh deve essere un insieme integrale di mente, materia e forza in azione. I Superiori sono i maestri di anime che devono portare le anime per il cammino della luce.
Quello che prega ma non ha capacità di lavoro è un improprio Superiore.
Deve essere l'immagine della Divina Madre, non nella sua personalità e nel suo aspetto esterno bensì come espressione di Cafh coi fatti e colle opere, e nella Comunità.

 

Insegnamento 28: Concetti di Cafh sulla Nostra Vita di Operai (22/12/1956)

Il momento che vive l'Umanità è di gran importanza perché non e divisa in classi bensì in due settori preparati per la guerra e per distruggersi mutuamente: l'uomo che produce e l'uomo che coltiva la produttività.
I Figli di Cafh che agiscono nella salvazione dall'Umanità devono conoscere a fondo questo problema. 
In un'epoca l'uomo che lavorava era unicamente un uomo di lavoro ed esisteva una dipendenza tra il padrone ed il lavoratore, esisteva una cultura, una comprensione ed una direzione tra i due.
Con la cultura e la scrittura, Le cose cambiarono colla cultura y colla scrittura: e l’operaio già non era una persona ignorante ed analfabeta. Ora si prepara il gran scontro perché niente ha dato la soluzione. Il cristianesimo lottò per due mille anni in favore della pace e della fraternità, ma è fallito. Perché? Perché predicò la Rinunzia totale ai beni materiali, quello che è impossibile per la capacità dell'uomo. È una Rinunzia ideale che diedi il frutto meraviglioso della carità: chiudere gli occhi ad un moribondo, assistere il malato, dare quello uno ha per i poveri. Ma il cristianesimo fallì.
Ora l'operaio elevò il suo livello perché sa leggere e è capace. Quando senti in una chiesa ripetere le parole di un San Francesco d’Assisi, Vincenzo di Paoli o Don Bosco; quando gli contano che essi hanno fondato ospedali, case di anziani per la sua vecchiaia, egli se indigna e non vuole quello denaro né quell'aiuto perché dice che è dargli quello ch’è di lui, quello che gli appartiene e quello non è carità, è un insulto, è dargli come carità quello che gli hanno rubato.
Ma la Chiesa non può darò un'altra cosa perché, unita ai poteri statali del mondo, no può ravvedersi. Soltanto può condiscendere ostacolando che continuino rubando all’operaio.
Nessun operaio rimane oggi colla Chiesa.
Il Papa Leone XIII disse “Abbiamo perso la classe operaia” ed il Papa attuale Pio XII potrebbe dire “Oggi abbiamo all'operaio contro di noi”.
Questo sarebbe il primo punto: La posizione cattolica come soluzione rimane scartata.
Secondo punto. L'idea materialista del comunismo: Rinunciare e dare tutto per arricchire allo Stato. Invece di lavorare in favore d’un modello l'operaio lavora in favore dello Stato. Cioè, potrà studiare e mangia ma gli tolgono la soddisfazione individuale di godere di quello che uno stesso creò.
In Cafh siamo diventati operai per dimostrare che unicamente per mezzo della partecipazione progressiva l'operaio può arrivare al possesso delle sue più elevate possibilità. Il capitalismo, il capitalismo statale e la ripartizione caritatevole dei Ministri della Chiesa non hanno fatto altro che fomentare la lotta per il salario, per la sovrapproduzione e per il monopolio.
Il problema è questo: l'operaio è retribuito per il suo lavoro ma la retribuzione è sempre inferiore al valore reale di quello che una persona può produrre.
L'operaio ha un'anima esattamente uguale a quella dell'uomo più ricco del mondo; è un essere egocentrico ed individuale.
L'unica partecipazione possibile è quella che se pratica in Cafh. Non può avere una Rinunzia totale a tutte le cose materiali poiché per quello bisognerebbe sparire come essere umano.
L'essere umano per la Rinunzia non possiede ma partecipa; non possiede ma ha quello che gli appartiene.
Non può avere ordine nel mondo mentre il salario esista. Il padrone è patrono, ma non è padrone assoluto bensì partecipante.
Per esempio: noi costruiamo la nostra scuola e tutti partecipano; l'opera è di nessuno ma il lavoro è di tutti. L'operaio deve essere così: non ha un salario, ha quello ch’è suo. Né il modello né l'operaio esistono bensì ognuno occupa il suo luogo.
L'aumento di salario niente risolve perché subito il modello aumenta quello che produce.
La nostra idea è la vera. Non siamo né politici né sacerdoti per predicare la nostra idea; quello che facciamo è viverla.
Così dimostriamo così al mondo che la felicità consiste nella semplicità della vita, non nell'abbondanza dei beni.
Noi non possiamo vivere nel mondo ma viviamo nella Comunità come operai non salariati bensì partecipanti, e questa è un superpossesso spirituale di quello che si realizza.
L'operaio ha perso l'amore al lavoro perché tutto è per un altro, niente è suo. Allora spende più di quello che le sue possibilità dell’anima possono dargli.
Per comprendere questo è necessario conoscere il Radio di Stabilità, il magnetismo del luogo. Diamo forza e riceviamo beni. Il lavoro non toglie energia bensì dà forza. L'operaio se stanca prematuramente perché non sta mai nello stesso luogo ed allora non si radica. Quando l'essere lavora spende energie ma genera una pila elettrica per la quale quelle forze ritornano a lei. Ogni volta che uno cambia deve costruire un nuovo generatore.
Il vero possesso consiste in rimanere in un luogo ed amare a quello luogo. Così se rinvigoriscono i muscoli e si vive pienamente.
La seconda partecipazione è possedere il bene magnetico del Radio di Stabilità: sapere dove stanno le cose, non perdere il tempo cercandole. Perché non diamo felicità solamente con quello che possediamo bensì rimanendo nel Radio di Stabilità.
Noi impregniamo il luogo colla nostra capacità ed il luogo ci restituisce le forze della terra ed il superpossesso non è soltanto dell'essere umano bensì va più in là.
L'operaio del mondo ignora il valore delle cose: $10 per noi sono come $100 per un altro.
 Dovendo l’operaio lavorare per un terzo, non produce quello che dovesse, se stanca, e non producendo quello che dovesse, tutto aumenta ed il mondo se rovina.
L'operaio ignora il potere della resistenza: affinché all’operaio gli aumentino se dichiara in sciopero e sorgono lotte tra delegati operai ed i padroni e nel frattempo l'operaio non riscuote il suo salario. L'operaio è la vittima. Niente tengono perché si aumenta il salario aumenta il costo della vita. L'operaio deve impedire l'aumento del costo della vita ma per quello una superforza è necessaria: la resistenza passiva –che Gandhi praticasse– non usare né acquisire quello che è aumentato. Si aumenta il tram andiamo a piedi. È lo spirito di sacrificio ma ancora manca affinché l'Umanità lo comprenda. Gli inglesi abbandonarono l'India perché smise di essere un commercio per essi. È la terza tappa che l’operaio deve conoscere: il ritorno alla semplicità della vita.  
L'operaio deve smettere di pensare alla felicità come essere padrone ed avere un opificio. Sappiamo che l’individuo che riuscì ad avere un opificio fu uno dei più grandi spogliatori. No; il maggiore possesso è il bene magnetico ed inoltre l'operaio che lavora ha l'obbligo di aiutare si bisognosi. Deve aumentare in possibilità di sacrificio, resistenza e dominio della sua natura. Così è l'operaio Ordinato. Abbiamo lasciato il mondo per essere un'espressione viva della vita. Il mondo di domani sarà dell'uomo che lavora perché ha compreso che la comprensione mentale si unisce al suo lavoro.

 

Insegnamento 29: Santa Francesca Romana (23/12/1956)

Non si può smettere passare il Ritiro senza lanciare un'occhiata verso il nostro Popolo, verso l'Eternità, da dove tutta la consolazione e assistenza arrivano a noi, e specialmente verso quelli che ci guidano, accompagnano ed aiutano ad attraversare il ponte rapidamente.
Oggi ricordiamo a nostra Santa Protettrice, Francesca Romana, affinché l'immagine delle sue virtù sulla terra ci permetta di essere i suoi compagni nelle Tavole Invisibili del cielo.
La vita dei protettori sulla terra ci indica che anche noi possiamo imitarli e che essi, per la sua virtù, lasciarono dietro di sé una stella di forza magnetica che ci dà la forza per imitarli.
Parlando dei fatti e delle persone che accompagnarono ai Santi, gli scrittori perdono di vista il punto fondamentale e centrale delle sue vite, quello che è di reale e vivo interesse. Non penetrano nell'anima per vedere il fiore magnifico che se è aperto lì.
Dobbiamo cercare in Santa Francesca come sviluppò la virtù centrale di tutta la sua vita, quella virtù che dà forza e vita all'anima e le proietta su tutte le anime per vivificarle.
La castità fu la virtù primordiale di Francesca; era mentale, morale e fisica. Era un dono divino.
Tutti i fatti della sua vita prendono trascendenza attorno a quella virtù. Ella raggiunse un grado di Rinunzia tanto alto attraverso quella virtù. La sua Rinunzia fu assoluta, a tutto quello che può possedersi sulla terra.
Santa Francesca appartiene molto a Cafh perché la sua Rinunzia si praticherà nei tempi futuri. Tutta la forza della sua Rinunzia consiste nella sua castità.
Immaginiamo il martirio che deve essere per un'anima elevatamente casta e ansante di purezza, vivere legata alla legge del matrimonio.
Un giorno, quando aveva nove anni, un giorno, guardando il cielo, dice a sua madre: “Sono la Sposa di Cristo”, ma gli esseri di quello mondo pensano che quelli siano cose di bambini e non le danno importanza. Così, senza che ella intervenga, un giorno è sposata con un uomo che è già quasi vecchio, che non sa quello che è la vita spirituale e conosce male tutto il male ed il vizio del mondo.
Questo fu il primo martirio di Francesca; quando i suoi genitori gettano la sua purezza al fango umano. Suoi genitori niente sapevano su quello che se nascondeva nella bambina. Dopo la sua morte, una vecchia domestica testimoniò che stando in pannolini, Francesca piangeva disperatamente quando la toccavano. I suoi genitori ridono di quelle dimostrazioni di purezza. Ma i destini divini segnalano chela pienezza della Rinunzia arriverà per quello cammino.
Quell'anima di dodici o tredici anni, gettata alla macelleria della vita, cade gravemente malata. Nessuno sa come è il suo male; la presenza di suo sposo è come la morte per lei. Ma esiste un'anima, la sua cognata Vanosa, che la comprese. È la compagna nella sua vita spirituale. Vanosa dice allo sposo che non se avvicini a Francesca perché così potrà salvarsi dalla morte. 
Francesca migliora allontanata dal problema matrimoniale ma una febbre divoratrice la divora. Una notte, Alessio, il santo romano, appare e le dice che è necessario sacrificarsi: “Dio vuole che tu sia madre, comincerai ad essere madre ed a portare la pesante croce.” Il giorno dopo, quando Vanosa viene, Francesca le dice che sta bene e che l'accompagni alla chiesa per dargli grazie a Dio.
Dopo ha il suo primo figlio ed i suoi sentimenti sono purificati per la maternità. Il suo direttore spirituale dice che il matrimonio è il suo dovere, quello è un martirio per lei e se sempre sputa sangue quando suo sposo se avvicina a lei.
Il matrimonio è peccato per più santo che sia, ed ella lo esperimenta così, ma da quello martirio germoglia la forza per farsi madre di tutti gli esseri.
È allora quando rovescia l'amore verso i membri doloranti di Cristo: malati e bisognosi.
 Il suo gran desiderio era dedicarsi a Dio in un luogo appartato ma comprende che Dio vuole che ella debba guarire all'Umanità.
Comincia la sua missione in favore delle anime. Guarisce a tutti con l'olio della sua lampada che ancora oggi se conserva.
Ella lotta sempre per ritornare alla purezza dell'infanzia ma il Signore l'ha scelta affinché attraverso quello peccato matrimoniale paghi per il peccato di tutti gli esseri. Una volta Cristo le dice: “Ti ho scelto affinché paghi per quelli che fanno male ed affinché come la mia Sposa sia madre di tutti.”
Comincia a precipitarsi tutto ad intorno da lui: due figli muoiono ed i nemici politici del suo sposo portano ad un figlio come ostaggio.
Tuttavia, ella ha una gran forza interiore e tutto quello che le tolgono lo considera la Volontà di Dio. Ma in mezzo del dolore Dio le dà un angelo affinché li accompagni durante tutta la sua vita. È suo figlio morto che le è apparso per dirle che le invierà un compagno. Anche allora le ritornano suo figlio Battista e suo sposo malconcio e rovinato.
La gente la chiama angelo di Dio e si inginocchia e bacia il suolo dove ella passa. Quando si alza in estasi, Cristo le parla e le dice che sebbene nella terra ella sia madre e sposa, nel cielo è totalmente Sua perché ha compiuto la volontà che Egli l'ha imposto.
Le sue compagne, vedendola molte volte in estasi, dicevano che sembrava il corpo di una vergine. Come il suo sposo è anziano, ella pensa che abbia compiuto già la sua missione umana, ma egli è ostinato e chiede alla moglie che Dio gli ha dato.
Il suo confessore le fa compiere il suo dovere ma tutte le volte che lo sposo la tocca secchi di sangue escono dalla sua bocca.
Sono anni ed anni di martirio. Dio non le permette morire. Ella deve essere l'immagine più pura della Rinunzia e della castità. 
Finalmente lo sposo la invia con Dio perché è molto inutile ma molto santa.
Quello giorno se alza in estasi perché già niente può separarla dal suo anelo.
Sembra dirci: “Ho sofferto molto. Tutto il sonno della mia vita era riunire attorno a me anime verginali ed ora l'ho ottenuto. Voglio che niente possa toccare quelle anime e che curino il fiore meraviglioso dato per il Signore. Abbellite quello fiore colla vita interiore di castità e separazione, e specialmente colla la Rinunzia che è la corona di tutte le virtù”. Dobbiamo ricordarla molto, particolarmente quando abbiamo tentazioni, non tentazioni grossolane bensì di ira, gola, pigrizia e indolenza, allora la forza di Francesca ci arriverà subito.
Molti doni Dio ci ha dato ma il più grande di tutti è potere mantenerci puri e casti e dire: “Ego sum Sponsa tua”.
Tutti riconoscono la ricchezza di questo dono, avallo sicuro della nostra Rinunzia e della nostra Osservanza.
Immaginiamo a Francesca tendendoci la mano per attraversare il ponte che conduce da qui all'Eternità.

 

Insegnamento 30: La Porta Santa (30/03/1957)

La Divina Madre è quella che ha dato all'Ordinato la grazia della sua vocazione e questa divina vocazione ha condotto all'Ordinato fino alla Porta Santa della Casa della Divina Madre. È la Divino Madre che ha salvato gli ostacoli e rotto i lacci col mondo ed i sensi. Ella è chi ha fatto il lavoro. Ci prese nelle braccia come a bambini innocenti e c'introdusse nella casa del mistero e dell'amore. Ma una volta che siamo arrivati lì, ci mostra l'altra porta segreta del suo adorabile ed intimo santuario. Ma lì Ella non ci porterà, dobbiamo camminar e da soli. Per attraversare quella minuta porta dobbiamo prendere tutta la forza della nostra anima, della nostra volontà. Una volta che l'anima se è dedicata non c'è solo l'obbligo di essere fedele al voto deve arrivare al massimo della perfezione che è penetrare in quello santuario segreto. Non solo dobbiamo compiere bensì dobbiamo consegnargli tutto il nostro cuore, dobbiamo essere misticamente totali, incondizionali ed eterni. Non solo dobbiamo essere buoni bensì perfetti. Tuttavia il Figlio Ordinato ammira maggiormente quella Porta ma non si decide a penetrare lì, a penetrare alla Felicità. 
Se l'abbiamo dato tutto, abbiamo rotto le catene che ci legavano a quello mondo, ora che ci ferma? Dobbiamo fare senza vacillare questa seconda offerta, intima e profonda, una vera conversione.
Come può essere che l’anima generosa, stia lì dubitando, lasciando passare i giorni e gli anni, senza decidersi a dare il salto? Le succede la stessa cosa che a quello che deve sommettersi al chirurgo e per paura dell’operazione continua a soffrire. ed uno se domanda: Come può essere che dopo tanti sacrifici non penetriamo nel santuario intimo della Madre? Quella che ci ferma è una piccola cosa che se fa abituale, un'amicizia, uno sguardo, una condiscendenza di vanità, un attaccamento di comodità. Abbiamo fame e non sappiamo mortificare la nostra gola; abbiamo sete e ci viene la disperazione per bere acqua. Qualunque cosa può mantenerci fuori dal Santuario della Divina Madre.
L’anima consacrata deve essere totale in generosità. Per vincere è sufficiente rompere una volta. Bisogna dire: “Oggi mi do, comincio oggi”. Non siamo come i servitori che puliscono sempre e non conoscono il viso del suo Re. La nostra missione non è stare nell'atrio bensì penetrare dentro il Santuario della Divina Madre. Non può importarci niente, né sapere né non sapere, né avere né non avere, né fare un lavoro od un altro, sopportare una compagna con pazienza o no.
Ci sono anime sante che vogliono sapere se compiono la sua oblazione totale alla Madre. Molte anime dicono che hanno aridità, tristezze, che non sanno concentrarsi, hanno sonno, inconvenienti nell'azione. Tutto questo è molto comune nelle anime consacrate, ma... c’è un “ma”; quell’anima che si trova in oblazione totale può avere grandi aridità ma sempre ha luci divine, lampi di comprensione in cui la Divina Madre si fa presente. Se l'aridità non è sfumata per queste luci è che l’oblazione non è totale perché la contemplazione è il frutto delle anime consacrate e tutte devono raccoglierlo.
Quando l'aridità non ha mai il segno divino è segno d’assenza d’oblazione. Perché la Divina Madre retribuisce l'aridità con consolazione.
Non si deve dire mai che uno deve fare tante cose che gli è impossibile mantenere la mente ed il cuore tranquilli perché se così fosse bisognerebbe lasciare ogni occupazione perché tutte egli occupazioni del mondo valgono niente confrontati con un minuto d’oblazione.
È di maggiore valore per l’anima vivere la vita interiore che lavorare molto e scrivere molto. Tutte le attività esterne sono buone si sono dirette dentro, senza mettere niente che sia nostro.
Come dobbiamo fare per penetrare per quella Porta che Ella aprì? Farci piccoli, senza attaccamenti, senza gusti, benché siano santi. Potremo avere tentazioni, aridità, ma verrà la luce dalla contemplazione.
Non dimentichiamo che possiamo fare molto, ma prima dobbiamo arrenderci, darci al Divino Amore, essere piccolini per attraversare quella Porta.
La Madre ci porta ma la realizzazione d’amore ed oblazione è nostra.

 

Insegnamento 31: Amare alla Divina Madre (6/04/1957)

Il nostro lavoro principale è vivere la vita interiore e questo non è possibile senza la preghiera. Quindi, la preghiera è la nostra finalità ed l’obbligo principale.
Quando per realizzare le Mistiche Nozze il Cavaliere Iniziato arriva dove la Divina Madre sta e domanda “Dove stavi Tu, Amata mia?”, Ella risponde: “Ero nascosta nel tuo cuore. Per te ho creato l'Universo, ho sofferto e lottato. Ho fatto tutto per te”. Sebbene la nostra vita non escluda il lavoro ed i doveri, tutto questo è niente comparato col divino esercizio di stare in unione colla Divina Madre.
Tutti sono attributi ma il nostro unico lavoro è la preghiera perché Ella ha fatto tutto per arrivare ad abitare nel nostro cuore.
Questo non vuole dire che ci siano due vite: una di lavoro ed un'altra di preghiera, una di attività ed un altra di rifiuto dell'attività. Prima dobbiamo vivere interiormente; tutto il resto è una sequela di quello stato interiore.
La nostra vita è ispirata in quello divino lavoro d’amore e di preghiera. Il nostro mestiere consiste in amare alla Divina Madre.
Nell’inizio del Cammino Spirituale impariamo a pregare ed a fare l'esercizio della meditazione, ed in quello sforzo arriviamo alla pace ed alla vita interiore.
Dopo, consigliati per il Direttore Spirituale, lasciamo quell'esercizio perché sembra che preghiamo con più elevazione ed a volte se dimentica quell'esercizio.
Ma è necessario considerare che la natura sia debole ed allentiamo nella preghiera lavorando ed stando occupati.
Ma la nostra vita è totalmente spirituale ed abbiamo ore stabilite per metterci in contatto colla Divina Madre, ma che cosa succede? Succede che perdiamo il tempo, c'addormentiamo, lottiamo contro delle tentazioni della volontà. Che peccato che perdiamo quell'anello che c’afferra alla Scala Eterno! La Madre vuole darci una Luce, un'illuminazione speciale, e questo non lo dà affinché dopo dimentichiamo l'esercizio bensì affinché lo attiviamo e perfezioniamo più. Questo esercizio educa la nostra volontà e c'insegna ad essere semplici ed umili affinché conquistiamo quello che una volta perdemmo.
Non lasciamo l'esercizio perché consideriamo che non sia necessario. È sempre buono discendere alcuni scalini per salire nuovamente, e farci piccoli affinché sia la Madre che c'elevi fino ad Ella.
L'esercizio è il vincastro, l'appoggio dei momenti umani. Più ancora, anche è preferibile respingere la contemplazione e fare bene l'esercizio; se la contemplazione è vera sarà come un fuoco che nonostante tutto verrà.
La Madre spera unicamente la nostra umiltà, che ci consideriamo piccoli. Non accorrere mai alla meditazione senza prepararla. Santa Teresa accorreva mai alla meditazione senza il suo libro di preghiere.
 È buono avere un metodo semplice adattato alla nostra anima ma non si deve divagare; il Regolamento raccomanda il metodo: “per mezzo di disciplina esteriore raggiungeremo la disciplina interiore”. Avere un quadro generalizzato, settimanale o quindicennale che stia dentro del lavoro che uno esegue nel momento.
Il Cavaliere Gran Maestro divide la meditazione in tre punti generalizzati: Invocazione:
1) “Chiedete e vi sarà dato.” Quello che non chiede il pane a Dio non ha diritto al pane di ogni giorno. Chiedere è già per sé un movimento di umiltà e questo c'apre le porte della preghiera.
Sulla missione delle anime disincarnate: Chiedere alla Madre che ci permetta di vedere quello che queste anime soffrono. Uno sa pochissimo, soltanto Ella può insegnarci e mostrarci il gran soffrimento di quelli che stanno nell’aldilà.
Il nostro modo di pregare e di chiedere deve essere spontaneo e sincero. La nostra mente comprende l'importanza della missione ma dimentica facilmente perché è umana e debole.
2) Quadro Immaginativo. Dopo, entrare al Quadro Immaginativo. Non cercare colori od immagini. Che sia facile. Cercare sensazioni per essere rapidi perché la nostra mezz’ora vola e “dobbiamo tirare il pane fuori dal forno”.
Quadro: Mi vedo nel cammino, viene un’automobile, credo che può investirmi e mi spavento. Di notte, solo nella mia stanza, un amico che arriva mi tocca senza che io lo veda, e mi allarmo. Quella è la mia arma di lavoro.
Io porto alle anime –coll'aiuto della Divina Madre– pazienza, umiltà, e mortificazione, quello che io ho fatto durante il giorno.
Per esempio: si può prendere il lavoro sulle anime che uno deve dirigere.
Non si può dire che non abbiamo volontà e passiamo l'ora facendo niente. È necessario avere un metodo.
Il sonno: la vera preghiera toglie il sonno; è come quando leggiamo un libro interessante e non c'addormentiamo ma si è noioso c'addormentiamo.
La Madre sta nel nostro cuore e ci reclama i minuti e la vita. Non possiamo perdere il tempo. Ella ci chiede lo sforzo, unicamente possiamo darle questo, e dopo Ella verrà ad elevarci colla sua luce e comprensione.
Non dimenticare: Non lasciare l'esercizio della Meditazione. Sebbene il Cavaliere Gran Maestro consigli la quiete, quando quello succede è necessario a volte ritornare all'esercizio. Siano sforzati e tenaci. Se la Madre dà 10, darà 100, 1000 e molto più.

 

Insegnamento 32: Sul Mistero della Divina Incarnazione (13/04/1957)

Come uomini siamo abituati a fare separazioni; quindi parliamo di epoche e date determinate per l'Incarnazione d’un Salvatore dell'Umanità, come se ogni Iniziato che venga fosse differente d’un altro. In realtà il Verbo Divino, l'Incarnazione Divina è una sola e l'atto di Redenzione se sta compiendo ininterrottamente sull'Umanità.
Il Verbo Divino sta sempre presente, non scende alla terra in forma intermittente e l'Umanità non si redime per periodi determinati o molte volte (quando un Iniziato Suolare incarna) ma la Redenzione è anche unica e continua. Il Sangue di Cristo si rovescia totalmente una sola volta e non in parti. Sebbene l'Incarnazione Divina sia unica come la Redenzione, a volte, quando l'evoluzione dell'Umanità lo richiede diventa più palpabile, se manifesta per mezzo di differenti espressioni.
Quanti saranno le diverse espressioni della Divinità Incarnata sulla Terra che noi non sappiamo! Ma prenderemo tre di esse: Rama, il Buddha e Cristo.
Prima d’arrivare Rama, l'uomo imbestialito viveva prigioniero dei suoi istinti.  Rama gli insegna a dominare i suoi istinti, ad essere uomo divino. Rama gli diedi quella forza, quello potere per vincere alla bestia. Fece vedere all'uomo il potere che possedeva: il pensiero. Rama gli insegnò a pensar (questa è la forza).
Quando l'uomo conobbe che poteva pensare, vide che aveva istinti, passioni. Gli istinti ed le passioni stavano in lui ma egli già li vedeva.
Allora il Buddha incarnò e con soavità, bellezza, armonia ed straordinaria dolcezza personale insegnò all'uomo a dominare il pensiero, la mente ed il potere della volontà (il Buddha è la volontà).
Ma non solo era necessario che l’uomo dominasse il suo pensiero bensì anche la forza del suo cuore, del sentimento.
Prendendo una nuova forma umana, l’Incarnazione Divina diventò molto simile all'Umanità per vivere nel suo dolore. Il Cristo appare.
Cristo insegna agli uomini col suo olocausto il potere del cuore, la forza dell'amore. Cristo insegna che la Redenzione può realizzarsi individualmente.
Ora ci corrisponde essere piccoli Cristi, vittime di olocausto, ostie propiziatorie nell'altare della Madre.
La Redenzione individuale non se riesce con azione né con pensiero, né con virtù, né con fantasia bensì colla Rinunzia d’olocausto.
“Credo che Maitreya, la nuova espressione dell'Incarnazione Divina, insegnerà questo: la forma, la maniera in cui dobbiamo trasformarci in piccoli Cristi, in piccoli olocausti, in piccole ostie”.
Noi, che abbiamo niente, che siamo niente, e che c'appoggiamo sulla nostra unica espressione che è la Rinunzia, siamo i precursori di Maitreya.
Dobbiamo vuotare il nostro cuore da ogni sangue umano, essere niente affinché Dio possa vivere in noi. Vogliamo vivere il dolore dell'Umanità, prendere il dolore di quelli che desiderano e soffrono perché siamo vuoti da tutto; perché non possiedo né una sola virtù, né un solo pizzico di santità, niente, assolutamente niente e sono nudo da tutto.
In piedi, Figli miei e Figlie mie! Le tuniche attillate, bene attillate, i piedi scalzi, appoggiati sul bastone, mangiando molto rapidamente il dolore dell'Umanità, l'Agnello Pasquale per uscire all'incontro dal Maestro che arriva.
Egli arriva e nessuno va al suo incontro; ma noi siamo pronti, Signore, abbiamo lasciato tutto, abbiamo niente. Ora e sempre quella dovrà essere la nostra Pasqua, la dolce oblazione, la dolce Rinunzia nostra, la Rinunzia dolorosa che prepara la nuova Pasqua che speriamo.

 

Insegnamento 33: Come Fare l'Adorazione in Favore delle Anime Disincarnate (29/06/1957)

Una volta un'anima consultò al Superiore come doveva “intrattenersi” nell'ora di Adorazione. Voleva sapere come passare l'ora, come meditare e pregare.
Come la missione nostra è molto straordinaria richiama è sorprendente che succeda questo perché l'amore dovrebbe supplire la deficiente capacità per pregare; tuttavia, dobbiamo avere alcune norme per sapere come dedicare il nostro tempo alle anime che hanno passato all’aldilà.
Se l'anima ama, l'ora vola. Arriva e vedi alla Divina Madre ed attorno a Lei a tutti quegli esseri che l’invocano chiedendo la liberazione. È così che l'ora vola.
Un'anima di molta preghiera diceva che la caratteristica della preghiera è che non conta né ore né minuti. Sebbene il Signore a volte permetta che l'anima esperimenti momenti d’aridità e trovi difficoltà, dovuto a ciò uno deve accorrere alla preghiera con metodo. Può succedere una distrazione ma il migliore mezzo affinché la preghiera dia frutto è potere pensare e percepire per mezzo dell’immaginazione.
Esempio: Il padre d’una Figlia. La Figlia chiese al Cavaliere Gran Maestro che pregasse per suo papà. In una visione, il Cavaliere Gran Maestro poté vedere che il povero vecchio prendeva l'autobus di Bell Ville cercando alla sua compagna e non trovandola. Chiedendo informazione le dissero che negli ultimi mesi egli era andato a vivere lì colla sua donna; non se rendeva conto dal suo stato.
È necessario camminare accanto a quell’essere e dirgli che percorre un cammino che non esiste ed è illusorio.
Sono elementi fisici che portò all’aldilà e questa è la causa della sua tristezza e del suo dolore. Il Cavaliere Gran Maestro passò così due ore.
In primo luogo: Offrire la preghiera per le anime più abbandonate che nessuno ricorda e che soffrono. Pensare agli esseri disincarnati che ancora credono stare qui con un corpo. Questo è sommamente esasperante perché non c’è cosa peggiore che credere vivere e non stare vivendo e volere partecipare ai beni fisici. Dobbiamo accompagnare a quelli esseri.
Esempio: Inondazione. Morti e danni che l’inondazione causa. Essi non se rendono conto dal suo stato; vedono continuamente vedono come le sue case crollano. Perdono il suo bestiame. I disperati gridano: Dio mio, Madre mia!
Hanno bisogno di qualcuno che li aiuti. Dobbiamo vederli con gli occhi dell'anima e della fede. Ascoltarli per mezzo della comprensione che la dottrina spirituale ci dà. Dobbiamo soccorrerli dicendoli: Io sono un'anima venuta per stare accanto a te ed aiutarti durante questa dura prova. Non ti hai affogato. Si tu potesse renderti conto staresti nell'altro mondo in un solo istante.
 Immaginarsi che andiamo per i campi e che tutto questo è disastroso. Dobbiamo piangere con essi. “Comprendo il tuo dolore in questo momento in cui hai perso il dono prezioso della vita ma io sono il Messaggero, il Portatore di un'altra Vita più felice e senza morte”.
Esempio: Avvisi funebri dei giornali. L'anziano che al pomeriggio guardava le nuvole e vedeva lì i visi d’anziani e giovani, ed immaginava che erano anime salendo al cielo.
Vedeva la similitudine delle immagini pensando a tutti gli esseri che smettono di vivere.
Il tempo dell'Adorazione è pochissimo, è breve per la gran missione che dobbiamo compiere. Quindi, non dobbiamo distrarci.
Esempio: Il Salterio e le sue meravigliose espressioni che ci permettono di accompagnare alle anime disincarnate.
È come dire che uno accompagnasse all'anima attraverso il fuoco e l'acqua per accorrere al riposo.
De profundis: Quella profondità è lì più grande di quella dall'ora della morte; uno non sa dove sta né quale è il suo destino. “Da questa profondità ti chiamo, Signore, affinché ascolti la mia voce e mi servi”.
Ripetere le parole all'udito ed insegnare a pronunciarle come nostra madre lo faceva con noi sulle sue ginocchia quando eravamo bambini, e voleva insegnarci le preghiere.
“Abbiamo perso il cammino, ma si ti guardiamo...”  Esperimentare che l'anima se allarga, che perdiamo la nozione del tempo e che quell'ora dovrebbe trasformarsi in tutte le ore della vita.
Insegnarli il canto di lode prendendoli dalla mano. Tutto è svanito: “Sic transit gloria mundi noctem”... Dirli: L'ora della più profonda oscurità è arrivata ma io ho una parola segreta; ripete con me questa formula dei miei Voti: Rinuncia al mondo.
Questa è la volontaria oblazione dell’anima.
Dobbiamo stimolarci per mezzo d’immagini e figure per fare l'opera adeguatamente.
Il Figlio del mondo può avere difficoltà ma l'Ordinato deve supplire quelle deficienze col suo amore. L’amore deve essere sufficientemente grande per supplire tutte le missioni del mondo.
Accorrere con fervore ed amore all'Adorazione. Caricare l'ora coi sospiri e pianti di quelli che camminano nella notte e così quell'oscurità sarà benedetta colla dolce pace perché questo non è un frutto personale bensì un volontario carico d’amore.
Sarebbe sufficiente che una sola anima potesse ricevere la nostra mano per penetrare nella Soglia della Luce.

 

Insegnamento 34: La Casa Se Mantiene senza Sostegno (6/07/1957)

Moltissimi anni fa, il Cavaliere Gran Maestro domandò ad un santo uomo: Come l’anima se rende conto che è arrivata ad una vera comprensione spirituale?”. Il buon uomo rispose: “Quando la casa se mantiene senza sostegno”.
Quella frase è la sintesi della vita spirituale di Cafh.
Quando l'anima è arrivata a reggersi da sola, cioè, non necessita sostegno, se può dire che conosce la Verità e non sarà oramai ingannata con verità parziali ed apparenti.
“Credo che la sostanza della vita spirituale di Cafh sia togliere dall'anima l'inganno dalla consolazione, dalla falsa conoscenza. L’anima deve stare su sé stessa, sulla santa base della Rinunzia.”
L'uomo che vuole la verità è stanco di percorrere santuari e l'apparenza ingannatrice dell’aspetto divino soprannaturale.
Tutti i valori attuali devono decadere affinché l'Umanità se trovi a sé stessa.
Tutti i sentieri spirituali e religiosi nascono dalla luce dell'amore, del sacrificio e della Rinunzia. Tutti i Fondatori non promettono più che dolore e croce schietta. Il Buddha, San Giovanni della Croce, Santa Teresa, Ramakrishna e Kabir promettono lo stato di niente.
Quindi l'uomo comune cerca la consolazione, l’aspetto soprannaturale; quindi le religioni se arrotolano con dogmi, cerimonie e dottrine.
La stessa dottrina redentrice di Cristo è necessario capirla in un senso cosmico; altrimenti ci porta ad un'idea ingannatrice sulla Verità.
L'uomo desidera e mendica il pane della consolazione: quindi è spogliato ed ingannato. Desidera che gli dicano: Io ti perdono. Desidera la promessa d’un cielo.
La nostra dottrina ci desidera coraggiosi e forti, basati nella Rinunzia che stabilisce all'anima su sé stessa. La Rinunzia è assenza di consolazioni umane e divine. Ci dà così la chiarezza d’un insegnamento unico senza essere avvolti con molti insegnamenti e conoscenze.
La Rinunzia sviluppa in noi uno stato di auto-realizzazione e sentimento.
La Casa deve essere una Verità spirituale, stanziarsi da sola e senza sostegno. È una dottrina schietta che ci fa tremare di fronte alla realtà e non ci permette di osare rivelare la realtà alle anime. Orbene, quando l'anima si dà alla Divina Madre non possiamo ingannarla, non possiamo farla credere che ha bisogno d’un appoggio per riuscire la liberazione spirituale.
L'anima niente deve aspettare eccetto “realizzarsi a sé stessa di fronte all'espressione divina della Verità”.
Non possiamo chiedere consolazione si sappiamo che questo è unicamente un palliativo per la nostra cecità e debolezza. Quando parliamo di miseria umana non ci riferiamo al peccato bensì alla miseria umana fatta di morte, vecchiaia e malattia.
La nostra missione non ci dà consolazione ma ci scopre la Verità: “Non potrai trovare nessuna consolazione che ti sostenga; man  mano che vivi la tua Rinunzia la Realizzazione
sta in te stesso”.
Quando non rinunziamo cavilliamo sottilmente per giustificare la nostra mancanza di Rinunzia.
L'illusione mentale siamo ingannati con la credenza che qualcuno ha bisogno di noi.
Dobbiamo sminuzzare i sentimenti. Non permettere che la mente forgi fantasie e concateni ragionamenti per mezzo dei sentimenti. Un pugnello di cenere è l’unico reale.
Nessun sentimento è reale bensì attraverso la Divina Madre. Nessuna conoscenza è vera perché la vera conoscenza è la stabilità nell’oblazione dell’anima alla Divina Madre.
Uno diventare forte e resistente come l’acciaio. Molti Rinunziano ma dopo si legano alle legature sublimi.
La felicità consiste in respingere tutto quello che c'allontani dalla Rinunzia.
Paragoniamo all'anima con un aeroplano supersonico ed attraverso la velocità l'aviatore sembra che perdesse la nozione del tempo, della memoria, della realtà fisica per vivere in uno stato d’immensità in cui niente è importante. Gli aviatori dicono questo.
Uno vive nell'immensità ma per quel motivo non perde il controllo dell'aeroplano. L'incosciente diventa più attento. Benché l'anima che ha Rinunziato sembri fredda e senza cuore, senza contatto col mondo e colla sua realtà, conoscendo il suo cuore vediamo che resistente è e che la sua sensibilità abbraccia tutti gli esseri che sono, che furono e che verranno.
Sebbene non abbia cultura, vediamo nelle sue sentenze la potenza della sua conoscenza. La sua parola è vita.
Non hanno bisogno di consolazione e di perdono per essere redenti perché se redimono per sé stessi.
Indubbiamente, per raggiungere questo è necessario lottare ma la nostra forza è la Verità.
Così, se la Divina Madre venisse e mi dicessi: “Non hai salvazione”, io crederei che sia salvato perché nella mia anima ho acquisito il concetto d’Eternità.
Non c'è martirio più grande ch’il martirio di vivere senza consolazione. Quello è l'olocausto più grande e reale che ci dà la comprensione dell'immensità del sentimento e della ragione.
È tremendo pensare che non abbiamo niente né a nessuno; quindi, la mente ritorna al passato e che qualcuno si ricordi di noi; ma il fatto di quella rottura ci fa abbracciare l'Umanità. Esempio di quando stemmo col Cavaliere Gran Maestro nella vacanza e guardiamo ai bambini nel refettorio: ci fece vedere come dopo 50 anni ci saranno altre Figlie ed altri bambini che non avranno memoria da noi.
È necessario che questa esperienza non sia attenuata per quello che verrà e che non comincino ad infiltrarsi in Cafh concetti di consolazioni umane, trasformandola in cannale di dogmi, indulgenze e consolazioni.
Dobbiamo lottare per questa integrale verità di Rinunzia affinché sia l'eredità di quelli che verranno e che non li succeda come alle altre religioni che sebbene avessero grandi fondatori, dopo grandi anime sfigurano le sue verità.
La nostra verità è: La Casa che se mantiene senza sostegno. Si la realizziamo in noi, non perirà.

 

Insegnamento 35: Voti Temporanei (Settembre 1957)

Parole pronunciate per il Cavaliere Gran Maestro ricevendo il Voto Temporaneo da un’anima.
“Mi rallegra molto riceverla ed essere io chi la riceve. Raccomando fare perfettamente questi sei mesi di Seminario. Guardi bene tutto. Le più piccole cose, ancora le più insignificanti.  Come faccia il suo Seminario, sarà anche come faccia la sua vita di Ordinata. Qui troverà una sola cosa: la Pace del Cuore.
L’essere che non trova pace nella Vita di Comunità è perché non è chiamato per Dio, non è per la vita di Comunità. Figlia mia, la Rinunzia è Felicità”.

 

Insegnamento 36: Voti Solenni della Signorina Malka (3/10/1957)

Presentarsi al Sacro Altare per fare i Voti di Rinunzia nel giorno che si commemora la festività di Santa Teresina di Lisieux è un vero avvenimento dell'anima, una vera festa dell'anima, perché si qualcuno che può insegnarci il compimento del Voto di Rinunzia in tutti i suoi aspetti fino ad arrivare al martirio mistico, all'olocausto perfetto, detto essere è Santa Teresina di Lisieux.
La vita di Rinunzia, per alcuno che non la conosca, può sembrare che sia arrivare ad un piacere perfetto, ad un'unione perfetta con Dio, in una parola, ad una felicità possessiva, ad una felicità sensibile. Niente è più falso e niente è più fuori di luogo; ma è buono ch’il mondo non conosca i veri piaceri della Rinunzia affinché i segreti del Re Divino se mantengano sempre nascosti.
La Rinunzia consiste in sé in arrivare ad un non-possesso di tutte le cose, ancora dei beni mistici, ancora delle soddisfazioni mistiche, dei doni spirituali che di solito sembrano il fine di ogni vita. Santa Teresina di Lisieux insegnò questo.
Ella attraversa tutte le tappe mistiche per mezzo della Rinunzia. Ma non se trattiene nell'estasi. Il Bhagavad Gita dice bene: “Oh, Santi legati al samadhi!, la Rinunzia vera non è rimanere nell'estasi bensì trascendere l'estasi e vivere in un perfetto abbandono in braccia della Divino Volontà.
 Santa Teresina di Lisieux l'insegna così perché non se trattiene nell'estasi come tanti grandi santi che non poterono arrivare alla realtà. Trascendi questo. L'estasi è anche alla fin fine un ostacolo. La Rinunzia –possesso divino– è qualcosa più in là, scarta i possessi, ancora i possessi spirituali, e lascia all'anima nel vuoto assoluto che soltanto l’immensità divina può riempire degnamente.
Santa Teresina di Lisieux è il migliore esempio di Rinunzia perché non se trattiene mai, trascendi fino alla stessa estasi per arrivare alla perfetta semplicità, all'abbandono nelle braccia di Dio: Volere niente, essere niente, possedere niente, né intellettualmente né spiritualmente; questa è la vera Rinunzia, la superfelicità, la più trascendentale felicità.
Nell'esempio di Santa Teresina di Lisieux vedono che non arriva a questa Rinunzia per mezzo d’un dono sopranaturale poiché attraversò tutti gli stati che si devono attraversare come la più umile delle anime consacrate per arrivare a quello termine sublime.
Perché dovrebbe percorrere tutti quelli passi? È come quelli che dicono: Poiché la mia anima è una totalità coll'Universo, perché è necessario esperimentare le prove?
Santa Teresina di Lisieux non desidera che quello ricordo sia una parola, un'ideazione. La vedono nelle più dure delle tappe purgative dalla vita spirituale; mette il piede nel sentiero monastico e la prova comincia ed ella rimarrà nel buio. “Il mio cuore non aveva sensibilità. Io ero come il giocattolo dal bambino Gesù.” Sperava che un giorno la prendesse nuovamente o si non lo faceva, rimarrebbe sempre dimenticata, abbandonata.
Il martirio d’un cuore giovane non può paragonarsi col martirio di chi già conosce la vita La capacità sensibile dei bambini, degli adolescenti, è immensa; hanno un'immensa capacità d’amare e di soffrire.
Pensino quanto era il dolore di Santa Teresina di Lisieux e come fu capace di dire: “Mi credeva abbandonata dal cielo e dalla terra; non aveva un solo raggio di luce; il mio cielo dell’anima rimaneva oscuro e nuvoloso”. La Madre Superiora la rimproverava duramente.
Tuttavia, quell'anima si ritempra nella purgazione, nell'aridità; Teresina lo confessa ad ogni passo: “Non avrebbe cambiato l'amarezza, la tristezza di quelle ore per nessun tesoro del mondo; credeva che le mie sorelle non mi riconoscessero”. Per dire il vero, è molto
Tuttavia Teresina di Lisieux sta lì, esperimenta la vita purgativa; è il primo passo della Rinunzia, il passo più dolce della Rinunzia perché alcune cose se dimenticano ma le pene ed aridità che furono difficili non se dimenticano mai, rimangono stampati lì nell'anima e nel cuore come se fossero stampati con fuoco ed oro.
Ma subito, il giorno della sua vestitura, la Divina Madre le concederà l'abito e la vita illuminativa comincia per lei.
È tutta bianca; riceverà un velo bianco; tutta la sua anima si illumina; già da prima della cerimonia della vestitura (dell’abito), esperimenta qualcosa piuttosto differente invadendo il suo cuore; allora osa chiedere un po’ di neve al Divino Sposo. Il tempo non promette neve ma uscendo all’atrio tutto è bianco di neve. Una luce nuova arriva a lei.
Una nuova epoca comincia per noi dopo di allontanarci e rinunciare a nostra parte affettiva, sensibile e carnale .
Ancora la legatura del voto apre un orizzonte nuovo, una luce nuova per l'intuizione, per l'anima; non sarà l'estasi volare per le arie bensì quella luce che illumina la nostra anima.
Teresina passa questa tappa. Da tutte le piccole cose della vita conventuale ottiene la felicità, lode di gloria, la sua ammirabile canzone d’amore che doveva arrivare a tutte le anime per tanti anni.
Comincia ad avere quella luce d’interpretazione del Vangelo che la fa per eccellenza la donna interpretativa del Vangelo e da questa via illuminativa Teresina ottiene forze non per l'estasi né quello piacere perfetto che verrà con l'estasi che ella presenti come una melodia di sponsali bensì per prepararla per rinunciare ai beni perfetti e spirituali.
Che cosa vale che io comprenda che Dio sta in me, nel mio cuore, si la mia carne ed il mio sangue rispondono ancora alla mia condizione umana, si la mia carne ed il mio il sangue non se sono liberati?
È che ancora sto vivendo in una condizione umana. Unicamente quella liberazione verrà col compimento dei doveri, coi voti; è qualcosa che si conquista e si riesce, e quando si riesce, tutto quello che si è fatto per riuscirlo non esiste né ha valore. Perché questa trascendenza non ha né comincio né termine, né cammino, né tappe, né consumazione. 
Teresina desidera essere un'anima umile, desidera arrivare alla perfetta Rinunzia gradualmente, ora dopo ora, con sforzo dietro sforzata volontà. Sa che a Dio non se lo conquista con esercizi ma che l'esercizio è indispensabile per l'anima fino a che le porte del cielo si aprano.
La Luce che la Divina Madre ci dà e ci fa vedere con una luce superiore alla nostra intelligenza, alla bellezza ed alla profondità degli Insegnamenti, delle ammonizioni dei Superiori e delle nostre norme; quella Luce Divina dà una forza, ritemprando con una conoscenza che sarà la luce di tutta la nostra vita spirituale, mistica. Fino a che, come io diceva, un giorno verrà la contemplazione, perché non può essere che un'anima non abbia un momento d’Unione Divina con Dio. Questo stato ammirabile arrivò a Teresina colla freccia che ferisce il suo cuore e l'inonda con un mare di dolore e felicità.
Il mondo non esiste, tutto è sparito; soltanto l'amore perfetto rimane.
Leggiamo questo in molte vite di grandi esseri.
Leggono le biografie di Ramakrishna, Vivekananda, Brahmananda, Ramana Maharshi ed Aurobindo, e vedono com’essi arrivano all'estasi suprema; ma alcuni rimangono nell'estasi ritornando continuamente all’estasi, ed altri, come Santa Teresina, la respingono.
Vanno più in là.
Finalmente l'estasi è un'esperienza, risultato d’una profonda gioia divina dell’anima ma non è la Rinunzia divina; la Perfetta Rinunzia consiste in rimanere in pace e non desiderare né l’estasi. Come la Signora di Gaudelle disse a Ramana Maharshi quando vide la bellezza naturale che la circondava: “Quanto benessere esiste qui. È tanto bello che non si desideri la suprema liberazione!”. E Maharshi rispose: “Questa è la suprema liberazione”.
Santa Teresina pronunciò quelle frasi nei racconti della sua vita, frasi che lo confermano pienamente: “Non desidero essere come i grandi santi che volano molto alto. Sono una piccola anima”. Esempio del caso degli spilli. Una suora chiese spilli ed ella si spazientì. Davanti la sorpresa della suora per la sua reazione, ella disse: “La mia imperfezione ti sorprendi? Io non desidero né la perfezione”.
Ecco la questione grande e sommamente sublime: non desiderare né la perfezione spirituale. Un’altissima Rinunzia!
Quella deve essere l’emblema di tutti voi, Figli, nel giorno dei Santi Voti: Prendere le grandezze da Dio ma trascendere quelle cose. Il Voto di Rinunzia è una perfetta conformità con Dio e colla sua volontà; Rinunzia alle grandezze dello spirito verso il campo di un'immensità tanto grande dove solamente Dio esiste. 
Dio è l'immensità stessa; io sono con Lui la felicità, la perfezione, la luce. Io sono niente ed Egli è tutto, e Santa Teresina l'insegna: “Volli diventare piccola e non volli imitare alle grandi anime che salgono molto alto”.
Sia questa, Figlia, la parola di ordine nella tua vita spirituale. Abbandonati nelle braccia di Dio, nelle mani della Divina Madre. Ella ti alzerà, farà da te una perfetta espressione della sua Divinità ed Ammirabile Volontà.

 

Insegnamento 37: Voti Perpetui (11/02/1958)

In un giorno solenne come oggi –centenario dell'apparizione della Vergine di Lourdes– non mancano parole per questa Comunità; ma non posso smettere di dirle a queste due Dame. La Rinunzia non può esprimersi. Meglio non parlare della Rinunzia. Quello che è si nell’aspetto umano è no nella Rinunzia.
La Rinunzia è la legge degli opposti. Quello che è positivo nell’aspetto umano è negativo nella Rinunzia.
Quello che è potenziale nell’aspetto umano è attivo nella Rinunzia.
Quando una lampada sta qui accesa, l’oscurità appare nell’astrale; quando il bicchiere della lampada se rompe qui, l’oscurità appare nell'astrale. Quando l'essere è bambino e sta nelle braccia della madre, egli ha vita astrale; dopo, man mano che si fa uomo e si va formando nell’aspetto umano, se va indurendo ed anche il suo corpo fisico continua a prendere la sua durezza. Questo lo prova la stessa conformazione del cranio. Poi è quando vive in questo piano e dimentica l'astrale.
Quando diventa anziano comincia a dimenticare queste cose, e diciamo: È molto vecchio, niente ricorda e niente sa. Allora comincia un'altra volta a vivere nell'astrale.
La gran Rinunzia di voi incominciò arrivando al Seminario.
Rinunciando ai sentimenti. Lasciare la casa in cui uno ha vissuto durante 20 o 25 anni; rinunziare al sorriso della madre; c'è qualcosa maggiore per una donna che rinunziare ad essere madre?
Rinunziare alla maternità è rinunziare a sé stessa; vostro seminale è puramente astrale e spirituale perché rinunziare ad un figlio è farsi madre da tutti i figli del mondo e di molte anime. Tutti i figli del mondo sono vostri. Rinunziando a vostro focolare voi siete le padrone di molti focolari, avete ascendenza su tutti i focolari.
La Rinunzia dei sette anni comincia quando il Seminario finisce: è rinunciare al sapere. Se lasciano gli aneli di conoscenze, per esempio conoscere nuove lingue o nuove leggi, o cercare in libri, o viaggiare, quelli che li guardino diranno: “Essi sono ignoranti”. Nel caso della Rinunzia il suo sapere non è uguale al sapere del mondo.
Quindi si acquisisce un nuovo sapere.
L'Ordinato non può avere un titolo perché sa tutto, sa parlare e sa insegnare. Gli sanno disimpegnarsi, lavorare e produrre ovunque si presentano.
La Rinunzia è immensa e se riesce attraverso differenti tappe.
Tutti gli atti che avete fatto  fino    questo momento sono successivi atti di Rinunzia che consistono in prepararsi per la Gran Rinunzia. Su questo non si può parlare perché fino ad ora l'anima aveva comprensione spirituale di tutti i suoi atti di Rinunzia ma anche doveva rinunciare a quegli atti di comprensione della Rinunzia. È preferibile non parlare di questa Rinunzia.  
Ascoltai un annunciatore che diceva che gli eserciti umani spariranno. Se un uomo da solo per mezzo dell’energia atomica può distruggere il mondo, un’anima da sola può salvarlo. Quale è l’obietto di volere molte vocazioni quando in realtà un’anima da sola, che davvero si dà in oblazione, può salvare al mondo.

 

Insegnamento 38: Presentazione del Cavaliere Delegato delle Tavole Argentine (23/05/1958)

Voglio che conoscano lo svolgimento di Cafh.
Come tutti i Figli di Cafh formiamo un solo Corpo, è buono che se sappia quello che corrisponde fare ad ognuno. Non si deve credere che il lavoro di uno è più o meno importante di quello d’un altro per la maggiore o minore solennità del Voto emesso.
È buono che abbiano sentimenti luminosi ed idei chiari. Quindi voglio che conoscano attualmente la situazione di Cafh.
In questa Assemblea di Plenilunio i Maestri, presenti con un atto di puro amore,  ci hanno fatto vedere che l'opinione dei Maestri deve essere l'opinione dei Figli e la comprensione dei Maestri deve essere la comprensione dei Figli.
Il Messaggio di questo anno non è più che l'epilogo di quello che i Maestri hanno fatto arrivare.
Deve avere unità nella vita del Patrocinato, del Solitario e dell'Ordinato perché Cafh è una sola Opera, un solo principio ed un solo fine.
Formare un Corpo Mistico è sommamente difficile perché l'uomo sempre crede che faccia qualcosa piuttosto propria e differente degli altri, e si sbaglia.
Quindi l'importanza dell'unità nella Comunità; quindi niente di concedersi qualcosa. Credo che una suprema opera di carità sia un trattamento disciplinato, con mano di ferro, con massima esigenza personale, scartando oggi la carità in favore d’una totale Osservanza; così domani si potrà diventare totale carità ed amore. L’Osservanza dovrà ammazzare la carità
Questo anno la Madre Divina ci ha fatto vedere un po' il frutto del nostro lavoro, non per vantarci bensì per glorificarla.
Considerando la caratteristica dell'Opera, quando io, Cavaliere Gran Maestro, cominciai l'opera non credei che potesse includere più di 70 anime; tuttavia quello numero oggi si è raddoppiato molte volte.
Pensava così perché la caratteristica della nostra educazione spirituale è individuale e non arriva alla massa. Arriva alla massa per mezzo dell'individuo.
Oggi nell'Argentina siamo arrivati ad una cifra massima. 
Prima, la fondazione d’una Tavola tardava anni; oggi si sono formati nel Brasile quattro Tavole in un anno.
Quattro anni tardarono in formare la prima Tavola; la prima in 1938, la seconda in 1941 e la terza in 1942.

 

Insegnamento 39: Adorazione in Favore delle Vocazioni (28/11/1958)

I. Ricorriamo a Te, Madre nostra, ricorriamo al tuo Cuore Celestiale affinché la tua Parola benedicendo ed il tuo aiuto possano arrivare a noi soltanto da lì.
Come potremo osare penetrare al sublime segreto delle vocazioni senza la tua intercessione? Tu sei, oh Madre nostra, l'unica luce, l'unica verità di tutte le anime.
Oh Madre, solo a Te possiamo chiedere che sia Tu chi sceglie tra le anime quelle che devono portare nel mondo lo stendardo spirituale, e che sia Tu chi sceglie, ancora tra tutte esse, quelle anime che devono portare lo stendardo spirituale di Cafh.
Tu sai quali sono le anime predestinate a Cafh. Solamente Tu puoi indicarci il suo Nome; quindi, non avendo altri mezzi umani per conoscere questo ammirabile destino, ricorriamo all’ausilio divino, al tuo Divino Ausilio cercando la tua guida, la tua mano sicura ed il tuo consiglio esatto, col nostro cuore libero da simpatia ed antipatia verso le anime predestinate.
Credo che tra gli esseri umani, questi Figli qui presenti sono quelli che più possono chiederti questa grazia. Te la chiedono non per il suo valore bensì per la sua consacrazione. Quell'ammirabile mistero sulle vocazioni delle anime, scoperto e confermato per mezzo dei nostri voti, è l'atto che conferma la nostra vocazione e la vocazione su questa terra, cioè, il laccio che consacra l’unione tra l'anima e Dio.
Quindi osiamo chiederti, oh Madre, affinché ci scopra le vocazioni spirituali ed indichi alle anime predestinati il cammino per avvicinarsi a noi. Quindi veniamo a battere al tuo Cuore Celestiale. Tu conosci il nome di tutte le anime che dovranno essere consacrate a Dio, lo conosci col tuo amore, colla luce del tuo Cuore Celestiale.
II. Questa notte Ti chiediamo per le vocazioni dei Figli di Cafh. Cafh già ha inviato tutti i suoi figli a tutte le città ed a vari paesi per proclamare il tuo Divino Amore, la grandezza della tua opera spirituale sulla terra. Che queste anime consacrate, missionarie del tuo Nome Adorabile, abbiano la forza, la virtù ed il consiglio divino per guidare alle anime presenti e future che li siano fidate.
Oh Madre Divina!, siano molte e sempre di più le anime che cerchieranno nella Gran Corrente di Cafh la Porta Interiore per il suo svolgimento spirituale.
Madre, che queste vocazioni siano custodite specialmente ed accuratamente. Non sapremo mai, Madre, quando queste anime caddero nei primi passi né sapremo mai si erano davvero predestinate od essendo predestinate l’abbiamo allontanate dal suo cammino spirituale per mancanza di comprensione, d’amore e di vera corrispondenza.
Oh Madre, non solo Ti chiediamo molti Figli per Cafh bensì tutta la virtù per potere guidarli nel sentiero spirituale.
Oh Madre, porta molti Figli alle nostre Tavole di Patrocinati, Tavole che sono la porta verso la realizzazione della nostra vita.
Protegge quelle anime che cominciano il Sentiero perché quello che incomincia il Sentiero Spirituale nell’inizio ha sempre gran forza umana ma Tu dai la forza dell'entusiasmo divino.
Che trovino il pane che necessitano ed il consiglio sicuro che li allontani dal pericolo e li faccia forti nei primi dubbi e prove che quelle anime devono esperimentare, non sappiamo si per mancanza di vocazione o per le circostanze della vita.
Che quello seme depositato nel cuore fiorisca com’una gran vocazione universale dando frutti copiosi nell'intimità e nel segreto di quelle anime.
Chiama a molte anime affinché quelle Tavole fioriscano, facciano inviolabili i Raggi di Stabilità dove sono fondate, e siano vivi semenzai d’altre vocazioni spirituali. Ti chiediamo benedire oggi le vocazioni di Cafh, quelle che sono entrate ultimamente, e che siano fortificate nell'amore, nella fede e sopratutto nella fedeltà.
III. Chiediamo al tuo Cuore Celestiale per le vocazioni delle anime consacrate.
L'oblazione della vita a Dio è l'essenza di ogni religione e la culminazione di ogni cammino mistico, e sempre ci sono anime generose nel mondo che per una od un’altra ragione vogliono dare tutta la sua vita.
Il mondo non potrebbe sussistere senza anime consacrate perché esse sono l'unico ponte tra il cielo e la terra, tra la costruzione spirituale e la distruzione umana.
Madre, Ti chiediamo per tutte le anime interamente consacrate in tutto il mondo alla Divinità affinché tutti i cammini e tutte e tutte le religioni possano portarle alla cima della consacrazione; affinché tutte le religioni abbiano molti religiosi e molte religiose totalmente consacrati a Dio; affinché i sentieri mistici e spirituali abbiano molte anime che abbandonino tutto quello che appartenga al mondo e cerchino solamente la Verità Eterna; non importa a che religione appartengano né in che paese si trovino. Essi sono i nostri fratelli di sangue spirituale: in India, Europa od America c'è un laccio comune, c'è un'oblazione comune che ci fa fratelli.
Ti chiediamo per la consacrazione dei Figli di Cafh. Porta anime predestinate all'Ordinazione, tra i Figli di Cafh a quelli che devono essere sacerdoti, guide dei suoi fratelli, esempio per tutti quelli che credono alla nostra Opera.
 Dà soprattutto a queste anime il dono incomparabile dei Voti, di quello laccio d’unione con te che trasforma la miseria degli uomini, la povertà della carne, e la limitazione dei sensi ed affetti, che trasforma in una brillante luce di comprensione, obbedienza e fedeltà e dà una consacrazione ch'è reale e vera.
Che le anime consacrate a Te, che scelsero questo Sentiero, siano forti nei primi passi, nelle prove che il ricordo e la carne sempre li procurano, e che sappiano distinguere tra i pani spirituali dei Figli di Cafh che stanno nel mondo, che sono riflesso di questa vera felicità spirituale, senza base nell'intelletto né in un’altra cosa e che si stabilisce sulla sua Rinunzia totale.
Oh Madre, che la nostra vocazione, sia assoluta e straordinaria affinché le anime consacrate comprendano che la conquista delle anime solo si realizza colla nostra oblazione, Rinunzia e morte mistica.
Oh Madre, oggi tutte le anime consacrate chiedono questo al Tuo Cuore Celestiale.
IV. Chiediamo al Tuo Cuore Celestiale per le vocazioni spirituali che nasceranno in questa opera di Cafh, in questo Collegio nostro.
Stiamo qui per compiere per Te una missione educativa ma dietro di questa missione sta la divina missione d’istruire alle anime e di svegliare il senso spirituale in anime fidate a noi. 
Madre nostra, quante anime saranno conquistate e vivranno spiritualmente come frutto del lavoro di questi Figli consacrati a Cafh nella tua Santa Casa?
Ti chiediamo, oh Madre, affinché queste anime che abbiamo preparato per la vita spirituale con tutta la forza del nostro cuore e del nostro amore le guidi per il sentiero della vita; che allontani da esse le tentazioni; ed aiuti a loro nelle necessità materiali della vita affinché non perdano mai di vista la sua luce divina. Hanno vissuto in contatto con anime consacrate, hanno esperimentato il Potere della Gran Corrente e per un istante sono stati unite all'Unione Sostanziale della nostra consacrazione di Rinunzia.
Ti chiediamo di cuore che queste anime mantengano il fuoco spirituale e si incamminino, non che siano consacrate a Cafh perché quello sarebbe egoismo. Ti chiediamo unicamente che siano spirituali e ch’il Fuoco di Cafh che l’abbiamo infuso lo portino al mondo, alla vita, alla società ed al lavoro, in quello campo dentro del quale dovranno svolgersi nella vita, e si qualcuno fosse destinato a ritornare a Cafh, guida a questo Figlio fino all'ora in cui possa ritornare a noi, non ritornare in spirito bensì come anima di Cafh, come un essere d’infinite possibilità. 
Oggi Ti chiediamo nella Cappella del Tuo Collegio, dentro del Radio di Stabilità della Tua Tavola di Ordinati, in Embalse, affinché benedica il nostro lavoro spirituale come la nostra oblazione per il bene dell'Umanità. 
V. Ti chiediamo per le vocazioni spirituali delle anime che abitano nel mondo astrale. Daci una forza tanto ammirabile di concentrazione, un dono tanto sublime di preghiera ed oblazione per le anime disincarnate che possiamo penetrare all'altro mondo e scegliere anime destinate a Cafh. Non possono farlo nella terra e pensano e desiderano farlo nell’aldilà, e Tu sai come quelle anime hanno bisogno di preghiera ed aiuto, sopratutto da noi, per potere orientarsi altra volta nel mondo di terribili oscurità e tenebre e continui e tremendi cambiamenti. Grazie alla forza della nostra vocazione confermata per i voti, alla preghiera continua in azione, ed allo studio ed alla concentrazione mentale Tu ci hai dato il potere per soccorrerli e portarli attraverso sentieri che intimamente desideravano seguire e non potevano realizzare. 
Ognuna preghiera del Figlio consacrato è una porta che se apre ad un’anima disincarnata.
Oggi voleva chiederti per un'anima e Tu mi confermasti questo con una lettera. Un Signora mi scrisse d’un sonno nel quale veniva al Cerro ed il Cavaliere Gran Maestro l'aspettava qui, accanto alla Cappella, mentre Revora apriva il cancello affinché passasse.
Ammirabile conferma ai miei desideri.
Altre volte mi hai dimostrati questo: come vengono ad incorporarsi astralmente a Cafh grazie al contatto di nostre preghiere e di nostri sacrifici.
Quante anime morte in accidenti fatali furono liberate della grave situazione ch’è una morte violenta!
Daci quella forza affinché diamo la tua consacrazione di Rinunzia per guidare a queste anime a quella casa di pace ch’è la Tavola Astrale dei Figli di Cafh.
Apre la porta affinché vengano ad essere parte della Sacra Corrente di Cafh e che molte siano orientati verso il nostro Cammino.
Che noi possiamo avere sempre quella forza di sacrificio e Rinunzia per aiutare a queste anime ansanti di luce, di protezione spirituale e del Sentiero di Dio e della Grazia.

 

Insegnamento 40: Raccomandazioni sull’Educazione (29/11/1958)

Oggi voglio fare alcune raccomandazioni. Abbiamo avuto quest’anno, come tutti gli anni, una nuova esperienza, cioè, tutti gli anni e così è sempre, s’imparano alcune cose nuove nel lavoro che la Divina Madre ci raccomanda, e tutte le Figlie continuano a adeguarsi e a servire veramente alla Divina Madre assistendo ai bambini in questo collegio; anche ci sono alcune bambine ma la finalità di questo collegio consiste in educare ai bambini.
Orbene, le signorine che curano queste anime –questi bambini– devono essere sempre vigilanti e attente. Il ragazzo è un pugnato di sorprese. Nel momento meno atteso è quando fanno una marachella, una birichinata; quando meno l’aspettiamo fanno qualcosa piuttosto improprio e questo ci rivela; in quello momento ci rivela un pensiero ed un sentimento che non immaginavano in essi. Dobbiamo stremare l'attenzione. Ho detto molte volte che questa attenzione non può essere lavoro per un Ordinato, come può esserlo per un uomo del mondo che spende tanta energia che dopo ha poca; ma come tutti siamo dedicati alla Divina Madre, possiamo concentrare tutte le nostre energie nella Divina Madre, cioè, non dovremo trascurare in assoluto il lavoro.
Dobbiamo centuplicare occhi, mani, forza, visione e capacità; e la Figlia Ordinata deve avere sopratutto uno straordinario dono d’assimilazione dall’esperienza. Cioè, un'esperienza è sufficiente per una sola volta e non ha bisogno di due volte per imparare.
Allora vedranno che nell'anno entrante le cose saranno ancora migliori, differenti; i problemi che abbiamo avuto quest’anno non si ripeteranno. Avremo nuovamente problemi ma non s ripeteranno.
Allora dobbiamo fare come uno scrutinio di quest’anno.
Ho notato un po’ di nervi, d’indocilità tra i ragazzi, ma non indocilità infantile ma piuttosto di “ragazzi grandi”. Orbene, questo caso non deve ripetersi perché questo dipende totalmente da noi, stimate Figlie, nel senso che dobbiamo dare assoluta importanza a tutti i bambini e noi non dobbiamo tacere benché in la nostra opinione i ragazzi siano di corta età.  
I bambini hanno comprensioni inaudite, straordinarie, e non ci rendiamo conto. “Orbene, mi scappo, mi vado a casa”, dicono. È una reazione nervosa che noi dobbiamo controllare in noi stessi. Tuttavia, quando io rimprovero al bambino, sono serena, faccio sempre com’il serpente che dice “Ti pungo” ma non fa questo? Ecco la questione importante.
Nessun bambino dovrà dire: “Me ne vado a casa.” Un bambino che dica questo dovrà essere inviato a casa.
I ragazzi ripetono sempre la stessa musica. Voi dovete farlo com’io l'ho fatto e non si ripete. È una cosa spiacevole. I vostri occhi devono essere chiaroveggenti, osservare ai bambini. Non vedano il bambino che hanno davanti bensì tutti i bambini, specialmente quelli che stanno dietro. I bambini accanto a voi sono i migliori e docili, i discoli sono nascosti, sim scappano, stanno dietro delle pietre; che non vadano al cammino. Si vanno al fondo, vanno ai pericoli e già abbiamo imparato la lezione da credere che i bambini stiano sicuri. Non vogliamo che succeda altra volta. Il caso di Hugo, quando stava ballando nel fondo sopra al pozzo nero. Si non esce un Figlio, Hugo cade e nessuno gli trova (ci sono due pozzi neri, il nostro e quello dal vicino). Pensino al grande pericolo.
I cammini sono appena pavimentati. Pensino a quello che un bambino che va al cammino può fare. I ragazzi vanno e ritornano. Il pericolo è il cammino con automobili e camioni che passano; per la collina un'automobile viene e nessuno si rendi conto. Pensino a questo affinché non abbiamo cose da rimproverare al nostro cuore. I bambini corrono pericolo nel momento meno pensato. Non dobbiamo
pensare a vigilare bensì vigilare, osservare, e non permettere che né uno se allontani da noi. Ricontarli continuamente per sapere il numero dei ragazzi.
Abbiamo finito bene l'anno, finalmente tutto si risolve perché le cose si riescono più o meno bene e noi siamo uniti.
Ora diamo grazie a nostra Divina Madre che, santificando le vostre mani e piedi, vi sia dato infondere molti buoni sentimenti nell'anima di questi bambini perché questa è la conferma che il nostro lavoro non è educativo bensì soprannaturale.
Quello che hanno insegnato come madri non lo dimenticheranno mai. Avranno momenti di deviazione, d’oscurità, ma gli Insegnamenti sorgeranno e, sopratutto, l'affetto che abbiamo dispensato pappagallo.
Abbiamo finito il nostro lavoro. Li abbiamo depositati nelle Mani di nostra Madre Divina; chiudiamo  bene il cancello. Vigilati bene la clausura ed il Radio di Stabilità nel silenzio ed la preghiera.
Da dove ci viene la forza per fare tante cose, quella fonte inesauribile per apportare ovunque quello che egli esseri bisognano? Ci viene dai nostri Voti, dalla nostra Rinunzia, e sopratutto dal nostro amore interiore, dall'amore del nostro cuore e poiché abbiamo questa grazia, sopratutto dobbiamo chiudere tutte le porte dei nostri sensi.
Sono stati lì un anno, al piede del cannone; ora è necessario che quella pace ritorni, chiudere gli occhi e non desiderare né volere vedere quello che hanno fatto per stare nella tranquillità dei sensi e potere sentire l'amore della Divina Madre e vedere all'Adorabile Figlio che Ella porta nelle sue Braccia.
Stare senza un altro pensiero che ci allontani da tutti i nostri obblighi perché quando una cosa si fa meccanicamente, uno può sbagliarsi, ma dopo si riconcentra più nell'interno. Sfruttiamo le ore di solitudine: “hortens corda sor mea Sponsa...” e vieni Sposa, Sorella mia... a rendere grazie, la grazia spirituale... e rimaniamo da soli, l'anima e lo spirito.
Rendere grazie a Dio affinché niente intorbidi la pace della nostra anima. È arrivata la primavera ed il Signore viene: “Sorge amica mea et vedi”; alzino il viso con me al ritiro interiore del silenzio e della vera oblazione.
Troveremo sublime bonificazione ai nostri lavori, alle nostre preoccupazioni che sorsero da dovere lottare coi bambini e coi genitori; lì troveremo tutto ma molto sublimato.
Quando una persona muore, dopo non ci rendiamo conto dei suoi difetti. Così sono le opere che non furono difficili, che non furono sacrifici, dopo se abbelliscono. Così è quello che da gioia ed allegria e non conosce il rancore.
Quella è l'unica fiamma degli antichi cavalieri che dicevano: “La mia forza sta nelle mie ferite, nel sangue versato, nel mio dolore, lì nella sofferenza sublime”. Troviamo in questo la vera realizzazione.
Unicamente il sangue dell'oblazione, le ferite che la Divina Madre ci permette fare non sono lacci che ci legano bensì lacci della sua Volontà. E così le mani ferite se trasformano nella nostra fonte di luce ed allegria.
Chiudano le porte della clausura e del Radio di Stabilità. Sommergansi tutte nell'amore della vita spirituale, nella pace interiore, nel viso che se trasforma in sguardo amoroso e semplice ritorno verso Dio. Prendano nuove forze per l'anno che viene. Avranno molto lavoro. Dimentichino l'inverno della notte e vedano la primavera dell'amore.

 

Insegnamento 41: L'Esame Retrospettivo (25/04/1959)

L'esame retrospettivo che c'insegnano quando cominciamo il Sentiero di Cafh è una delle basi fondamentali della Rinunzia. Non esattamente l'esercizio che è quello che introduce all'esame retrospettivo bensì l'esame retrospettivo in sé.
L'esame retrospettivo di Cafh, malgrado molti dicano che esiste una similitudine non è l'esame di coscienza. L'esame di coscienza è un esercizio bello dove le potenze dell'anima attivano altra volta la volontà ed il sentimento perché come l’anima ricorda i fatti del giorno nuovamente li vive ed esperimenta, e se entusiasma per l'amore infuso per un fatto che ha eseguito o esperimenta aborrimento per un male che ha fatto; se trattiene specialmente in fatti rilevanti che ricorda e li considera man mano che continua a ricordarli. La volontà ed il sentimento entrano in attività per viverli ed esperimentarli nuovamente.
Ma l'esame retrospettivo è completamente differente; non è un esame d’attività e ed emozione, comprensione e sentimento bensì un atto puro di Rinunzia.
L'esame retrospettivo di Cafh, come hanno potuto osservare, non è nient'altro che un ritorno di tutte le potenze dell'anima in sé, è un trattenersi nel momento più importante della nostra vita, come è quello momento in cui uno si rendi al sonno per entrare al mistero della notte. Prima d’entrare al sonno si realizza una riposizione d’energie, un'eliminazione di elementi dannosi per entrare a quello stato completamente libero da ogni legatura, davvero dediti alla morte, all'Eternità.
Quando l'anima se abitua a questo bello esame, allora la concreta abitudine interiore verso l'esame in sé, che si farà di notte, già non ha tanta importanza, quello che ha importanza è il modo di vivere dell'anima per mezzo dei suoi esami retrospettivi. Voglio dire, e questo è fondamentale, che tutte le volte che le nostre potenze se espandono verso fuori c’è un'abitudine interiore che ci ferma ed immobilizza, che ritrae l'attenzione della mente e chiude nuovamente il portale dell'emozione per vedere i fatti, il frutto della nostra opera, con altri occhi, e per uscire dal foco guardandola da lontano.
L’anima diventa impersonale man mano che continua ad avanzare in quella oblazione totale di sé stessa alla Divinità. Tutti credono che sia analizzarsi uno stesso, vedere il film, vedere quello che abbiamo fatto durante il giorno. Quella è un'irrealtà. L'uomo crede che abbia qualcosa, soffre, quello è l'illusione del possesso, ma per mezzo del'esame retrospettivo, quando penetra alla Rinunzia, vedi che quelli fatti sono nient'altri che la composizione di vari fatti dove egli in sé quasi non è parte perché altri fattori partecipano. Così diventa impersonale.
Ci vediamo dentro d’un insieme di cose, di fatti, dove siamo nient'altro che una piccola parte d’una gran totalità. La Rinunzia sempre è più sicura, i fatti non sono nostri bensì il risultato di vari fattori, d’una forza in movimento. In Comunità, l'esame più che nostro è della Comunità; man mano che passa il tempo, questo tempo è totalmente di Cafh e non è il nostro tempo, e come il tempo continua a passare è il tempo di Cafh di fronte al mondo, all'Eternità, il tempo dell'opera che rimane e deve compiere nel futuro.
Credo che dopo dieci anni di vita di Comunità abbiamo diritto ad un esame retrospettivo nell’insieme.
Molte volte, si c'isoliamo non vediamo più che ombre e riflessi, ma nella Rinunzia diventa impersonale, nell’insieme, ed è d’una chiarezza sorprendente, straordinaria.
Vediamo appena l'importanza delle opere per mezzo della realizzazione di questo insieme di esseri, eccetera.
In dieci anni di vita da Comunità, stimate Figlie, abbiamo realizzato molto, e naturalmente consideriamo quello e non quello che vogliamo realizzare.
L'opera della Divina Madre è patente in noi e ci conferma nella nostra vocazione.
La Volontà Divina è molto differente di quello che noi crediamo.
Visione del Cavaliere Gran Maestro dove vedeva donne che scendevano dà questo Cerro per portare al mondo la parola di Dio. Non credeva che fossero Figlie Ordinate; sorpreso, pensai che classe di donne sarebbero. E come se la Divina Madre volesse confermarmi che quello non era un sonno, mi fece vedere i begli parchi che esistono ora perché Dio sempre si avvale d’un dettaglio per dirci si qualcosa è o non è la verità. D’allora, quante cose hanno successo e furono realizzate che noi né pensavamo né immaginavamo.
Voglio spiegare quale è il vero senso è della vostra Ordinazione di Donne.
Prima, non pensai mai che sarebbe un’Istituzione sulla quale dovrebbe fondarsi, e fondarsi la sicurezza di Cafh per il futuro. Io pensai sempre che le Ordinate sarebbero buone donne e che cercherebbero di fare tutto il bene possibile ed ammisi fino ad persone sposate perché credei che una vita con l'altra potrebbe armonizzarsi.
Il pensiero della Divina Madre era un altro. Dopo mi resi conto che quello non era fondamento per Cafh.
In quest’ultimo anno stavo facendo verifiche: perché le nostre Figlie sono piuttosto poche?
Facendo verifiche cercai di studiare la vita intima di questi esseri, le congregazioni.
Una buona persona mi disse: “Le nostre congregazioni aumentarono molto ma quando il numero aumenta è perché si scarta lo spirito. Quando se fondano gli istituti sono poche. Quando smettono di esistere i fondatori, i compromessi aumentano e la disciplina ed il vero spirito si allentano. Allora molte anime se riuniscono, ma il vero spirito non esiste oramai. Si è puro dovrebbero essere molto poche”.
L'anima (di vocazione) non ha sempre la forza esatta per la perfetta Rinunzia, per chiudere tutti i portali dell'anima.
Queste Madri Superiore mi facevano vedere ciò molto bene: “La congregazione ha Collegi e Casa, ma basta osservare –mi dicevano– per vedere ch’esistono molte fughe. Parlano con molta gente, escono alla strada, hanno contatto coi suoi parenti, vanno a casa, ed anche hanno desideri. Queste fughe fanno che si occulti il vero problema interiore perché esistono moltissime fughe che fanno dimenticare il problema principale”.
 Potremmo avere molte buone ragazze ma sarebbe necessario concedere un'infinità di cose che non permettono di amalgamare il vero spirito dell'Ordinazione. Perché?
Si sa molto bene che se lo spirito manca, dopo la morte dei fondatori succederebbe come con altre opere quando ammettono persone che hanno altri compromessi ed altre cose. L’opera unicamente può progredire sonno quando chi risolvono i problemi appartengono alla casa.
Mi resi conto di questo dopo tanto tempo. Dobbiamo essere unicamente madri, sorelle, sposi della Divinità per mantenere il vero spirito della Rinunzia perché Cafh ha soltanto un Messaggio che se riassume in una parola: Rinunzia. Tutto il resto sono ripieni.
Allora cominciai il terribile compito ch’è per un uomo fare la volontà divina e fare da queste donne anime davvero consacrate.
Educai a queste donne nel vero spirito dell’oblazione.
Ritornando all'esame retrospettivo: vediamo all'anima lottare contro delle sue necessità umane e formarsi nel vero spirito della Rinunzia (lottando contro d’aspetti umani, affetti e comunicazioni) per darsi unicamente a Cafh; questa è la sua casa, la sua vita; sebbene questa non sia più che un'espressione, fuori tutto se scioglie attraverso le possibilità del passo dato.
Questo non può riunire molte anime. Voi potrebbero essere molti, potrebbero essere circa trenta al giorno d’oggi se avessero tutte le sue distrazioni e tutto quello che può servire d’evasione alla natura umana. Ma l'opera sarebbe umana e non divina. È preferibile avere poche Figlie e fondate nella Rinunzia, e non molte che praticassero la Rinunzia saltuariamente.
Vedo che la Divina Madre sta costruendo questo Corpo di Donne come eventuale fondamento di Cafh affinché questa fosse la sua vera preoccupazione senz’altra famiglia che la famiglia di Cafh. Dopo la morte dei fondatori, continueranno ad avere la stessa idea della Rinunzia e della santità; che l'unica santità è quella che se basa sul fondamento della Rinunzia.
L'anima doveva avere una forza tanto grande che fosse capace di vivere solamente da Dio e non dagli uomini. È facile riunire anime ma affermarle nella Rinunzia, nel vero spirito, è molto difficile, è difficile farlo, è enormemente difficile.
Ma facendo l'Esame Retrospettivo vediamo che lo spirito se forma a poco a poco. La soddisfazione per le nostre realizzazioni si riesce attraverso molti anni e vediamo l'aridità del cuore che sta in Dio e possiamo vederci lì come una parte di questo Corpo Mistico, di questo divino insieme.
Questo anno seguirà; la vostra Comunità progredirà un passo più; nella vostra Comunità avrà alcune anime che saranno piantate come alberi di vita affinché siano solamente un seme.
Prendano forze spirituali; è necessario diventare invincibile per questa nuova tappa di realizzazione. Che ognuna di voi si consideri parte di tutto l'insieme dal Corpo Mistico di Cafh e possa riuscire una vera forza interiore che la faccia fondatrice, vera preghiera, e che tutto se basi sulla Rinunzia; che siano da quelle poche che sanno chiudere tutti i portali per aprire i portali dalla Divinità.
Non avere fughe è difficilissimo, ma è l’unica cosa che può farci veri Ordinati.
Ordinato è una parola tanta grande come l'Universo, care Figlie, abbraccia tutti i confini dell'infinito, è una vera luce nel mondo.
Quando comprendano in un minuto l'immensità di questa parola per mezzo d’un esame retrospettivo se sentiranno uguali a Dio non per superbia bensì perché si sollucheraranno dal suo spirito creativo, dalla sua povertà; ognuna di voi se trasformerà in una madre dell'Umanità. Ma che cosa può sperarsi dal mondo d’oggi dove vediamo che la scienza se trasforma in un fattore di rovina? Può fidarsi solo dalle anime spirituali che l'hanno dato volontariamente tutto per trasformarsi in immagini vive e trasparenti della Divinità. Noi diamo questo dalla nostra Comunità.  
Vedranno voi, Figlie piccolissime, quanti forzi hanno ricevuto. Quelli che voi non possono immaginare che esistano su questa terra se sono divinizzati attraverso la lampada divina; quante rivelazioni le anime riceveranno nel momento più oscuro della nostra vita di Comunità.
Una nuova rivelazione c’aspetta continuamente perché è come s’il Verbo Divino si rivelasse a noi nella nostra vita in ogni istante già sia per mezzo d’una gran comprensione o desolazione interiore perché tutto quello che è grande è divino.
Tutto ha un senso nuovo attraverso i cambiamenti che vedono e succedono, e comprovano che già niente esiste di quell'essere antico perché si stessero nel mondo il mondo non sarebbe niente; sarebbe inconsustanziale.
Facciano l'Esame Retrospettivo che diventa impersonale e abbracci l'insieme dell'Eternità creata, della vita.

 

Insegnamento 42: La nostra Vita d’Olocausto (16/01/1960)

Nonostante la nostra oblazione totale, la personalità umana si manifesta in noi attraverso azioni sublimi; saranno sublimi che siano, non sono la nostra missione. Noi non dobbiamo essere più che la fiamma che arde ai piedi della Divina Madre.
Siamo stati estratti dal nucleo dei Figli di Cafh che agiscono nel mondo affinché non siamo più che la fiamma di Cafh.
Se un Figlio del mondo dice al Superiore: “Questo anno volesse fare un collegio o privarmi del cinema o investire i miei guadagni di questo anno nell'opera X”, effettivamente gli diciamo: “Fa molto bene, è un’opera magnifica e riceve l'appoggio di Cafh affinché la realizzi.” Così queste anime vivono il suo olocausto e contribuiscono effettivamente all'opera di Cafh.
Ma tutto quello non ha valore per noi. Per i nostri voti non siamo già esseri umani bensì esseri divini.
La caratteristica dell'Ordinazione, sopratutto dell'Ordinazione di Comunità, è che tutto si è rovesciato; niente di quello che prima era importante, niente di quello che prima aveva valore, niente di quello che consideravamo sublime ha valore.
La Madre non vuole le nostre opere bensì la nostra vita. L’olocausto è la nostra unica realtà.
Se io desidero essere Maestro non sto compiendo la mia vocazione, se io desidero essere infermiere non sto compiendo la mia vocazione, se io desidero sottomettermi alle più dure penitenze non sto compiendo la mia vocazione.
Unicamente si deve desiderare fare la Volontà dalla Divina Madre.
L'Ordinato non ha niente, non vuole niente, non desidera niente, non aspetta niente. Semplicemente “è.”. Quando stavamo nel mondo potevamo aiutare alle anime, proteggere un bambino, salvare una famiglia.
Ma ora niente di questo ha valore per noi, sono spazzature ch’il vento fa volare. La nostra missione è un'altra: redimere l'Umanità attraverso l'olocausto perfetto e continuato.
Se io pensò che mi piacerebbe fare la fondazione in Nord America o in Colombia, o qualunque altra cosa che mi piacerebbe, in quello momento la fiamma del mio olocausto se spegne ai Piedi dell'Altare della Divina Madre. 
Benché quello che finalmente si faccia sia sempre la Volontà della Divina Madre, io ho fatto sempre quello che ho pensato o desiderato meno. Nel momento in cui la personalità agisce se spegne la fiamma dell'olocausto ma dopo quando l'anima riflette e se abbandona nuovamente, la fiamma se accende altra volta.
Tutto questo in margine della nostra fedeltà interiore che in ultima istanza sta sempre. La Divina Madre arriva al mondo per mezzo di noi; rifiutarci di morire, rifiutarci di essere perfetto olocausto è come ostacolare alla Divina Madre che porti la luce di redenzione all'Umanità. Dobbiamo offrire tutto a nostra Divina Signora. Dobbiamo rimanere nel calvario dei nostri segreti patimenti interiori. Questo è prezioso.
Dobbiamo essere molto responsabili della nostra missione. Ogni volta che la mente o il cuore vanno via dietro degli uccellini della fantasia, la fiamma del nostro olocausto si spegne. Stiamo negando alle anime la Divina Redenzione della Madre.
Un'anima che da molto giovane se dedicò a Dio, dopo, in un momento della sua vita, ebbe un desiderio mondano. Si disse: “Che carino sarebbe stare nel mondo, per questa cosa o per un'altra” E la sua straordinaria grazia fu vedere il Viso della Divina Madre con tale espressione di dolore e di morte che non l'ha potuto mai dimenticare.
Ogni volta che ci lasciamo portare per l'illusione e la fantasia, ogni volta che appare in la nostra anima un desiderio della vita, un desiderio mondano, il viso di nostra Divina Madre se copre del pallore della morte; si può dire che rivive in sé tutto il tormento della Divina Incarnazione.
Quindi immaginiamo quello Divino Viso, sfigurato per il dolore, coperto dal pallore della morte ogni volta che ci lasciamo portare per gli uccellini della mente, o quando qualche desiderio si fa presente in noi. Perché Ella soffre un tormento di morte ogni volta che gli neghiamo il nostro olocausto.
Abbiamo dato la nostra vita alla Divina Madre e tutti i battiti del nostro cuore.  Pensiamo all'angoscia che sentirà quando noti che quello battere del nostro cuore dato se trattiene. Pensiamo ch’Ella stia nel nostro cuore e percepisca tutto, e quale sarebbe la sua angoscia in fronte d’un dubbio, d’una vacillazione, e che le neghiamo qualcosa. Per meglio dire, è il proprio cuore della Divino Madre che batte nel nostro petto e s’espande a tutte le anime attraverso l'oblazione perfetta, l'olocausto continuato.

 

Insegnamento 43: Cerimonia di Voti Solenni (30/01/1960)

Emettere un Voto Solenne è un atto di straordinaria importanza, di vitale importanza, d’unica importanza nel cammino di realizzazione dei Figli. Io non credo in sé nei voti successivi; personalmente, io credo nel voto nel momento della prima oblazione, del primo atto d’amore che c'unisce alla Divina Madre. Ma credo nell'importanza straordinaria dei Voti che ci responsabilizzano di fronte a noi stessi, di fronte al Sacro Ordine ed i suoi componenti, e di fronte all'Umanità.
Quindi, il Voto Solenne è di straordinaria importanza.
L'anima che se presenta di fronte all'altare della Divina Madre per realizzare questo olocausto meraviglioso, dà la migliore parte della sua vita, la parte più straordinaria della sua esteriorizzazione umano-divina.
Figlia!, arrivare ad emettere il Voto Solenne, dare irremissibilmente alla Divina Madre sette anni di vita è un atto che fa dare invidia agli esseri divini, agli stessi Divini Iniziati.
Ma uno è un povero essere umano, fatto di fango, di carne e di sangue che si trasforma in un essere soprannaturale per mezzo dell’oblazione, perché non è per caso un essere divino quello che dà i migliori anni della sua gioventù, quello che rinuncia ad ogni possibilità di vita, quello che dice addio a tutte le illusioni dal mondo, quello che soffia il lampione di tutte le illusioni, dice addio a tutti i travestimenti della vita, di apparenza transitoria, e fa l’oblazione di tutte possibilità e speranze dei cambiamenti e successioni della vita?
Sette anni rappresentano la gioventù; sono molti anni, i migliori anni, questa vita che ha tanto poco di carino, di bello, tra le poche cose che rallegrano il cuore degli esseri, e voi date i sette più meravigliosi anni.
Il Voto Perpetuo sarà una conferma di questa magnifica oblazione, un sigillo, ma adesso é quando l’oblazione dell'anima sorge in tutto il suo splendore perché dà la migliore parte dell’anima alla Divina Madre.
Sappiamo molto bene tutte egli illusioni ch’il mondo rinchiude e che nasconde più tristezze che allegrie, ma l'Umanità ha la consolazione dell'illusione. Oggi Figlia, stai dando l'illusione alla Divina Madre.
Quando la vita comincia tutto sembra colore di rosa e sebbene intimamente si sappia che molte cose non risulteranno, tuttavia se trova un po' di allegria in quelle illusioni.
Dà oggi non ci saranno più illusioni, Ella ha preso la migliore parte della tua anima, specialmente il cuore. Oggi non ci sarà né l'illusione di credersi buono.
Quello è molto importante nella Santa Ordinazione. Tutti abbiamo una parte cattiva che s’elimina a poco a poco negli esseri consacrati, ma disgraziatamente in questo mondo ci sono esseri che hanno una poderosa parte cattiva che non la potranno vincere. Ma c'è una misericordia di Dio.
Una madre dice: “Ah, mia figlia è nervosa, distratta, ribelle!”. Sentiamo dire tante cose così perché la madre non ha coraggio per dire che tutte le manifestazioni esteriori sono l'indizio d’un gran male interiore.
Questo non è possibile nell’Ordinazione perché qui si scopre, si pulisce e si tira fuori. La nostra disciplina è ordinata in tale proporzione che, in caso d’esistere un’anima con quella disgrazia –perche tali difetti sono una disgrazia e ci furono anime che l'ebbero qui e furono ritornate al mondo– quell’anima può dire quello che succedi perché quella è la sua unica triste eredità ed ella è così.
Le anime non hanno diritto oramai a quelle illusioni che fanno più sopportabile la sua vita. Qui tutto si lancia fuori.
Questa è veramente la morte delle manifestazioni esteriori ed è gloria quando un'anima si dà in oblazione alla Divina Madre.
Oggi è come si tu morisse perché dai la migliore parte di te stessa: la gioventù, l'illusione, la vanità umana, la possibilità di varianti della vita; ma oltre quella tomba, una volta resuscitata, tu vivrai nuovamente una vita totalmente straordinaria e divina.
Per caso credi che un solo sospiro offerto alla Divina Madre sia perso, che un'illusione del tuo cuore ed una fantasia del tuo pensiero siano persi? No. Niente è perso; tutto si trasformerà, prenderà una lucentezza speciale e nuova, e sarà l’aureola che divinizza all'olocausto.
Tutti siamo in carne ed ossa, ma la tua oblazione cancella tutte le imperfezioni e le distrazioni della mente, e la Madre Divina le preda molto particolarmente come un mazzo di fiori, trasformandoli in fiori eterni.
La tua illusione del giorno se trasformerà in una realtà; le illusioni della tua infanzia si daranno all'Umanità, saranno la realtà dell'Umanità.
Bella morte che la fa tanto folgorante, tanto reale. Prima era soggetta alle varianti della vita, alle possibilità, alle apparenze.
Sarai sempre tu stessa, la Figlia della Madre, la Fiamma che luce davanti all'altare, la piccola madre da tutti quelli che sono persi e penano.
Immagini che Dio gli ti ha dato la missione d’illuminare all’essere perso nella notte oscura. Divina e straordinaria missione! Dati oggi in totale oblazione poiché decidesti consacrarti. La tua oblazione sia totale, reale e vera, sia vera morte.
Prendi oggi la tua spada per aprirti il cuore affinché non rimanga né una goccia di sangue e tutto il sangue sia tutta del Celestiale Cuore della Divina Madre.
Sarai la rosa d’oro, segreto seme delle anime consacrate eternamente all'Eterno Amore.
Alzati per essere appoggio di tutte le donne, per trasformare le ceneri in uno splendore divino, nella baldoria di Kaor brillando su tutta l'Umanità, sulla nuova razza, fondatrice di un’Umanità migliore, di uomini più felici e migliori.

 

Insegnamento 44: Il Cuore della Divina Madre (6/02/1960)

I Figli Ordinati e tutti i Figli di Cafh devono dare il suo cuore in oblazione alla Divina Madre, o per meglio dire, il cuore del Figlio deve essere il Cuore della Madre Divina.
Sulle altezze della vita spirituale sta sempre la intima oblazione del sentimento, dell'amore, ed un cuore umano offerto alla Divinità si trasforma in un cuore Divino.
I cuori dei Figli devono essere cuori celestiali della Divina Madre. L’amore deve irradiarsi dal cuore dei Figli su tutta l'Umanità.
Come dobbiamo fare affinché queste non siano figure immaginative o spiegazioni intellettuali?
Come dobbiamo fare bensì dare tutti i momenti della nostra vita e che il nostro cuore sia il cuore della Divina Madre?
Quante cose complesse, quante contrarietà e quante cose differenti il nostro cuore umano possiede!
Tutte le volte ch’il cuore batte –batte continuamente– è come si enunciasse una nuova forma di sentire o di esprimersi; o tremasse per la passione, o si pentisse per la pigrizia, o si addormentasse per la dimenticanza dei nostri doveri sacri e dei nostri obblighi. E tuttavia è il cuore della Divina Madre che enuncia il suo amore e non diviene. Possiamo pensare che è la Volontà della Divina Madre perché non batte sempre allo stesso modo, non è sempre una stessa espressione di silenzio, di pazienza e rutina; sembra che sia la prova ed è il destino e la partecipazione dell'Ordinata coi disperati cuori del mondo.
Ma io non credo che sia così bensì perché lasciamo sempre infiltrare lì la nostra personalità, lasciamo ch’il mondo penetri, che il passato ed il futuro prendano lì il suo luogo, quando non deve esistere lì nient'altro che l'Eternità.
Con un'osservazione vigilante possiamo arrivare a quello ritmo perfetto, a quello silenzio divino, a quella rutina che non può cambiare, a quella pazienza che vince alla mente, ai sentimenti e a tutte le cose esterne; per meglio dire, il cuore celestiale del Figlio Ordinato, voglio dire, il cuore della Divina Madre, è avvolto in un'aura divina, totalmente spirituale. Quell'aura che avvolge il Cuore della Divina Madre nel nostro cuore, non può lasciare che niente né nessuno penetri lì, ma tutto questo è verità?
Il Figlio Ordinato ottiene un dominio esterno di sé stesso, un ammirabile e divino dominio di tutto; è osservante nella sua vita, disciplinato in tutti i suoi atti, la sua oblazione è di giorno e di notte, ma che cosa esiste dietro di quello impenetrabile velo del cuore? Quello cuore fu dato in oblazione ma nel fondo c’è sangue, c'è solitudine lì; ma quello sangue benedetto e totalmente celestiale è totalmente celestiale o c'è qualcosa piuttosto umana, di passione o desiderio, o c'è qualcosa piuttosto di vita passata che avvolge quello sangue, o ci sono sonni del futuro che gli turbano, quando solamente ed assolutamente soltanto l’Occhio della Divina Madre può penetrare?  Perché quello è il mistero ammirabile dell'anima in contatto colla Divina Madre; quella è la realizzazione sublime del Voto di Silenzio: l'anima e l'Amore Divino, l'anima e la Madre Divina.
Tuttavia, malgrado sia un segreto tanto ammirabile, i poveri superiori, direttori spirituali, per l'abitudine che hanno, vedano a volte qualcosa di quello che succedi in quello cuore: vergognarsi leggendo una lettera, un'emozione troppo profonda in contatto con persone che abbiamo lasciato dietro e che solo l'occhio perspicace del Direttore Spirituale può percepire; i temporali silenziosi che succedono nell'anima e che nessuno vedi attraverso lo scontro della nostra personalità colla personalità d’un altro.
Infiniti dettagli che permettono di scoprire che il cuore non sta totalmente dato, che l'anima se è data totalmente ma che una piccolissima parte è nascosta lì e fino che quella parte non sia data totalmente all'amore della Divina Madre, fino che questo residuo profondo ed interiore non sia offerto, non possiamo dire che il nostro cuore è il cuore celestiale della Madre Divina, che ha trasceso e non ha niente per fare colle cose umane.
Questo cuore è fatto per mezzo dei battiti umani del passato e del futuro, per mezzo di dolori, speranze, desideri ed amore, per mezzo di tutto quello che costituisce la vita e la fa bella ma quell'era l'oblazione ch’Ella chiedeva e che noi abbiamo dato, e che a volte è come se si accendesse una luce che non è la luce della Divina Madre, quella luce incandescente che non ha ombre e non ha cambiamenti, né intensità, né depressioni, niente.
Affinché il nostro cuore sia dato totalmente alla Divina Madre, il lavoro deve essere intenso, completo e continuato.
Come dissi, nessuno può penetrare lì, l'occhio può vedere alcune cose ma l'anima fa il lavoro da sola in contatto colla Divina Madre. Noi demmo tutto, in comune nella Comunità con Voti, oblazione e consigli dai Superiori ma quell'ultimo lavoro è individuale. L'anima deve darsi da sola, deve fare l’ultima cosa da sola, quella piccola fase personale e propria, e quella divina eredità della vita; perché quello che l’anima conserva nel cuore (ricordo d’una buona opera realizzata, sacrificio d’una vita o di un affetto) quella non è la parte divina bensì l'ultima parte che deve darsi integralmente affinché la Divinità possa esprimersi totalmente senza figure, espressioni umane e situazioni vissute.
Nella vita spirituale e nella realizzazione dell'anima colla Divina Madre non c’e esperienza di vita bensì Eternità; non c'è tempo né passato né futuro bensì durata;  non ci sono cambiamenti né successioni bensì espansione eterna e continuata. Dobbiamo dare questo in oblazione alla Divina Madre come l’ultima espressione del nostro amore.
Quello è il mistero della nostra vita di silenzio che deve realizzarsi intimamente nel nostro cuore: oblazione di tempo, di vita e di tutto quello che siamo, fummo o possiamo essere.
C'è un'espressione, Figlie mie, che darà la guida e dirà s’il cuore se trasformò nel cuore celestiale della Divina Madre, ed allora, dimenticandosi tutte di sé stesse, sapranno esperimentare quella permanenza di passato e di tempo attraverso le anime che non partecipano all'opera che devono realizzare.
La realizzazione dell'anima è tanto perfetta e divina colla Divina Madre che quando tutto l'ha dato in oblazione non smette d’amare, sentire e soffrire, ma tutto questo che succede non lo esperimenta oramai per sé stessa bensì per gli altri.
Quando ricordiamo le nostre miserie e dolori passati ci rattristiamo e piangiamo ma quando siamo soddisfatti di noi stessi, quando diventiamo tristi pensando a quello che non abbiamo fatto ed a quello che abbiamo dato è perché stiamo sempre conservando il nostro cuore umano. Ma il giorno in cui sentiamo tutte quelle emozioni e quelli pensieri specchiati in noi e le nostre cose non ci procurano sentimenti bensì indifferenza, allora avremo la guida di ch’il nostro cuore è il cuore della Madre Divina.
Il cuore non lavora oramai attorno alle nostre emozioni e modo di vedere ma sta lavorando per altri, riflettendo il problema degli altri; è un riflettore divino che si accende e mette a fuoco i problemi dal cuore dell'Umanità. Ed allora il Figlio apre il suo celestiale cuore dandolo in oblazione all'Umanità.
Una Figlia mi domandò sul Voto d’Unione. Ma si questo è il Voto d’Unione, l'ultimo Voto, sublime e divino, l’atto di dare per me, di pensare per me, qualcosa che ancora esprimi il “me”! Quando l'anima, sia uomo o moglie, Figlio o Figlia, quando arrivò al momento quando si dimentica di sé, allo stato permanente di coscienza dove non ricorda oramai il suo passato, né l'emozionano né l’interessano oramai i suoi affetti, c'è indifferenza di fronte a sé perché non si ricorda di sé. Allora, in quello momento se realizzano i Divini Sponsali colla Divina Madre; noi diamo il nostro cuore ed Ella dà il Suo cuore, e ci trasformiamo in sacerdoti.
Sacerdote è l’essere il cui sentimento è per l'Umanità. Come possiamo avere diritto a dirci Salvatori dell'Umanità, se non abbiamo realizzato quell'opera in noi stessi, se quando cerchiamo le anime dobbiamo dare tutto quello ch’è nostro?
Quanto male i sacerdoti fanno nel mondo perché conservarono qualcosa per sé e non fecero l’ultimo Voto d’unione e d’oblazione. Diventarono sacerdoti ma non danno più ch’il riflesso di sé stessi; se li succede qualcosa danno questo alle anime; quella è la preghiera ch'essi danno. Così non compiono la sua missione divina perché il vero sacerdozio dell'anima consiste in darsi puramente; non si può realizzare qualcosa quando non si la possiede; ma quando niente può disturbare il cuore e non esiste la minima ombra che appanna il cuore della Divina Madre, trasmette la Luce Celestiale, la Luce Divina.
Quando verrà quello momento in cui l'anima se sposerà colla Divina Madre? Deve arrivare; non possiamo stare sperando che arrivi. Deve essere oggi, Figli, e Figlie, in questo momento, si sono capaci di dare il suo cuore, di non avere né pensiero né emozione bensì di tramutare tutto nell’esperienza viva di tutta l'Umanità.
Quello è il mistero dell'amore, del sacerdozio, dell'Unione a realizzarsi nel Cuore Celestiale della Madre Divina.
E non c'è un altro. Quella è la cosa più grande. Tutto il resto sono correnti che vanno e vengono com’il mare, sono successioni di giorni e di notti; l'unica verità non è il Voto, l'oblazione o la vita bensì l'oblazione intima e segreta dell'anima, del cuore alla Divina Madre.
È cosa d’un momento, Figlie e Figli; il coltello deve essere ben affilato, ed il taglio deve essere ben profondo, la mano non deve tremare, la mente deve essere vuota, ed allora tutto è fatto. Un po' di sangue, un piccolo tremore, una lacrima e l'anima è morta già, oramai non esiste, ed ognuno di noi si trasformò nel Cuore Celestiale della Divina Madre.

 

Insegnamento 45: Oblazione di Vita (13/02/1960)

Quello che distingue essenzialmente la vita degli Ordinati e sopratutto la vita degli Ordinati di Comunità degli altri Figli ed esseri del mondo è l’oblazione di vita, della forza vitale e dell'essere. Quindi la virtù che gli Ordinati di Comunità devono specialmente amare e difendere più è la virtù della castità. Per la virtù della castità gli Ordinati se trasformano virtualmente in alcuni esseri privilegiati sulla terra, esseri divini sulla terra, esseri che completano, trasformano, divinizzano ed eternizzano il Voto d’Unione.
Parlare della virtù di castità ad Ordinati di Comunità non è facile né conveniente perché secondo il metodo di vita che essi praticano e la sua partecipazione costante alla vita divina nella sua vita è quasi impossibile che ci sia qualcosa contraria a quella virtù sublime e straordinaria.
Quindi, la mia intenzione consiste oggi in parlare della castità non come una virtù volgare bensì parlare della Castità come una Virtù d’Oblazione, come una Virtù Sublimante.
L'Ordinato di Comunità è casto, sopratutto perché trasforma la sua presenza umana in una presenza inconsostanziale e divina. Visitare la Comunità, entrare a questa vita santa e straordinaria è, in una parola, perdere non solo la personalità comune degli esseri bensì perdere tutte le caratteristiche che differenziano agli esseri umani tra sé.
Soprattutto si potrebbe dire che l'attrazione degli esseri tra sé consiste nel differenziamento come caratteristica di ognuno degli esseri. Come se gli uomini trovassero il mezzo per la gioia materiale per mezzo delle diverse attrazioni umane e fisiche.
Quindi l'Ordinato fa la prima oblazione alla Madre Divina colla sua Presenza. Il Silenzio, il Metodo, la Rutina e il modo di vestire e di parlare sono espressioni di questa sublime castità propria di Comunità. Soprattutto e nonostante tutto, c’e un proverbio molto antico che dice che l’abito non fa al monaco, e tuttavia è di utilità. Quando una persona mostra caratteri che esprimono al mondo ed agli altri il suo stato, è molto difficile che questa persona non conosca a fondo la sua condizione, ed è molto difficile che porti il velo senza che si trovi compenetrata di questo mistero della Presenza Divina, compenetrata di divinità e castità e che non esperimenti l'emozione di partecipare alla vita della Madre Divina. Questa continua presenza del Figlio fa che perda ogni caratteristica individuale e si trasformi unicamente in una figura che espressi al Servitore della Madre Divina; quella partecipazione è Presenza di Castità.
Unicamente colla sua figura il Figlio o la Figlia è presenza di castità per tutti gli esseri.
Il tempo passa e quella presenza diventa sempre di più impersonale.  L’impersonalità nel Figlio è la sua Presenza di Castità. Quando se senti che una persona dice che ha visto a vari Figli e non sa differenziarli vuole dire che ha percepito nel Figlio la Presenza di Castità. Quello che rimane è soltanto la figura: la figura dell'Ordinato di Comunità.
Quello che fa ed aiuta a fare l'abito e soprattutto fa l'abito interiore del Figlio che non avendo possibilità di espressioni umane trasforma le emanazioni della sua figura materiale in una sola espressione: il magnetismo di oblazione.
La vostra presenza continua ancora dentro di Cafh è presenza di propria Castità, d’una vera oblazione delle vostre forze vitali. Questa Castità di presenza, essendo continua, si trasforma in una partecipazione alla Castità dei grandi esseri che hanno i destini dell'Umanità.
Stiamo sempre nella stessa cosa. Ecco ci sono differenti correnti nelle idee religiose. Nel Buddismo è necessario essere casto, assolutamente casto ed evitare il matrimonio per realizzare a Dio. Altre correnti, come l'evangelica, dicono che no, e che l'uomo deve realizzare a Dio nella vita naturale, cioè, nel matrimonio.
Questo è grande e buono ma non è tutta la verità. La Verità è che gli esseri umani devono procreare –Cristo disse questo– ma Cristo è casto, e gli Apostoli e quelli che gli seguono sono casti. Cioè, tutti gli esseri devono arrendersi alla forza umana; tuttavia, tra tutti gli esseri, un numero è destinato ad una vita soprannaturale sulla terra.
Gli esseri umani, portati alla vita naturale, devono seguire la vita dal matrimonio, devono dare le sue forze vitali. Gli esseri comuni devono seguire quello sentiero ma i pochi non devono seguire la legge naturale.
Cristo dice ai primi “Procreate”, ma ai suoi discepoli li dice “Lascia il padre e la madre” e questo non ammette altre spiegazioni.
Allora il Figlio partecipa colla sua oblazione vitale alla Vita Divina degli esseri divini che furono, sono e verranno; Vita Divina di quelli che furono casti ed abbandonarono la vita comune per seguire una vita di castità.
I Figli Ordinati di Comunità partecipano alla vita divina di tutti i movimenti spirituali dell'Umanità; in una parola, costituiscono la selezione, la partecipazione alle anime divine che devono salvare e redimere all'Umanità.
Voglio dare un'idea generale, un’idea filosofica sulla dottrina della Castità.
Allora, la Castità nel Figlio di Comunità, essendo divina, missionaria e salvatrice, compie tutto l'esercizio sacerdotale e divino dei Figli inviati per la Divina Madre per redimere il mondo.
  La nostra castità è di presenza, è partecipante ed è l'espressione viva della reversibilità sulla terra.
Una vera castità nella vita di Comunità è espressione perfetta di vita di Comunità.
 Figli, non posso spiegarlo .
Una Figlia che arriva alla Comunità e fa l’oblazione della sua forza vitale, continua a perdere la sua personalità fisica per mezzo della sua partecipazione.
^un lavoro che tarda; la donna è femminile, è l'espressione dell’aspetto femminile sulla terra. Ma perde quella caratteristica nella Comunità, il suo modo di guardare cambia, la sua voce ha un suono differente. Tutte hanno uno stesso modo di espressione ma c'è una donna che ancora non arrivò a quello ed un po’ di pulimento non si trova nella sua castità. Per esempio, la forma di camminare. Alla donna si la conosce nel suo modo di camminare. Qui non è oramai femminile. Cambia. È un'espressione di dirittura di fronte agli esseri del mondo. Piuttosto si indurisce. La sua espressione è piuttosto dura ed il suo modo di camminare è più virile; ecco la reversibilità.
L’uomo si differenzia nel mondo per la rudezza. L'uomo ha modi rudi. È l'espressione dal suo aspetto virile. La reversibilità che dà il dono della castità gli fa più soave nel modo di parlare. Le sue mani perdono quella caratteristica virile: nell'uomo sono le mani. La donna ha mani che sono più di uomo.
Gli uomini del mondo non comprendono. Dicono: “Sono tutti uguali”, ma solo noi sappiamo della trasformazione effettuata.
La reversibilità è espressività. L'uomo deve cambiare la sua espressione. Deve cambiare il suo lavoro ed allora possiamo parlare d’una castità d’olocausto, d’una vita d’assoluta castità.
L'olocausto della castità è la Rinunzia che l'essere ai piaceri più innocenti e legittimi dalla mente e dal cuore. Qui cominciamo a volare più alto.
L'olocausto di castità è piuttosto sottile e straordinario e solo può conoscerlo l’essere che lo esperimenta e realizza. È una morte della nostra visione intellettuale, una morte del nostro sentimento di cuore. Morte di tutto quello che costituisce la vita esteriore degli esseri umani. Neanche può esprimersi con parole perché non ha espressione.
Un esempio: Un Figlio di Comunità con vari anni in una Comunità, nel momento di andare via fa immediata oblazione do quello Divino Amore alla Madre Divina. Ecco la castità. Rinunciare a quelle gioie che sono anche santi e divini.
Un altro esempio: Un Figlio Ordinato sommesso ad un lavoro che fa con amore totale ed anche affettuosamente coi ragazzi fidati a lei. Domani sarà separato da quello mestiere; rinuncia a sapere su quelli bambini. Ecco la castità d’olocausto. Un altro esempio: Un Superiore che non dovrà essere accanto ai Figli che voleva bene. Ecco l’oblazione di castità, l’olocausto di castità. Sono piccole gioie, non posso desiderarlo, ma lo sono.
È il sale della nostra vita.
La castità è la forza che muove la nostra vita spirituale.  Cafh si basa e fonda totalmente nella nostra carità. È il tesoro più grande e prezioso dei Figli di Cafh.
Parlare di questo è molto vano perché se dice per mezzo del pensiero e s’esperimenta interiormente e non si può esprimere.
Quale cosa può preferire chiedere a nostra Madre Divina, che viva nel nostro cuore e faccia dal nostro cuore un santuario di castità? Non possiamo chiedere alla Madre Divina una castità fisica perché non può essere altrimenti, ma chiedo alla Madre Divina che ci conceda la spiritualità di questa virtù divina, la parte divina e sublimante di questa virtù divina; che faccia che la nostra presenza sia presenza di castità, che la nostra partecipazione alla salvazione del mondo sia partecipazione di castità che faccia che la nostra vita, separata da tutte le cose del mondo, sappia specchiarsi in tutti gli aspetti della vita per mantenere questo dono di castità. Che faccia dalla nostra castità la forza, la leva della nostra oblazione, un cuore forte per la castità perché solo i cuori forti sanno essere casti.
Che rammollisca tutti i modi esteriori dando mani forti per la misericordia e la carità. Che da tutte nostre espressioni umane sparisca il vestigio dalla personalità affinché stiamo nella sua Divina Presenza; che la nostra presenza nel mondo sia soltanto un'espressione di castità, di vera purezza. Chiediamo alla Madre Divina che la castità sia continua, che il nostro metodo e la nostra disciplina possano continuare con noi e che i fantasmi impuri non vengano a tentare ai Figli ed alle Figlie nelle ore impure; che possiamo sostenere il proposito affinché la carne non sia turbata in quelle ore di tenebre e che quelli fantasmi si assentino da noi; e che gli angeli ci circondino affinché nessuna forza strana ci disturbi quando non stiamo nel dominio della nostra volontà.

 

Insegnamento 46: Il Corpo Mistico della Comunità (26/06/1960)

Il Corpo Mistico della Comunità acquisisce tutta la sua forza spirituale ed insostanziale per l'immobilità, la penetrazione e la trasformazione. È indispensabile che questo Corpo Mistico della Comunità sia uno; è imprescindibile che questo Corpo Mistico della Comunità sia la viva espressione di nostra Madre Divina e della sua Opera Redentrice sulla terra.
Affinché questo Corpo Mistico sia libero di ogni macchia, libero di ogni luce che non sia la Luce Fondamentale è indispensabile che lo formino quelli che prestano la sua vita per dare Vita, quelli che danno le sue forze spirituali affinché sia la vita dello Spirito sulla terra, è indispensabile che spariscano e non esistano. Quella trasformazione e questo annichilimento della personalità per la sussistenza del Corpo Mistico sulla terra è l’ammirabile lavoro che i Figli fanno per mezzo della sua Rinunzia ed oblazione, per mezzo del suo olocausto.
Ma è necessario che questo Corpo Mistico alimentato per la fiamma straordinaria della Rinunzia abbia anche un'unità specchiata nel mondo, un'immagine che se rifletta sull'Umanità, ed abbia un aspetto esterno che faccia più facile il contatto dell’aspetto divino coll’aspetto umano.
Il corpo stesso della Comunità, quella parte del Corpo Mistico in contatto coll’aspetto esteriore, riesce questo per mezzo dell'immobilità, della penetrazione e della trasformazione. La personalità umana, bene provvista da differenti attributi che una delle sue personalità continuamente tira fuori di sé affinché agisca in differenti e determinati momenti fa che alcuni esseri siano differenti d’altri. Perché a volte se esprimono d’un modo ed altre volte d’un altro; ognuno d modalità di personali sovrapposte che li differenziano continuamente dagli altri.
Quelli che formano l'insieme d’un Corpo Mistico sono una sola cosa, cioè, devono avere una sola espressione, un solo movimento esteriore, e questo movimento unico esteriore fa che tutti i suoi aspetti individuali e personali siano annichilati e se esprime per mezzo della volontà unica e dell'osservanza, cioè, vive nei Figli per mezzo dell'immobilità.
Diventare immobile è tutto quello che è necessario, Figli e Figlie, affinché il Corpo Mistico della Divina Madre se esprima nel mondo di un'unica forma. Non è verità che noi non abbiamo interesse nel sorgimento delle nostre personalità? Per noi è indifferente; se noi avessimo quello pensiero, allora la Divina Madre non c'avrebbe scelti per fare una parte del Corpo Mistico.
Se alcuno se esprimesse di quello modo rimarrebbe tanto fuori di luogo, richiamerebbe tanto la sua attenzione che subito sarebbe respinto dal Corpo Mistico della Madre Divina. Tutti hanno una sola volontà. È l'osservanza.
Ma c'è una sola cosa che ancora può trasparire fuori: sono i risultati delle nostre personalità anteriori che se esprimono per mezzo di movimenti meccanici il modo di correre, di sedersi e d’essere fermi. Affinché quelli movimenti meccanici ritornino alla sua giurisdizione interiore è necessario che il Figlio acquisisca l'immobilità. Non è solamente rimanere continuamente dentro della clausura di  fronte alla Presenza Divina che c'orienta a tutti verso un'unica missione. È necessaria l'immobilità muscolare, dominare le reazioni abituali che sono conseguenza della nostra vita nel mondo affinché tutto sia una perfetta espressione del Corpo Mistico sulla terra. Chi ha visto un Figlio Ordinato ed una Figlia Ordinata ha visto a tutti. Che quello che veda ad un’Ordinata o un Ordinato dica Tutti sono uguali, camminano uguali, eccetera. possa dire: “Io preferisco questo signore o questa signorina”.
Come dico, questa immobilità meccanica fa che l'essere se esprima esteriormente come se non avesse espressione, come se fosse l'immagine specchiata dalla Divina Madre sulla terra.
È piuttosto difficile acquisire l'immobilità. Voi avete tutta la facilità della Comunità e non è molto difficile acquisire quell'ammirabile dono. L'Ordinato di Comunità deve pensare sempre: Non sto solo nella presenza della Divina Madre, io devo essere la statua ed Ella deve essere la vita, io devo essere il paramento ed Ella il corpo che lo anima.
Il mondo esprime tutto per mezzo dei suoi movimenti. Quando uno vedi quello mondo comprende il suo stato mentale, sentimentale. Allora l'espressione esterna dei Figli e delle Figlie di Comunità deve essere un solo movimento, il movimento che la Divina Madre esprime sulla terra: essere rigido, non fare smorfie, non muoversi d’un lato all’altro. Tutto quello aiuta affinché se acquisisca un meccanismo nuovo di esprimersi. Questa immobilità che sarebbe durezza d’espressione nel mondo, nel Figlio che deve esprimere qualcosa piuttosto divina si trasforma in qualcosa piuttosto grandiosa; riassume in sé il ritmo dell'universo, il ritmo del Cuore di nostra Madre Divina. Ma questo ch’è inconsostanziale, questa forma unica, quella fedeltà che non può rompersi né vedere e tuttavia esiste con tutta la sua forza, se acquisisce per mezzo di penetrazione, non solamente partecipando alla vita degli esseri perché il Figlio o la Figlia di Comunità non solo può partecipare bensì fondersi, penetrare. Non può avere due cuori, due pensieri, bensì un solo pensiero, una sola azione.
Dico penetrare dentro dei Figli compagni della Comunità perché è l'unico modo affinché sparisca completamente l'essere personale; è indispensabile compiere la missione per la quale siamo stati destinati e portare un nuovo sentimento della vita; non insegnare felicità agli esseri bensì la Felicità, non dare agli uomini diverse vie bensì la rotta a seguire. Per quello è necessario allora che il nostro Corpo Mistico sia santo, vivo e si perpetui.
È disperante guardare la vita spirituale dal punto di vista personale. Le opere spirituali a volte a volta hanno bisogno di un'eternità per realizzarsi. Una Tavola deve quasi dieci anni per stabilirsi e quasi venti anni per espandersi.
Io tremo di fronte a questa opera divina che devo realizzare. È necessario che ci sia un essere che faccia l'Opera, quello solo si riesce solo per mezzo del Corpo Mistico e si penetriamo uno dentro d’un altro.
Il corpo è sempre forte e vigoroso; noi siamo il sangue che penetra lì e continuiamo a fare l'opera che altri hanno lasciato e continuiamo a vivere e lavorando sempre. Che cosa importa quando uno morrà! Siamo pronti per affrontare tutto, con tutto quello che l'espansione spirituale porta.
Non ci sono corpi, è un solo corpo, quello della Divina Madre. Naturalmente che riusciamo questo per mezzo del piccolo lavoro di ogni giorno, assimilando quelli che hanno gioie differenti alle nostre, essendo gradevoli con quelli che ci sono antipatici: questa è l'opera di penetrazione. Questo fa dall'opera un Corpo unico, d’insieme. Che cosa importi si io muoio in questo momento, si penetro nel corpo d’un altro nel momento in che io muoio affinché sia Cavaliere Gran Maestro sulla terra?
Voi non siete morti mai, nascendo sempre nuovamente e seguendo l'opera fatta, penetrano il corpo di un'altra Figlia od un altro Figlio che se sta formando e che sta per venire; la nostra partecipazione è penetrante e viva, il corpo fisico e l'espressione dal nostro essere spariscono per c'essere un solo corpo.
Nella Comunità non ci sono un Superiore, un Assistente, un Direttore od un Maestro, è tutto uno che lo fa. Come io posso dire: “Io faccio le cose meglio ch’un altro?”e “Questa cosa non sta bene”; devo dire: “Oggi mi è riuscito bene.” Come posso dire: “L'altra signorina o il signore o la Figlia” Questo è un male si io sono chi lo fa? Si ella mi dice qualcosa piuttosto spiacevole io sono il trasmettitore. Se anche io sto ubbidendo e ubbidisco; si lavoro sto pregando, e si prego sto lavorando. Si io sto nel mondo, non state con me lì? Non ci sono due, il nostro corpo è un'unica espressione, siamo una sola cosa ed una sola vita. Naturalmente, questa comprensione penetra a poco a poco l'anima, arriva un momento in cui questa idea è tanto nostra che uno non pensa che un pensiero sia d’un altro, io sono l'altro.
Allora questo ci dà la forza di coesione, forza esistente per mezzo dei cambiamenti. La reversibilità del cambiamento se trasforma nelle nostre mani in una forza attuante che se espande continuamente e va oltre i limiti umani ed arriva all’infinito. È l'unica forma di fare qualcosa che gli esseri umani abbiamo: diventando divini possiamo realizzarlo.
Il cambiamento nella vita di Comunità è il sale della nostra esistenza; in una vita di continuo autocontrollo dà l'impressione che l'anima se abituasse sempre ad un ritmo. Ma no, miracolo divino del Corpo Mistico della Divina Madre. Questa inconsostanziale forma tuttavia se esprime sul mondo in mille espressioni ed opera anche in noi come Corpo Mistico della Madre Divina; ma quale è il dono di reversibilità nel cambiamento? Esiste alcuna differenza tra quando uno stava nel Seminario ed adesso che sta coi bambini? Non ci sono cambiamenti. È la reversibilità; luce ed ombra allo stesso tempo senza che la luce inferisca continuamente. La vita di Comunità cambia continuamente: oggi sto in una Casa e domani sono sparito, sto in un'altra. Senza che nessuno lo sapesse, oggi, nell'ora di silenzio ho fatto le mie valigie e sono andato via. Io rimango sempre dove sono stato, non mi vado via da lì. Cambiare non è passare all'altro lato o traslocarsi bensì io sto nel Corpo della Divina Madre ed io non ho fatto più che ampliarmi con Lei.
Questi cambiamenti continui sono molto più difficili d’adattare all'anima poiché l'anima sta dentro un metodo, d’un ritmo determinato, dovendo trasformarsi senza che nessuno si potesse rendere conto.Questa è l’assimilazione nella vita unica del Corpo Mistico della Madre Divina che se riflette continuamente.
La mia opera cambia Sempre. Oggi sto con voi e domani io starò coi Figli che stanno nel mondo. Quello cambiamento non deve essere fatto facendo io uno sforzo, deve essere naturale. Uno deve dirsi: “Oggi sei questo e domani sarai la Maestra che detta classe”. Tutto cambia, tutto se trasforma ed uno non se è reso contò. “Tu segui; sei sempre la stessa.” Quella è la reversibilità, un cambiamento di vita, cambiare per mezzo dell’attività senza che interiormente soffriamo per quel motivo, cambiare senza rendersi conto di tutto quello.
... La campana ha suonato; anche questo è reversibilità.

 

INDICE

Insegnamento 1: Dottrina di Cafh
Insegnamento 2: Vita di Preghiera
Insegnamento 3: L’Immagine della Divina Madre (12/12/53)
Insegnamento 4: Adorazione al Principiar di un Ritiro (21/01/54)
Insegnamento 5: La Devozione a Nostra Divina Madre (5/10/55)
Insegnamento 6: Il Maestro Ti Chiama (10/12/55)
Insegnamento 7: Parabola della Samaritana (17/12/55)
Insegnamento 8: Le Nozze di Cana (2/01/56)
Insegnamento 9: Parabola del Maestro ch’Indica al Suo Servitore che Inviti a Suoi Amici ad un Banchetto che Quella Notte Egli Darà (14/01/1956)
Insegnamento 10: Parabola dei Discepoli che Camminavano verso Emmaus (21/01/56)
Insegnamento 11: Educazione dei Bambini (14/03/56)
Insegnamento 12: Sulla Consolazione e l’Aridità nella Preghiera (11/03/1956)
Insegnamento 13: Fare il Bene ai Bambini (17/03/1956)
Insegnamento 14: Sulla Vanità (14/03/1956)
Insegnamento 15: Parole del Cavaliere Gran Maestro alla Cerimonia di Voti Solenni della Signorina Maria Esther (12/05/1956)
Insegnamento 16: Raccoglimento e Riserva di Energie (19/05/1956)
Insegnamento 17: Siamo una Riunione di Anime (9/06/1956)
Insegnamento 18: Questo è il Regolamento di Cafh (11/08/1956)
Insegnamento 19: I Beni di Cafh Saranno Intrinseci (11/08/1956)
Insegnamento 20: Un Programma Sociale di Rinunzia (15/09/1956)
Insegnamento 21: Le Virtù Interne (22/09/1956)
Insegnamento 22:La Direzione Spirituale Compresa dal Cavaliere Gran Maestro (6/10/56)
Insegnamento 24: Le Vocazioni di Comunità (18/12/1956)
Insegnamento 25:  L'Osservanza (19/12/1956)
Insegnamento 26:  Sulla Meditazione (20/12/1956)
Insegnamento 27:  I Superiori (21/12/1956)
Insegnamento 28: Concetti di Cafh sulla Nostra Vita di Operai (22/12/1956)
Insegnamento 29:  Sacro Francesca Romana (23/12/1956)
Insegnamento 30:  La Porta Santa (30/03/1957)
Insegnamento 31:  Amare alla Divina Madre (6/04/1957)
Insegnamento 32:  Sul Mistero della Divino Incarnazione (13/04/1957)
Insegnamento 33:  Come Fare l'Adorazione in Favore delle Anime    Disincarnate (29/06/1957)                               
Insegnamento 34:  La Casa si Mantiene senza Sostegno (6/07/1957)
Insegnamento 36: Voti Solenni della Signorina Malka (3/10/1957)
Insegnamento 37: Voti Perpetui (11/02/1958)
Insegnamento 38: Presentazione del Cavaliere Delegato delle Tavole Argentine 23/05/1958,
Insegnamento 39:  Adorazione in Favore delle Vocazioni (28/11/1958)
Insegnamento 40:  Raccomandazioni sull'Educazione (29/11/1958)
Insegnamento 41:  L'Esame Retrospettivo (25/04/1959)
Insegnamento 42:  La Nostra Vita d'Olocausto (16/01/1960)
Insegnamento 43:  Cerimonia di Voti Solenni (30/01/1960)
Insegnamento 44:  Il Cuore della Divina Madre (6/02/1960)
Insegnamento 45:  Oblazione di Vita (13/02/1960)
Insegnamento 46:  Il Corpo Mistico della Comunità (26/06/1960)

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