INDICE

Insegnamento 1: Schemi di Meditazione
Insegnamento 2: La Transizione
Insegnamento 3: Testi per la Meditazione Discorsiva
Insegnamento 4: Meditazione Affettiva su “La Dama Nera” e “L'Abisso”
Insegnamento 5: Meditazione Affettiva su “I Due Cammini” e “Lo Stendardo”
Insegnamento 6: Meditazione Affettiva su “Il Tempio d’Oro” ed “Il Velo d’Ahehia"
Insegnamento 7: Meditazione Affettiva sulla “Resurrezione di Hes”
Insegnamento 8: Meditazioni Affettive Passive
Insegnamento 9: Altre Meditazioni Affettive Passive
Insegnamento 10: Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 11: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 12: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti II
Insegnamento 13: Meditazioni Affettive Stimolanti III
Insegnamento 14: Fine delle Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 15: Monologo di Preparazione alla Meditazione
Insegnamento 16: Monologhi Immaginativi di Preparazione alla Meditazione


Insegnamento 1: Schemi di Meditazione

In Cafh, il primo Voto segna la nascita ad una nuova vita.
Implica la necessità di rivedere i vecchi concetti che strutturavano il modo di sentire, pensare ed agire.
Questa struttura determinata di sentimenti, pensieri e di suo correlativo azionare componevano l'uomo vecchio e si era edificato a partire da premesse che davano come unica realtà, la costituta per il corpo fisico e le sue necessità. Dopo il Voto si continua ad essere uomo, ma ora uniti alla Divina Madre. Incomincia a mirare un'altra scala di valori e si comincia a profilare, timidamente, un altro qualificativo: nuovo. Uomo Nuovo. Dopo il Voto l'anima cede la sua volontà e l'applica per dirigersi verso il Divino. Da quello momento si desidera essere anima, e per ciò è necessario applicare la volontà in utilizzare tutte le risorse umane per dirigersi al Divino, per rispondere alla chiamata dell'Amore Divino. Questa risposta amorosa può attualizzarsi mediante l'atto della meditazione. Gli stessi mezzi dati per essere uomini e che prima servivano solamente per affermare falsamente la preminenza del fisico, del corpo, facendoli fini in sé in molti casi, è possibile utilizzarli nella sua pura condizione di mezzi per rispondere alla chiamata divina. Questo suppone un esercizio, l'esercizio della meditazione. Non bisogna dimenticare che si tenta di utilizzare gli stessi mezzi per fini differenti. Prima tutti essi servivano per eccitare i valori mentali e personali; con l'esercizio della meditazione continuiamo a riuscire, attraverso una nuova abitudine, che essi agiscano esclusivamente sull'anima.
Utilizzando la similitudine della radio si potrebbe dire che l'amore della Divina Madre equivale alle onde hertziane; i valori mentali e sentimentali equivalgono all'apparato radio-recettore. Lo sforzo per essere in sintonia equivale all'esercizio di meditazione. Lo stato di meditazione equivale al risultato del punto esatto di sintonia. La meravigliosa sinfonia dell'Amore Divino è presente in tutto, ma per captarla noi caviamo unicamente il radio-recettore formato per pensieri e sentimenti. Questi devono usarsi e per cercare la sintonia anelata, si muovi, provando continuamente, il disco combinatore. Questo atteggiamento di ricerca può assimilarsi all'atteggiamento assunto con l'esercizio della meditazione. Quando si è riuscito il punto di sintonia, quando la sinfonia divina si manifesta senza interferenze, per che motivo continuare a muovere il quadrante? Muovere il quadrante fu un mezzo per perfezionare l'apparecchio e farlo atto per captare il Divino.
Il Superiore deve essere quello che regoli ed amministri lo sviluppo dei distinti tipi di esercizi di meditazione. È consigliabile che il Figlio nella sua conferenza col Superiore informe allo stesso fino al minimo dettaglio su tutte le esperienze accadute nella sua pratica, siano formali o di fondo.
Meditazione Discorsiva: Creazione dell'immagine. Si dialoga con lei. Due mete: una meta, nativa, e l'altra, soprannaturale. La meta nativa: discernere sulle cose della vita quotidiana per farle gravitare in un metodo degno dell'Uomo Nuovo, un metodo di vita esterna adattato all'idiosincrasia intima; ma tutto questo per la meta soprannaturale: essere sempre di più atto per captare l'Amore della Divina Madre, riuscendo che gli atti quotidiani siano un graduale riflesso della più vicina comunione con Lei.
Meditazione Affettiva: Divinizzazione del sentimento. Tutta la gamma di sentimenti comuni elevati ad un piano superiore e trascendente per amore all'immagine creata.
Invocazione: passo preparatorio dove si riesce a calmare i vortici esterni ed interni, concentrando l'aspirazione intima sulla supplica.
Quadro Immaginativo: Inizialmente, per facilitare, preso di quadri della vita personale che abbiano provocato determinate sensazioni.
Sensazioni: Man mano che si descrive questo quadro vanno via, per dire così, liberando nappe emozionali giacenti nell'incosciente, fino a portarli al livello della coscienza che ora sta all'erta per una volontà amorosa. Nelle sensazioni, si valutano, si specula con esse. Quindi si alzano al piano spirituale, realizzando una vera trasmutazione di valori umani a valori divini.
Propositi: Devono essere semplici, concreti e soprattutto umili. Più facile è per l'uomo morire per i suoi principi che vivere di accordo con essi. Esempio: se si è suscitato un sentimento d’aborrimento per il carattere irritabile, niente di generalizzazioni dicendo “Prometto non irritarmi mai”. Piuttosto dire “Prometto che durante il giorno di oggi controllerò il mio carattere, promuovendo il mio pensiero alla Divina Madre nel momento preciso in che qualcosa possa irritarmi; e se cado, rasserenarmi chiedendo perdono alla Divina Madre”.
Conseguenze: Passo di chiarificazione e conclusioni. Non si specula già su il sentimento provocato come nelle Sensazioni, bensì sugli effetti prodotti. Si è capito.
Riassunto mistico: Vero quadro sinottico che serve per registrare le parti essenziali della meditazione compiuta.
Meditazione Sensitiva: Si creano altra volta interiormente mediante uno sforzo immaginativo della mente, le sensazioni che potrebbero percepirsi utilizzando ognuno dei sensi fisici. Si prescinde da essi, sviluppando così i sensi astrali. Si amplifica di questa maniera il raggio di azione, dando alla coscienza la possibilità di utilizzare e controllare un altro veicolo per la sua sperimentazione. Ricordare che questa, con essere importante, non è la meta superiore. Questa consiste nella trasmutazione cosciente ed amorosa di dette sensazioni create immaginariamente e tinte di un sentimento predestinato in un bene dell'anima, un bene spirituale.
Consta di:
Invocazione: Le stesse caratteristiche dello stesso passo nelle meditazioni affettive.
Sensazioni: Al fine di evitare l'interruzione dell'attenzione è raccomandabile fissare previamente una direzione di sopra verso il basso, secondo l'ubicazione dei distinti organi dei sensi, cominciando da occhi, uditi, naso, fauci e polpastrelli delle dita.
Supplica: In questo passo si chiede alla Divina Madre l'aiuto affinché tutte queste sensazioni, spiritualizzate, rimangano come una potente e vivida esperienza nell'anima.

 

Insegnamento 2: La Transizione

Che le cose di questo mondo muoiono è un giudizio che sorge all'intendimento dall'uomo per mezzo della più semplice osservazione.
Quello Senza Principio, quello che È, quello Immortale è intuizione, barlume irrazionale di un ordine divino di quegli esseri che hanno potuto e saputo potenziare i suoi valori interni ed essenziali.
L'uomo comune può comprovare solo facilmente che tutto quello che nasce, quello che ha un principio in questo suo mondo porta in sé il germe della sua distruzione. Si sa, allora, che tutto quello che nasce deve morire.
Ma quella terribile certezza che la propria ragione consegna all'uomo fa che l'Uomo Vecchio che non vuole morire, né vuole sapere della morte delle cose necessarie e care per lui, inventi bugie e su esse edifichi un metodo di vita col quale difendere le sue conquiste. E come tutte esse terminano, poiché la cosa eterna non è il suo attributo, si sbaglia un'altra volta cercando la cosa durevole nella quantità. Molti amori, molte conoscenze, molto denaro, molto potere.
Alcune bugie dell'Uomo Vecchio possono essere sottilissime, come quelle che gli offrono una falsificazione di eternità attraverso quello di "sopravvivere" nei miei figli o "sopravvivere" nella mia opera, facendo in entrambi i casi, ancora nel suo aspetto più idealistico, prolungamenti della sua personalità e, come tali, prolungamenti superficiali.
Ma l'uomo che vuole smettere di essere l'Uomo Vecchio, che vuole essere Uomo Nuovo, non si sbaglia.
Quando la parte superiore della sua anima illumina internamente il suo essere con luce che è Divina ed Eterna e gli mostra il Sentiero in un barlume ed ancora quando dopo il suo fulgore si attenua ed attacca la parte inferiore della sua anima col suo arsenale di bugie, il nascente Uomo Nuovo sostenuto per l'Amore della Divina Madre, aguzza il suo sguardo interno ed osserva in attesa nella transitoria oscurità e medita sui valori di quelle bugie.
Riflette, tra altre cose sulla morte, sulla "sua morte." Ed ora guarda come dalla sua parte essenziale vedi alla morte come qualcosa trascendentale e solenne, ma non la teme oramai. "Sa" che la morte è come un portone attraverso il quale si prolunga quello Sentiero che scorse verso un altro mondo di possibilità. E si prepara per quando deva trasporla. Prepararsi per la morte significa non perdere un solo istante in alimentare attaccamenti a cose transitorie ed al proprio "io" mortale, bensì al contrario, esercitarsi nella contemplazione delle Cose Divine, aiutato per abitudini nuove che, come quello della Meditazione, servano per tramutare i suoi valori umani e personali in valori divini ed unitivi che facciano della sua vita un amoroso compimento dei piani della Divina Opera.
Quando arrivi l'ora in cui finiscano le sue possibilità attuali, potrà morire così come il santo che, avendo vissuto secondo la Volontà della Divina Madre, entra nella morte anelando continuare a partecipare alla Gran Opera.

 

Insegnamento 3: Testi per la Meditazione Discorsiva

Chiunque sia l'attività che un uomo intraprenda ha bisogno di un'orientazione.
Se quell'affermazione ha per tutti le semplicità e la forza di un assioma, per l'essere che vuole seguire per il sentiero spirituale deve trasformarsi in un anelo fervoroso ed intimo di diventare atto per captare l'aiuto che, dai piani superiori soprafisici, i Santi Maestri stanno offrendo costantemente.
L'Essere spirituale sa che le debolezze della sua parte umana e la sua ragione oscurano il cammino a percorrere e che solo con la guida dei Santi Maestri potrà arrivare alla Divina Meta.
Nel caso particolare dei Figli, essi sanno che quell'aiuto divino è captato per il Superiore ed arriva per quello condotto ai Figli.
Ma si deve insistere nella similitudine del radio-recettore. Quell'aiuto, quella guida divina, può diventare solo effettiva nel Figlio che con amorosa volontà si sforza ad essere in sintonia con lei.
Quell'anelo amoroso dell'anima può arrivare ad essere diminuito in suo potere ed ancora sparire per l'influenza dai veli negativi che si condensano nella proporzione in cui il Figlio è negligente in compiere le pratiche della vita spirituale.
È in quelli momenti che le abitudini invecchiate recuperano forze ed il Figlio sente il freddo dell'abbandono non può negare la presenza invisibile dei Maestri ma nota che diventa tiepido il fuoco mistico che ardesse con forza nei momenti di entusiasmo ed esaltazione.
Tutto ciò è stato possibile perché permise alla personalità di dirigere la sua elezione, e le cose brillantemente spettacolari ed esterne attrassero la sua attenzione, facendo che rovesciasse verso fuori quelli stessi valori personali che si era sforzato prima a tramutare, attraverso il discorso, la meditazione e l’ascesi spirituale, in beni dell'anima.
Ma come l'Amore e l'aiuto dei Santi Maestri stanno compenetrando ininterrottamente tutta la Creazione, il Figlio può ritornare di quello vuoto, di quell'oscurità, verso la Luce di quella Grazia eternamente presente e ritrovarsi nella sua Essenza col Maestro che, amorevolmente, ha aspettato il suo ritorno.
È, allora, quando il Figlio, per la glorificazione dei Sacri Voti pronunciati, rinnova le pietre del suo sepolcro di carne e personalità e, fervoroso, si dirige verso i Cieli aperti di una vera Resurrezione. Continua a lasciare dietro di sé, come umili offerte alla Santa Madre il carico dei suoi attaccamenti umani. Vuoti dolorosi rimangono nel suo interiore ogni volta che sradica uno di quelli, ma pronto sono colmati per l'Amore e la Verità divina che inondano la sua anima attraverso il riannodato dialogo amoroso col Maestro.
E quello riconoscimento intimo e secreto che il Figlio sente, che la Gran Opera di Dio si sta realizzando nella sua anima, illumina il Sentiero del ritorno verso la Casa Eterna.
Deve sforzarsi il Figlio e non disperare, attento sempre in amorosa vigilanza per non claudicare nella lotta per arrivare alla Gran Meta scorta e come facesse nel sentiero del dolore delle piccole e grandi rinunzie, deve continuare ad andare, ora che ha resuscitato per la vera vita verso l'incontro unificatore col Divino Maestro.

 

Insegnamento 4: Meditazione Affettiva su “La Dama Nera” e “L'Abisso”

Un uomo senza proiezione verso quello soprannaturale, deve riflettere su quello che percepisce delle relazioni umane ed arriverà alla conclusione che tutto è perso per lui.
Comproverà, per esempio, che le parole, specialmente quelli che designano atteggiamenti morali o etici pronunciati per gli uomini di oggi, sono meri suoni convenzionali che traducono aspetti parziali, superficiali e generalmente falsi di quegli atteggiamenti. Amore è piacere carnale, lussuria, possesso per sé stesso; purezza, bigotteria; libertà, irresponsabilità; bontà è debolezza di carattere, e così con tutto.
Detto in un'altra forma, il senso delle parole ha perso essenzialità come conseguenza di pensieri limitati, senza importanza ed egoisti.
Di questa classe di pensieri nasce, per logica, un modo di vivere limitato, senza importanza ed egoista. E chi si limita, chi non trascende, chi vive per sé stesso, è sempre preoccupato per vivere quello ch’è esterno, creando separatismi che, finalmente, si trasformano nelle sue nemiche, in nuove fonti del male.
Così un uomo è come un parassito nel giardino di Dio. Tutto quello che sta fuori di lui lo vuole per sé, tutto l'inghiotte e quello che non può digerire l'espelle, ma macchiato, rovinato, avvelenato per il suo rancore, non potendolo utilizzare.
Il Figlio della Divina Madre comprova tutto questo ma sa che Ella non abbandona i suoi Figli. Ha percepito la sua chiamata dolce e debole dalla profondità del suo cuore e ha iniziato la lenta marcia, assistito per i Santi Maestri che l'orientano attraverso i labirinti che la Dama Nera alza davanti di sé.
Senza quell'aiuto dei Santi Maestri non potrebbe uscire da essi; ma, come egli deve passarli, ha bisogno di tutte le sue forze e di tutti i suoi sforzi per vincere.
Si arma, allora, con l'aborrimento a tutti quelli mali che lo facevano parassito del giardino di Dio. Con l'aborrimento ai suoi mali si realizza l'iniziale cambiamento fondamentale che lo fa atto per transitare il Sentiero del ritorno al suo Tabernacolo Sacro, dove l'aspetta amorevolmente la Divina Madre.
Ma quello Sentiero si affonda nell'oscuro Abisso della Desolazione.
Man mano che va in quella direzione spirituale si va allontanando sempre di più dalla patria degli uomini. La Patria Celestiale è lontana ancora, nascosta, misteriosa. Infiammato di amore per la Divina Madre ha rinunciato al suo passato, ha odiato tutto quello che prima l'identificava con l'ecosistema della patria vecchia; pronuncia le stesse parole che gli altri, ma come il suo senso ha variato, non trova comprensione. E si strappa nella sua solitudine tra la morte agonica della sua personalità passata e la chiamata del nuovo amore che l'ha portato a quello momento di rinascimento, dove si agita nudo ed inerme come un neonato.
E come un neonato trova mani affettuose per curarlo e difenderlo. Chiede cibo e riceve cibo dai Santi Maestri. E la desolazione terribile si fa futuro spirituale. Per lei il neonato si fa bambino e pronto sarà l'Uomo Nuovo, Pellegrino instancabile verso l'Unione Sostanziale colla Divina Madre.

 

Insegnamento 5: Meditazione Affettiva su “I Due Cammini” e “Lo Stendardo”

L'essere che, con l'aiuto dei Santi Maestri ha aborrito la sua vita anteriore e si è affondato nell'abisso della desolazione, ha davanti a sé il Cammino che porta fino alla cima del Monte. Non può, allora, rimanere solo aborrendo la sua personalità e sentirsi desolato tra un mondo che ha respinto ed il Cielo che scorge, perché il nuovo cammino che affronta è un imperioso invito alla marcia liberatrice.
Per quel motivo deve imporsi la riforma della sua vita. Deve trasformarsi nell'uomo nuovo per il Cammino Nuovo.
Quando una cosa si riforma qualcosa di lei muore. E quando un essere vuole riformare la sua vita deve morire in quelle abitudini che strutturavano la sua vecchia personalità.
Le sue vecchie abitudini facevano che fosse un parassito nel Giardino di Dio. Le sue potenze personali erano tese aggressivamente verso fuori, in un permanente atteggiamento di difesa contro l'ecosistema ed allo stesso tempo come un vampiro suggendo tutto quello che potesse nutrire la sua personalità.
Sono queste abitudini quelli che devono morire e per ciò l'essere si deve fare nuove abitudini. Ma cambiare le abitudini esterne è cosa relativamente facile rimpiazzando queste abitudini per altri. Il vero valore delle nuove abitudini radica solamente in essere capaci di favorire la morte vera, la morte interiore.
Perché le abitudini interiori sono le più difficili da sradicare: gli affetti umani, i passati piaceri, i trionfi che lusingarono la propria vanità, le vecchie idee, i pregiudizi interessati. Tutti essi non possono essere, come gli esterni, rimpiazzati per altri. Ogni volta che l'essere si sradica di uno di essi, rimane nella sua anima un vuoto che può essere solo riempito per l'Amore della Divina Madre. Ma affinché quello Amore Divino possa realizzare nell'anima l’azione che colma l'essere deve diventare sempre di più puro, ed il suo io personale ed illusorio deve morire sempre di più. Quello è il vero Gran Distaccamento, quello che è intimo, interiore, segreto; quello con che l'essere si sradica di abitudini che prima gli sembravano che erano la sua stessa anima e che a poco a poco, dolorosamente, egli continua a lasciare oltre a sé come offerte alla Divina Madre.
Tutto quello distaccamento, tutto quello doloroso versare goccia a goccia il suo sangue umano, non è in vano.
Lo sguardo esterno dell'Uomo Vecchio non è oramai il suo sguardo. Ora che guarda come Uomo Nuovo, ha scorto lo Stendardo dove sa che in luminose lettere sta scritto il suo vero nome, quello che perdesse di vista quando si coprirono i suoi occhi spirituali coi veli dell'illusione.
L'essere si identifica da già con quello Stendardo Sacro. Fissa il suo sguardo in lui, va per il Cammino. Ha imparato che quello Cammino passa per il mondo degli uomini. Da lì guarda al mondo con sguardo comprensivo ed amoroso; vive nel mondo dal suo nuovo posto, ma non lui appartiene oramai; è uno straniero che ama a tutti gli uomini, solo per il fatto di sapere che esistono per la Volontà della Divina Madre, cioè, la padrona per quello che sono nella sua essenza, ma non si attacca a quello che dimostrano essere.
Egli ha fatto già la sua Elezione Unica: vivere nel mondo, lavorare nel mondo, senza attaccarsi ai frutti della sua azione.
Marcia per il mistico cammino che porta alla cima della perfezione dove ondeggia lo Stendardo col suo Nome Spirituale.
Divinizzando la sua vita, mentre vive e lavora nel mondo, lo divinizza e lo trasforma con l'esempio del suo distaccamento delle cose esterne e materiali.

 

Insegnamento 6: Meditazione Affettiva su “Il Tempio d’Oro" ed “Il Velo d’Ahehia

Abituato a proiettarsi verso fuori, come reminescenza di quelle lotte che nel principio della razza portò a termine contro le forze ostili della natura, anche l'uomo attuale cerca consolo fuori di lui, cerca la consolazione umana.
 Le sue penurie, le sue pene e la sua angoscia, accumulate interiormente, lo pressano e soffocano. Non ha un altare interno per offrirle a Qualcosa Superiore, come non sia alla sua personalità e lo fa, allora, esteriorizzandole per riuscire la compassione, la lusinga e, con ciò, la consolazione.
Così come descrivono alla gioia come il premio di Dio, la pena deve essere la sua giustizia. Ogni dolore interno deriva dalla resistenza che l'uomo oppone ad essere illuminato cola sua Luce Divina. È, allora, un insegnamento che l'essere dissipa esponendola alla compassione di un altro uomo, invece di identificarsi con lei nella sua intimità per scoprire il messaggio della Divinità.
E come chiede consolazione a cose relative, la consolazione che riceve sarà relativa, sarà piuttosto un palliativo che durerà poco. Di questa maniera si sbaglia sempre di più a sé stesso, perché non trovando la consolazione assoluta, unica, duratura, la sostituisce erroneamente per molte consolazioni che nascono e muoiono come ogni cosa creata per l'uomo.
Come in altre cose sacrifica una qualità divina ed assoluta per una quantità umana e relativa.
L'Uomo Vecchio dice: "Pena compartita, pena diminuita."
Ma il Figlio sa che dal momento stesso del suo Sacro primo voto, la Divina Madre fece germinare internamente il seme della Verità, e che è la sua germinazione, il suo allargamento, quello che continua a pressare contro gli attaccamenti che induriscono l'anima producendo dolore.
Se ciò proviene dalla Divina Madre, che uomo potrà mitigare quello dolore?
Solo nel Silenzio del suo raccoglimento interno la Divina Madre potrà insegnargli che ogni vuoto interno che lasci un attaccamento avulso sarà occupato per un germoglio nuovo di quello seme divino, tramutando così il dolore dello sradicamento in un amoroso ed spettante anticipo, in una Consolazione Divina.
Viva il Figlio il suo Silenzio; egli ha un altare nel suo cuore per offrire le sue pene e dolori della crescita spirituale alla Divina Madre.
Il Figlio deve mortificarsi nello sforzo di non esteriorizzarle; deve mortificarsi nel Silenzio; non persista come l'Uomo Vecchio nella ricerca di molte consolazioni umane e troverà in sé stesso l'Unica, Pura, Eterna Consolazione Divina.
L'Uomo Vecchio vive in un continuo anelo di godere, di riuscire piacere utilizzando mezzi materiali.
Come sono questi mezzi materiali quelli che procurano piacere, si sforza per possederli, fa loro fini in sé ed in questo modo si lega all'oggetto di piacere con un attaccamento angustiante. La paura di perderlo, o finalmente la reale perdita, per trattarsi di cose periture, lo tortura costantemente ed allora cerca, sbagliarsi perseguendo l'eternità che cerca nel piacere, in un piacere dopo l’altro, interminabilmente.
Inoltre, portando l'uomo internamente la scintilla della sua essenza immortale, quella che cerca integrarsi al Fuoco Unico, è impulsato senza saperlo, inconsciamente, alla ricerca della cosa Assoluta; ma l'Uomo Vecchio, degradando quell'impulso di perfezione, tenta di soddisfare quelle ansie dell'anima in cose cangianti, periture.
Di quell'antagonismo tra la sua parte essenziale che cerca la cosa Essenziale e la sua parte umana che crede trovare la cosa Essenziale nella cosa contingente nasce l'amarezza, il disgusto che l'uomo sente dopo essere piaciuto un piacere umano.
Solo un piacere è durevole: potere sentire la presenza divina in sé, avere barlume di quella presenza.
Quando l'essere sente internamente la presenza Divina. la sente in tutto quello che lo circonda. Sente la presenza divina nel prossimo, nella nuvola, nelle stelle, nel fiore, in tutto, perché la presenza divina tinge internamente di Amore Divino al suo sguardo. la quale, posta sulle cose, penetra la superficie delle sue forme cercando la cosa essenziale, la presenza divina nascosta nella cosa formale.
Il Figlio deve scappare all'inganno dai piaceri umani ed essere fedele a quello Amore che l'illumina internamente.
Per quella Fedeltà amorosa potrà il Figlio rinnovarsi nello sforzo, sperare pazientemente ed offrire i suoi attaccamenti e piaceri effimeri, uno dopo l’altro, in onore di quella Presenza Divina alla quale riconosce come unica fonte del Godimento interno, del Godimento insensibile, del Godimento Unico, del Godimento Divino.

 

Insegnamento 7: Meditazione Affettiva sulla “Resurrezione di Hes”

L'Uomo vecchio vive a metà ancora nel caso che, solamente come essere umano, sviluppasse totalmente le sue possibilità.
L'essere umano vive; l'Uomo Vecchio vive a metà. Può considerarsi vita integrale se vive dissociato della Fonte Divina?
L’Uomo Nuovo vive o si sforza per conquistare una vita integrale mediante un metodo di vita orientato a riuscire internamente l'armonizzazione dei valori divini ed umani.
Nell'Uomo Vecchio quella che vive è la sua personalità e come tale si manifesta nel mondo come ente separato, egoista, limitato. Influenzato per le abitudini acquisite, tanto esterni quanto interni, costruisce due mondi separati: l'umano ed il divino.
Egli si colloca e colloca nel mondo umano altri uomini che considera i suoi uguali, e nel mondo divino colloca alcuni esseri, con apparenze di uomini, ma che egli chiama santi, semplicemente per distinguerli della specie uomo alla che egli appartiene.
Accetta che quelli santi che vivono nel mondo divino possano sacrificarsi, rinunciando al potere e la gloria della cosa materiale per Amore ad un’Entità astratta ed ideale, chiamata Dio, che viene ad essere come il creatore e sostentatore di quello mondo divino. L'accetta come se quello fosse un compito, un obbligo imperativo ed inerente alla condizione di santo. Per quel motivo, di fronte alla possibilità di essere egli che si sacrifichi e rinunci, fugge dicendo: “Io sono uomo; non sono un santo”.
Il Figlio che si riconosce già come anima immortale ed anela avere il barlume divino, deve morire a suo io.
Il Figlio sa che suo io personale sono i molti vestiti invecchiati che avendo dovuto per realizzare le esperienze della vita fu vestendo, al tempo che, erroneamente, si attaccava ad esse fino a finire per credere che egli era quelli vestiti.
Rinunciare alle abitudini e pregiudizi interni che pretendono di fare continuare a credere quello, è il compito urgente del Figlio. Quella che deve morire è la falsa vita interna di quelle abitudini.
Solo l'obbedienza amorosa del Figlio continua a portare gradualmente alla morte interna di quelle abitudini, che si consumi attraverso la rinunzia.
La rinunzia a sé stesso, che deve essere accarezzata ed amata per i Figli, porta a quello stato di morte interna e farà loro atti per la gloriosa Resurrezione alla Nuova Vita.
Quello dissociato si sarà fatto Uno e si realizzeranno le parole di San Paolo: “Io non sono chi vive, bensì Lui che vive in me."

 

Insegnamento 8: Meditazioni Affettive Passive

Deve ricordarsi che la Meditazione Affettiva come esercizio cerca fare che i sentimenti comuni si tramutino interiormente in beni dell'anima facendoli atti per riuscire gradualmente una maggiore identificazione con l'Immagine creata nella pratica dell'esercizio della Meditazione Discorsiva.
Come si è visto fino ad ora la Meditazione Affettiva è attiva.
In lei l'essere si sforza, lotta volitivamente, tenta di proiettare la potenza che si generò creandosi un sentimento interno, col fine di riuscire sensazioni che si costringono mediante un'attività continua e che si procura siano di un impulso attivo.
Questa creazione del sentimento interno si cerca per mezzo di Quadri Immaginativi dettagliati, argomentativi, aneddotici e pertanto, con profusione di parole che tendano ad un sorgere interno quasi violento, quasi in turbine.
La forma attiva risponde generalmente e si adatta ad una caratteristica propria dell'essere umano in chi la vita si manifesta specialmente come una lotta contro l'ecosistema e contro le sue fiacchezze, quello che suppone un vivere espresso per una continua attività, in impulsi ed in una costante applicazione della volontà, per la sua imperiosa ed inerente necessità di decidere ininterrottamente.
Ma, a volte, l'esercizio della Meditazione Affettiva attiva stanca l'essere.
Se quella stanchezza, se quello disgusto non provengono di cause fisiche o morali, è conveniente l'esercizio nella sua forma passiva. Ma la sua pratica deve essere orientata sempre.
È qui dove si deve ricordare l'importanza straordinaria che ha per il Figlio il non essere negligente in manifestare al suo Superiore ogni difficoltà che gli sia presentata nella pratica dell'esercizio della Meditazione. Solo il Superiore, per il suo disinteresse ed amore, può discernere mediante quelle manifestazioni, che tipo di Meditazione sarà l'adeguata al momento speciale per il quale l'anima del Figlio sta attraversando.
Nella forma passiva dell'esercizio della Meditazione Affettiva le idee sono semplici, il Quadro Immaginativo fatto in base ad una sola immagine e nient'altro che una e con Sensazioni soavi, calmate, benché ferme e ben definite, strutturando il tutto con la minore quantità possibile di parole, grazia all'eliminazione di tutta parola incapace e vana. Queste poche parole si ripetono lentamente, cercando che continuino a penetrare in uno che, in stato ricettivo frutto della passività, si va lasciando penetrare, senza lotta, in un lasciarsi stare dove si mantiene solo l'attenzione necessaria per non deviare, ma esistendo allo stesso tempo un certo abbandono.

 

Insegnamento 9: Altre Meditazioni Affettive Passive

La Fede è il riconoscimento intimo per l'essere umano dell'identità della sua essenza colla Divina Madre. Che la Fede agisca sull'uomo con maggiore o minore beneficio dipende dallo spessore dei veli con che si è circondato.
È così, in una certa forma verità, quello che la Fede si fa, se si capisce per questo il permettere che ella, eterna ma occulta nel centro stesso dell'essere, irradi sempre di più brillantemente la sua Luce man mano che si vada spogliando di quelli veli dell'illusoria personalità.
La Perseveranza si nutre e cresce nella Fede. Accrescendo così l'influenza della Fede l'uomo stimolato persevera nel suo affanno di perfezione. Colla Fede rinnova la sua Forza interna che lo fa sempre di più atto per vivere in adorazione della Divinità, nel vero Silenzio interno, quello per il quale è fermo e sicuro di fronte al male. Colla Perseveranza aumenta la sua resistenza agli attacchi della Dama Nera vivendo allora in un'amorosa vigilanza che tradotta sempre di più in un inalterabile Fedeltà alla Divina Madre.
I Figli ricevono l'aiuto permanente dei Santi Maestri, quello che debitamente corrisposta per lo sforzo proprio autorizza e facilita per seguire il sentiero propiziatorio segnato per il Regolamento ed il Metodo di Cafh.
L'Insegnamento, il Radio di Stabilità, la Meditazione, il consiglio amoroso e disinteressato del Superiore e tanti altri beni per l'anima, sono mezzi per riuscire quello riconoscimento intimo ed unitivo, fortificando la Fede e la Perseveranza.
Allora, che consolazione e godimento umano, che umano rapimento può confrontarsi con quelli che proporziona il sapere che la Divina Madre dimora nel nostro interno e che, inoltre, tutti possono arrivare ad stare vivendo sempre di più nella sua Divina Presenza, utilizzando i menzionati mezzi di liberazione?

 

Insegnamento 10: Meditazioni Affettive Stimolanti

Dentro il tipo di meditazioni attive si trova la modalità chiamata stimolante.
Come la sua qualificazione l'indica, realizzando l'esercizio della meditazione colla pratica di questa modalità, il Figlio cerca stimolarsi coll'esempio e compenetrazione in un quadro immaginativo di forza emotiva.
Nella modalità di meditazione affettiva attiva vista fino ad ora si nota che il quadro immaginativo serve per suscitare sensazioni inferite analogicamente.
Negli stimolanti, invece, le sensazioni sono inferite per una vera identificazione dell'anima del Figlio col quadro immaginativo.
Nelle prime, il quadro immaginativo agisce come un catalizzatore che provoca per la sua sola presenza le reazioni spirituali corrispondenti.
Negli stimolanti, il Figlio si compenetra, assorbendo e diffondendosi nel quadro, vivendo egli come se egli si fosse tramutato nella propria immagine creata per la sua immaginazione.
Nelle prime, il Figlio vedi un'enorme pietra ostruendo il suo cammino, alla quale paragona con la sua personalità.
Negli stimolanti, quella pietra è il Figlio stesso che si è trasformato in una pietra per avere assorbito in sé l'immagine del quadro, e si sente pietra.
Quando la Dama Nera, utilizzando alcuna delle sue trappole riesce catturare il Figlio, tentando di mantenerlo nel dubbio, nel disorientamento, nello scoraggiamento, il Figlio ha un mezzo poderoso ed efficace per uscire da quella situazione nelle meditazioni stimolanti.
Cerchi allora il Figlio, appoggiandosi sul suo Voto di Fedeltà alla Divina Madre, diventare forte nella sua volontà di uscire dalla trappola, chieda per sentire la sensazione stimolante ed semplificatrice, assorbendo ed assorbendosi nel quadro immaginato e vedrà come quella fiammata emotiva brucia le scorie grossolane della sua anima ed un sacro entusiasmo, concretato in ferventi propositi, perdurerà nel suo animo aiutandolo ad attraversare l'aridità del momento, fino a che l'Amore della Divina Madre sia un'espansione della sua anima e riconquisti così la pace e la serenità proprie dell'anima che confida nell'Amore Reale.

 

Insegnamento 11: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti

Attraverso gli insegnamenti di questo Corso i Figli hanno continuato a prendere conoscenza di distinte modalità dell'esercizio della meditazione affettiva.
Tutte esse formano un vero arsenale di dove il Figlio può estrarre l'arma adeguata al tipo di battaglia che debba liberare contro la Dama Nera, di conformità coi suoi stati spirituali. Con ciò si riesce a non dare pabulo alle umane magrezze, affinché, sotto il pretesto di tale o quale stato di animo, trovare quello che giustifichi la non realizzazione dell'esercizio della meditazione.
Già si è detto che quando il Figlio è invaso per il disgusto e la svogliatezza di pronunciare molte parole o in immaginare quadri con molti dettagli argomentali, poteva ricorrere al tipo di meditazione affettiva passiva sulla base di una sola immagine semplice e pochissime parole, in un lasciarsi penetrare passivamente per i soavi effetti delle sensazioni, ma mantenendo il minimo di attenzione necessaria per non essere deviato del processo meditativo.
Nell'esercizio della meditazione affettiva stimolante il Figlio ha una variante per utilizzare in simili stati spirituali di disgusto e svogliatezza.
Il Figlio sa o intuisce che quello stato proviene ancora dalla sua natura umana ribelle all'influenza spirituale e, avendo conosciuto già momenti di entusiasmo ed esaltazione in cui anelava ferventemente l'istante di potere stare in intimo colloquio con la Divina Madre, cerca la difesa e la forza del suo Voto di Fedeltà per rinnovare in sé quelle ansie di stare davanti alla Sua Divina Presenza.
Tutti i sentimenti comuni e personali continuano a stare solamente in lui, ma in questa situazione gli manca l'iniziativa, l'orientazione, per utilizzarli nell'adorazione della Divina Madre e tramutarli in beni spirituali.
 È allora quando può proporsi agitarsi internamente, ed uscire da quella stagnazione negativa ed egoista ricorrendo alle meditazioni stimolanti.
Non deve dimenticarsi che si tratta di un esercizio e che come tale si realizza mediante la pratica di azioni umane. Nel caso di questa modalità di esercizio, queste azioni sono: proporre diffondersi, compenetrarsi, impadronirsi del quadro immaginato e, inoltre, nel tono fervoroso dato alle parole.
Per esempio, una poesia colta ferventemente, con una lettura intensa che addentri all'anima nei concetti o scene descritti per il poeta, può mobilitare un'emozione tale che provochi le lacrime; mentre, una lettura sgradevole della stessa poesia non provocherà nel lettore nessuna classe di emozione.
Così, in questo tipo di meditazione, il Figlio col fervore delle sue parole, col tono drammatico, esaltato ed entusiasta con che li dica, con suo volere vibrare con l'unzione data alla descrizione del quadro e delle sensazioni, genererà internamente una forza che starà estendendosi a tutto il suo essere per simpatia, svegliando i suoi sentimenti comuni ad addormentati, e facilmente potrà tramutarli ad un piano superiore convertiti in gemme spirituali, vero tesoro col quale l'anima del Figlio adorna il suo amore alla Divina Madre.

 

Insegnamento 12: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti II

Deve ricordarsi che il fine dell'esercizio della meditazione affettiva del tipo stimolante è quello di provocare nell'anima una vera commozione simile alla scossa che l'uomo addormentato si dà a sé stesso per rasserenarsi rapidamente.
La sua differenza con gli esercizi di meditazione attiva comune è in realtà più di tonalità che di fondo. È già conosciuto che come la sua qualificazione attiva l'indica, l'essere cerca in questi esercizi riuscire un effetto e lo fa mediante uno sforzo di volontà, tanto per fissare l'attenzione, tutta la sua attenzione, nell'obiettivo cercato, come per predisporsi con tutto il suo essere teso nella ricerca della sensazione desiderata.
Nelle attive, ma stimolanti, tutto questo si applica perfettamente, ma associato ad altra cosa. Questa cosa è la tonalità e la drammaticità date alla voce, il fervore posto nella pittura del quadro immaginativo, costruito con immagini vivide descritte con unzione, preparatorio della veemenza con che si esprimeranno le sensazioni dove si usano analogie emotive ed esaltate.
Questo sembrerebbe in un primo momento un atteggiamento ipocrita, forzato, superficiale. Ma non deve dimenticarsi che si sta tentando di dominare un esercizio e che la sincerità e l'oblazione vera del Figlio stanno solamente nell'allegra predisposizione con che quotidianamente o ancora più frequentemente, egli va al sacro appuntamento per starsi diventando sempre di più atto di entrare nel vero stato di meditazione. Ed in quello stato non ci sono falsità o ipocrisie che valgano, perché non può averli nel divino dialogare dell'anima colla Divina Madre.
Il presente Insegnamento, col suo esempio di meditazione dove si cerca un effetto di Consolazione, è un esempio preciso di come l'anima può elevare il dolore alla categoria di coadiuvante per la sua redenzione. In effetto, attraverso un quadro immaginativo di tinture ombrose, dominato per la visione della Croce e le sanguinanti piaghe di Cristo, il Figlio sente nella sua identificazione col Divino Soffrente la Consolazione di sapere che imitandolo può offrire i suoi dolori rassegnati in silenzio nel Monte Calvario del diario vivere ed essere così, a sua volta, esempio e sostegno di altre anime.
Perché, che maggiore consolazione che trovare un senso al dolore umano e, più ancora, se quello senso si identifica coll'esempio di Gesù, facendoci partecipanti nell'atto sacro della Redenzione del mondo?

 

Insegnamento 13: Meditazioni Affettive Stimolanti III

Deve aversi ben presente la differenza tra piacere e godimento spirituale.
Il piacere è cosa della carne e dunque fugace e peritura come la carne. Molti uomini credono che il piacere sia un premio di Dio e che il dolore è la Sua punizione, senza capire che ambedue non sono più che conseguenze della soddisfazione o privazione di un appetito sensuale proprio della sua natura umana.
Così considerato, il dolore è il contrario del piacere e questo, a sua volta, quando smette di essere sperimentato si trasforma in dolore.
Ma il godimento spirituale sta al di sopra del piacere e del dolore. Queste sono conseguenze del nostro egoismo, mentre il primo è un'espansione dell'anima immortale che cerca il cammino ritorno che la porti a fondersi con la Fonte Prima.
Nasce nel momento che l'uomo scopre che tutte le sue potenze personali, esercitate fino a quell'istante per procurare piaceri alla sua natura umana o per fuggire dal dolore, possono essere utilizzate per alzarsi per cammini soprannaturali ad altri piani di coscienza, dove incomincia ad intravedere la sua identità divina.
È allora quando incomincia a comprovare che tutto quello che credeva essere, i suoi pregiudizi, le sue abitudini, i suoi attaccamenti, infine tutto quello che costituisce la sua personalità presente sono, in realtà, gli scampoli che è fatto il travestimento basso il quale nascosta il suo vero essere, quello che riconosce come unica meta la sua unità con la Divina Madre, e cerca, per amore a Lei, identificarsi con tutte le anime mediante la lotta interna per distruggere ogni concetto di separatismo.
Per quel motivo il godimento spirituale non sente gli effetti del dolore fisico e di quell'altro dolore che proviene dalla no soddisfazione dei desideri sensuali, ma al contrario, molte volte il dolore spirituale che suppone per un essere che ha incominciato a scorgere l'unità nella diversità, sopportare il carico e gli attacchi degli appetiti della carne, può essere uno stimolo affinché la sua anima trovi forze per volare più alto ogni volta, fino a lì dove si cancellano le frontiere di mio e tuo e risplende solamente l'Amore Reale della Divina Madre.

 

Insegnamento 14: Fine delle Meditazioni Affettive Stimolanti

Tema: La Resurrezione di Hes. Effetti: Rapimento.
Una sera, un'alba, la visione della tranquilla valle dalla cima di una montagna, i raggi lunari sulle innumerabili onde del mare, il sorriso puro di un bambino, infine, tutta la bellezza del mondo penetra e vulnera le limitative frontiere dell'essere liberando la sua anima che, benché fugacemente, abbia un barlume meraviglioso della sua identità con tutto quello creato. Sono quegli istanti in cui sembrasse che l'anima, eludendo la vigilanza della volontà concreta che l'incatenava all'essere, si alzasse in ali della coscienza espansiva per fondersi con l’essenza della Creazione, unica ed eterna, nascosta dietro le variabili e transitorie forme con che si manifesta.
Ma tutti questi rapimenti di identificazione cosmica generati per stimoli dei sensi fisici dell'essere, senza ignorare quanto grande è il bene che fanno all'anima, non devono confondersi col Rapimento Spirituale.
Il Rapimento Spirituale è una Grazia della Divina Madre che strappando la coscienza dell'essere gli fa intravedere il mondo divino prescindendo dei suoi sensi. Ciò spiega perché i santi e mistici di tutti i tempi, ritornando dei suoi stati di rapimento spirituale, non trovano parole per descrivere quello che hanno vissuto, ma confessano che per tornare a viverli e se quello fosse la volontà della Divinità, gustosi renderebbero la sua vita terrena.
Ma, mediante l'esempio ed insegnamenti di quelli santi, l'uomo sa che necessita quella Grazia Divina, la predisposizione amorosa dell'essere manifestata per la retta intenzione in riuscire la purezza della sua mente e del suo cuore.
Per ottenerla, il Figlio sa che deve arrivare ad avere il suo pensiero ed il suo amore messi unicamente nella Divina Madre. Ma sa anche, per l'esperienza trasmessa per altri esseri più anticipati che deve percorrere un sentiero intimo, fatto di rinunzie ai suoi attaccamenti per raggiungere quelle sacre mete, di raccoglimento interno, di oblazioni amorose. Il Figlio per ciò conta coll’aiuto dei Santi Maestri, del Metodo di Vita di Cafh. i suoi Insegnamenti e Doni Spirituali, la Preghiera e l'Esercizio della Meditazione.

 

Insegnamento 15: Monologo di Preparazione alla Meditazione

Per il suo libero arbitrio un uomo che cerchi a Dio può trasformarsi automaticamente in una macchina animata mediante l'apparente proposito di ottenere quello fine. Basterà per quello che permetta che la rutina supplisca all'impulso del suo amore primo, quello che un giorno lo farà realizzare il sacramento del suo primo Voto. E la rutina sopravviene inesorabilmente quando quell'uomo incomincia a considerare come un fine il compimento di tutte le esigenze della sua ascesi, dimenticando che tutte esse non sono più che mezzi tendenti ad avvicinarlo gradualmente all'ideale sacro.
Il meccanico cercatore di Dio o, per meglio dire il pseudo cercatore di Dio, si evidenzia per la sua mancanza di entusiasmo, per la carenza di fervore. Compierà, orologio in mano, con regolarità meccanica con tutti gli atteggiamenti che crede servono per la ricerca; pregherà alla sua ora, leggerà tanti minuti libri pi; di fronte a situazioni quotidiane simili reciterà il versetto che corrisponda, farà digiuni e mortificazioni, infine, compierà strettamente tutti gli esercizi spirituali. Ma, come ha dimenticato per che motivo li fa, finisce per preoccuparsi solamente in farli e compierli bene, servendo unicamente le sue forme esterne rispettive.
Dopo di un tempo riuscirà fortificare la sua volontà, e la sua mente sarà una macchina quasi perfetta, docile a concentrarsi sui precisi istanti che egli disponga. Ma, persa già la sua coscienza della meta suprema e trascendente, il frutto della potenza accresciuta dei suoi valori personali servirà solo per alimentare il suo egoismo. Cioè, arriverà ad essere più lontano di Dio del giorno iniziale su cui appoggiava la prima volta le sue piante nel Sentiero.
Per non cadere nella rutina o, per meglio dire, per non perdere di vista la sacra presenza della Divina Madre, il Figlio deve aggiornare costante e ferventemente nel Silenzio intimo del suo cuore la sacra promessa del suo Voto di Fedeltà.
La madre compra un giocattolo per suo figlio non perché gli piaccia, bensì perché vuole rallegrarlo. La Figlio offerta alla Divina Madre le sue rinunzie, i suoi sacrifici, i suoi attaccamenti, non perché quello lo soddisfa, bensì semplicemente perché desidera ferventemente dimostrargli il suo amore ed evidenziarlo come la porta costantemente nel suo cuore.
Con questa base, il Figlio non teme mai meccanizzarsi nella rutina. Può sviluppare le graduali gradazioni della sua ascesi utilizzando i molti esercizi spirituali che Cafh gli va insegnando e fino alla stessa varietà di quegli esercizi costituisce un motivo meno di cadere nella routine.
Consideri Lei, per esempio, l'esercizio della meditazione. I sette temi per sviluppare nella forma discorsiva, affettiva e sensitiva, ognuna delle quali conto con varianti come essere forme passive, attive, ed attive stimolanti, ed ora, inoltre, l'indicazione di monologhi preparatori, si prestano ampiamente ad adattarsi a tutti i possibili stati spirituali del meditante, facendo impossibile il disgusto ed offrendo al Figlio una gran quantità di mezzi differenti come per praticare senza noie quelli tentativi di contatto colla Divina Madre.

 

Insegnamento 16: Monologhi Immaginativi di Preparazione alla Meditazione

Nel modo di vivere degli uomini di oggi tutto è preparato per vivere esteriorizzandosi, dissipando energie.
L'immensa maggioranza degli uomini non hanno né seguono nessuna norma di vita, ma improvvisano gli atti di suo esistere sollecitato coercitivamente per la necessità di soddisfare i desideri che li angosciano.
La propaganda in gran scala realizzata sotto il lemma “bisogna creare più desideri", gli spettacoli pubblici, i divertimenti collettivi nacquero per raccogliere l'eccedenza di energia che l'individuo non sa utilizzare per fini superiori e trascendenti e, col correre del tempo, si sono fatti mostruose aberrazioni della vita sociale, e di semplici effetti della povertà di vita interiore degli esseri sono trasformati in una necessità assorbente: la sua mancanza di soddisfazione trasforma gli uomini in frustrati e nevrotici.
La commozione sentimentale che li produce la disgrazia del prossimo è tanto fugace e tanto superficiale, come quella prodotta per essersi rimasto senza biglietti per presenziare ad una funzione di rivista musicale il cui bassezza morale e culturale corre compagno con l'altisonante pubblicità che la raccomanda.
Si commuovono a fiore di pelle quando, verso il cinema, leggono nel diario le notizie di massacri, torture e rapine di altri uomini, per dopo, ai pochi istanti, ridere a crepapelle davanti alle trovate del comico di moda.
Ma in mezzo a questo vivere esterno, in mezzo a tutti questi uomini che saltano passionalmente di un'emozione soddisfatta ad un’altra passionalmente desiderata, ci sono molti che possono salvarsi di quella voragine. Per una predestinazione misteriosa sono capaci di trattenersi in quella pazza corsa, svuotarsi di razionalismi diretti da fuori e godere, in quello sacro momento di introspezione spirituale, del barlume di altri orizzonti più grandiosi. È in uno di quelli momenti sublimi, per esempio, quando un uomo abbandonandosi ad un'umiltà creativa, riesce la Grazia divina che l'abilita per emettere il suo primo Voto, del quale sorge convertito in Figlio dalla Divina Madre ed in parte integrante del Corpo Mistico di Cafh.
Ma, benché sia già Figlio, per quel motivo non cessi la pressione dall'ecosistema e le sue abitudini di vita. Ancora il subcosciente collettivo, vero pantano dove si agitano gli istinti, aggressività, ansie di potere e possesso della razza, trova per le sue dense vibrazioni una corrispondenza quasi perfetta nelle vibrazioni altrettanto pesanti della sua subcoscienza personale. Ma nonostante tutto questo, adesso conosce quello che solo può essere amato, l'ideale assoluto dell'Amore e della perfezione: La Divina Madre. E, inoltre, ora Cafh gli offre un Metodo di Vita nuovo, orientato esclusivamente ad insegnargli l'utilizzo delle sue potenze interne per ampliare l'angolo della coscienza della sua identità divina.
Invece dei vecchi cammini che non portano a nessuna parte, adesso ha una Meta Sacra, un Sentiero ed un Metodo che gli insegna a percorrerlo.
Per amore alla Divina Madre ami dunque il Figlio il Regolamento ed il Metodo di Vita praticando le sue norme con entusiasmo, rinnovi giornalmente nel suo cuore i Voti emessi fino a farli una vivida esperienza della sua anima.
Le sue virtù interne così potenziate e sublimate per il Divino Amore dirigeranno i suoi minori atti e la forza del suo esempio nella vita quotidiana attrarrà, senza dubbio, ad altre anime disorientate e desiderose anche di riposare e fondersi nell'amoroso grembo della Divina Madre.
Tutte queste considerazioni realizzate dal Figlio con la sfumatura propria di ognuno, le sue individuali esperienze e reazioni di fronte all'impatto della matta e superficiale forma di vivere caratteristica della valle, offrono un programma inesauribile per monologare preparando l'esercizio della meditazione.
Se il Figlio pratica il monologo preparatorio, oltre ad esercitarsi in un ragionare che, logicamente, deve fare più nitidi i profili dei suoi concetti intellettuali relazionati con l'Ideale che sostenta colla sua fede, otterrà una fonte permanente di quadri immaginativi.

 

INDICE

Insegnamento 1: Schemi di Meditazione
Insegnamento 2: La Transizione
Insegnamento 3: Testi per la Meditazione Discorsiva
Insegnamento 4: Meditazione Affettiva su “La Dama Nera” e “L'Abisso”
Insegnamento 5: Meditazione Affettiva su “I Due Cammini” e “Lo Stendardo”
Insegnamento 6: Meditazione Affettiva su “Il Tempio d’Oro” ed “Il Velo d’Ahehia"
Insegnamento 7: Meditazione Affettiva sulla “Resurrezione di Hes”
Insegnamento 8: Meditazioni Affettive Passive
Insegnamento 9: Altre Meditazioni Affettive Passive
Insegnamento 10: Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 11: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 12: Altre Meditazioni Affettive Stimolanti II
Insegnamento 13: Meditazioni Affettive Stimolanti III
Insegnamento 14: Fine delle Meditazioni Affettive Stimolanti
Insegnamento 15: Monologo di Preparazione alla Meditazione
Insegnamento 16: Monologhi Immaginativi di Preparazione alla Meditazione

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